mercoledì 15 aprile 2009

Umbilicus Rupestris, Ombelico di Venere.


Questo pomeriggio sono andata con Giorgio a fare un giro lungo il torrente sotto casa nostra, al lago della Madonna.
Come al solito mi sono portata la macchina fotografica e le mie aspettative di trovare un soggetto da fotografare non sono state disattese anzi, ne ho trovati più di uno......
La foto sopra riprende due piante di Ombelico di Venere, Umbilicus Rupestris.

Questa pianta nel periodo che va da febbraio a giugno, si fissa nelle fessure dei muri caratterizzati da umidità più o meno costante e in posti poco esposti ai raggi solari.
Questa strana Crassulacea appare assolutamente inconfondibile per la originalissima forma delle foglie succulente, rotonde o reniformi, sorrette da un lungo picciolo che si inserisce nella pagina inferiore, determinando al centro una depressione a forma di ombelico.
La non comune morfologia fogliare è responsabile, oltreché della denominazione scientifica del genere di appartenenza, anche dei nomi volgari di " Ombelico di Venere", "Cappellone", "Capèpecchiolo".
I battesimi dialettali liguri sono: " Erba cappellina", "Cappelletti", "Cappei", "Cuppin", "Coccarelli" a Bordighera, "Cuvercetti" a Chiavari, "Cupetin" a Savona, " Campanin" a San Bernardo, " Strafforella" a Camporosso.
L'unico battesimo imperiese è "Erba per i calli", perché risulta l'unica voce che ne sottolinei un uso terapeutico limitato, a quanto risulta, alle sole vallate di Ceriana e di Imperia, dove si sfruttano le foglie per la cura dei calli e dei duroni.
Si usano le morbide foglie mettendole sopra i calli con lo scopo di proteggerli dal continuo sfregamento contro l'interno della scarpa, un sollievo accompagnato dalla progressiva e lenta eliminazione degli stessi calli, operata dalle sostanze acidule presenti nei sughi.
Le foglie si conservano in frigorifero in sacchetti di plastica.
Non esistono tracce nei testi di questa pratica, si trovano solo indicazioni curative come diuretico e rinfrescante.
Notizie tratte da Fiori di Liguria
G.Nicolini, A.Moreschi
Edizioni Siag Genova.

Cercando notizie su questa pianta ho trovato qui un sito in cui vendono un unguento contro i calli prodotto con questa pianta dalle Monache Benedettine di Orte.....

Durante la passeggiata sono riuscita a scattare anche la fotografia qui sotto, un ape mentre si ciba di nettare....uno spettacolo naturale affascinante....

Mi piace girare tra la natura e cogliere questi attimi.
Per molti possono essere considerati aspetti superficiali, per me sono la vita!
Sono aspetti che mi fanno dire di essere fortunata di abitare in un luogo così ricco di questi momenti.....

13 commenti:

  1. Abbiamo la stessa passione, cara Roberta! Anche a me piace passeggiare, solitamente in bicicletta nei dintorni di casa, ma anche in montagna dove trovo un sacco di quelle piantine da scoprire. Adoro le sassifraghe delle rocce: hanno dei fiorellini così delicati che incantano! Una mia amica che sa di questa passione mi ha regalato due manuali pe riconoscere le piante di montagna. Inutile dire che mi piace anche fotografarle anche se le foto non rendono mai ragione della loro vera bellezza.
    Un salutone!

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. a Castelvittorio le chiamiamo "cupele" e quando andavo a scuola, prima del rientro pomeridiano, con le mie amiche giocavo a fare le torte con le "cupele". bei ricordi!!!

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  4. Roberta, cosa c'è di più bello di vivere la natura in diretta ? Niente,se non la fortuna di riuscire a scattare qualche bella foto...

    Come ti capisco!

    Un caro saluto.

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  5. Roberta...è molto interessante quello che scrivi, intanto perchè sono aspetti della tua terra e poi perchè ne evidenzi l'aspetto fitoterapeutico. Non posso immaginare che passeggi vicino ad un torrente. Qui da me non ce ne sono. Manacano corsi d'acqua di ogni genere. Ora c'è del verde, ma tra un mese è già tutto secco. Ma anche in questo c'è del fascino. Buona serata.

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  6. Non so come si chiamino, nè in italiano nè in dialetto, so però che mi piacciono tantissimo e quando le vedo, anche nelle fasce del rusco, non le sradico mai!

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  7. se qualcuno ritiene superficiale girare fra la natura sta, a parer mio, dicendo una grande c.....ta ... forse perchè adoro stare immerso nella natura...

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  8. Non centra nulla con l'aspetto botanico, comunque nel lago della Madonna all'età di 5 anni ho persino rischiato di annegare !!I miei ricordi più belli di quando ero bambino sono legati ai pomeriggi passati al lago della Madonna, poi a quello della Tana ed infine in Bunda..ancora oggi appena posso porto mio figlio a visitare questi posti, per me ogni volta è un piacere enorme.
    ciao

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  9. Rob, stai diventando una vera cultrice dell'ars botanica! Bello questo tuo interesse.

    Conosco la specie vegetale che hai presentato anche se non so dire come si chiami comunemente.

    Rob, per quella cosa in posta elettronica se ne parla sabato mattina.

    Oggi, sono sopravvissuta ad un terribile collegio dei docenti,...e domani ho il ricevimento generale dei genitori!!!

    Baci
    annarita

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  10. mi hai fatto ritornare bambina io li ho sempre chiamati "funghetti" ci giocavo con i miei coetanei alla torre

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  11. Ricordo quando la mia nonna li usava contro i calli! Toglieva la pellicina dalla parte superiore, credo per permettere ai succhi della pianta di "contattare" il callo ed ottenere l'effetto desiderato.
    Grazie per avermi riportato alla mente questo ricordo.
    Ciao.

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  12. Signori cari, l'Umbilicus rupestris è la cugina della centella asiatica dell'eurasia, notare la somiglianza. ma tri-metilamina e le preziose concentrazioni di potassio, calcio e ferro, sopratutto nelle forme chimiche ( rarissime) in nature che l'umbilicus contiene, sono uno dei migliori drenanti degli organi interni ed un vero e proprio toccasana per le ghiandole del sistema linfatico, ghiandole del seno comprese, in donne e uomini. Certo è che è un'erba segreta e quasi in estinzione, presente ancora in America e quasi sconosciuta. Solo un chimico o un biologo esperto può rendersi conto, una volta vista la lista dei suoi preziosi elementi, rendersi conto che potrebbe servere davvero a curare un numero vastissimo di patologie. Il decotto è ottimo, e l'uso delle foglie pestate in un mortaio, fresche, risolvono gran parte dei problemi dell'epidermide, anche del derma profondo,( ghiandole comprese). ma la cosa meravigliosa è l'insalata, molto più delicata della stessa lattuga. le foglie fresche, portano alla pelle i loro benefici direttamente , attraverso il sangue , non venendo disgregati dalle temperature abominevoli dell'acqua bollente. Ripeto, per conoscere i segreti di questa pianta misteriosa tocca a studiare molto, non è semplice, nemmeno per i dermatologi e per tutti i biologi, capire a fondo i meccanismi prodigiosi dei costituenti dell'Umbilicus Rupestris, ma è vero che funziona! provare per credere!

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