venerdì 29 gennaio 2010

Google libri, una biblioteca virtuale a nostra disposizione.

Qualche giorno fa mi sono recata presso l'Istituto Internazionale di Studi Liguri di Bordighera e ho acquistato un libro che, per chi come me ha la passione della storia della val Nervia, non può non avere nella propria libreria. Il libro s'intitola Toponomastica di Pigna scritto nel 1962 da Giulia Petracco Sicardi edito dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri.

In questo libro si trovano cenni di storia e l'elenco dei toponimi con il loro significato etimologico del comune di Pigna e tante altre notizie. Un altro libro che vorrei aggiungere alla mia libreria è Storia del Marchesato di Dolceacqua e dei Comuni di Pigna e di Castelfranco, scritto da Girolamo Rossi nel 1862. Purtroppo non riesco a trovarlo, prima o poi mi capiterà l'occasione.
Ieri sera facendo alcune ricerche, sono capitata in google libri e con grande meraviglia l'ho trovato digitalizzato e interamente visionabile. Ho così iniziato a sfogliare decine di libri e mi sono accorta che questo servizio è strepitoso. Digitando una parola chiave, vengono messi a disposizione centinaia di libri in cui questa è contenuta. Si possono formare delle librerie virtuali e accedervi senza dover fare ulteriori ricerche. Non posso nascondervi che mi sono lasciata trasportare dalla foga e il tempo al pc è volato, ho iniziato a formare una mia libreria personale, una comodità unica, avere l'accesso a tante fonti direttamente da casa, lo trovo meraviglioso. Ho già trovato molti testi interessanti e alcuni integrano le fonti già in mio possesso.
E pensare che c'è ancora tanta gente che pensa che internet sia solo Facebook...

mercoledì 27 gennaio 2010

Il giorno della memoria 2010



Oggi è stato il giorno della Memoria, il giorno della Shoah.
Il vero significato di questa data lo dobbiamo però condividere un po' tutti i giorni per fare in modo che mai e ancora mai si possa ripetere una tale brutalità contro degli essere umani.
La Libertà è un bene che va difeso tutti giorni da tutti noi, facendo in modo che la memoria storica non vada perduta.
Ricordare il PASSATO per vivere un PRESENTE da uomini liberi, è un compito che dobbiamo assumerci tutti.

Shalom a tutti.

Oggi l'amico Paolo Veziano ha partecipato a una conferenza a Torino dal titolo "Il Grande Viaggio", la sua relazione dal titolo "Vie di fuga degli ebrei tra Mar Ligure e Alpi occidentali" racconta delle vie di fuga da parte degli Ebrei stranieri dalla Riviera dei Fiori verso la Costa Azzurra.

Dal libro Ombre di Confine di Paolo Veziano

Qui potrete leggere il programma della conferenza.

martedì 26 gennaio 2010

Triumph professional care 9500.


Eccolo, il timer che ho fotografato ieri appartiene al kit dello spazzolino Triumph professional care 9500 della Oral -B.
Questo spazzolino elettrico è il più efficace spazzolino per l'igiene orale che il mercato ci può offrire.
Perché l'igiene orale sia davvero efficace, bisogna rimuovere quotidianamente la placca batterica che si forma nel nostro cavo orale, e non è cosa semplice. L'uso dello spazzolino elettrico permette una rimozione più completa della placca perché l'oscillazione della testina favorisce la disgregazione dei singoli batteri aggregati. La placca batterica è il nemico numero uno del nostro cavo orale e se tutti imparassimo a rimuoverla con efficacia dai nostri denti non avremmo la maggior parte delle patologie in esso riscontrate.

Un buon dentista per prima cosa dovrebbe insegnare ai propri pazienti come lavarsi i denti perché solo in questo modo si potrà avere il controllo della patologia cariogena e paradontale, se non lo fa bisogna chiedersi perché!!!

Tornando all'indovinello, il timer è un ottimo strumento perché offre a chi lo usa il controllo del tempo, scandisce il tempo da dedicare a ogni quadrante, favorendo in questo modo una pulizia quotidiana controllata in tutta la bocca.
Questo è stato uno dei miei regali al cucciolo per Natale e da quando lo usa, si lava più volentieri i denti, tenetelo in considerazione per un regalo a persone care o per voi stessi.
Qui potrete alcune informazioni di questo fantastico spazzolino.
Questo invece un sito dove potrete leggere informazioni scientifiche su problematiche del cavo orale SidP perchè la salute orale è anche qualità della vita.

lunedì 25 gennaio 2010

Sapreste dirmi cos'è?

Iniziamo la settimana con un giochino/indovinello.
L'immagine che vedete sopra è un particolare di un timer a riposo, infatti segna l'ora in cui ho scattato la fotografia.
L'immagine sotto invece, riprende sempre lo stesso timer però in funzione.

Sapreste dirmi a quale oggetto appartiene?

Un piccolo aiuto, l'oggetto in questione appartiene al più tecnologico degli strumenti del suo genere che oggi il mercato ci offre!!!
Figuratevi che alla fine, fa così....

Mi dispiace per la qualità delle immagini, ma non sono riuscita a fare meglio.

sabato 23 gennaio 2010

La processione di San Sebastiano a Isolabona.

Foto tratta da Sanremonews, Dolceacqua

Mercoledì 20 gennaio si è celebrato San Sebastiano. A questo Santo Dolceacqua, nostro comune limitrofo, è molto devoto, pur non essendo il Santo Patrono.
Domani infatti si svolgerà la consueta processione. Qui potrete leggere in cosa consiste e perché si svolge. Nel nostro comune non viene ricordato da moltissimi anni.
Nell'anno 1928 si svolse l'ultima processione in onore di questo Santo, una processione un po' bizzarra di cui si è persa la memoria storica. Questa estate, dopo aver letto nel fascicolo datomi da Marino Cassini di questa processione, ho chiesto a diverse persone che dicono di conoscere molto bene la storia di Isolabona se ricordavano questo avvenimento, la risposta è stata questa:

«Questa processione non si è mai svolta».

Non mi sono persa d'animo e quando ho incontrato una delle persone più anziane che abitano a Isolabona, le ho chiesto se si ricordava la processione e lei, mi ha risposto che se la ricordava bene, infatti appena le chiesi:
«Mariuccia, ve la ricordate la processione di San Sebastiano»? Lei mi rispose, «Piglieiru! Piglieiru!», poi continuò a raccontarmi alcuni particolare di come si svolgeva che leggerete più avanti. A questo Santo c'è anche un riferimento nelle Memorie di Giò Antonio Cane ordinate al figlio Francesco, infatti possiamo leggere tra la carta 50 e 51 questo:

[...]Altra memoria

Nel 1594 la peste immondava tutti questi Paesi circonvicini si facevano preghiere, voti e Processioni infine con l’intercessione di S. Sebastiano e della Beata Vergine delle Grazie, cessò. Tutti quei di Sospello, andavano a piedi scalzi alla Madonna del Mondovì, e vi lasciarono un calice d’argento di sei libre, e sei grosse torchie e quaranta crossagi di argento, e poi s’incamminarono Processionalmente, quei della Scarena sino a Tenda a quel gran Santuario e si ottenne la grazia. In riguardo a quello che ho deto della Peste di Dolceacqua nel 1594 vi restarono in Dolceaqua solo sedici persone vive, fato voto a S. Sebastiano e coll’Intercessione di Maria Vergine cessò, e nel giorno di S. Sebastiano si canta la Messa e a Vespro si fà la Processione Generale in memoria di questo[...].

Memoria questa molto significativa infatti, a parer mio, potrebbe significare che questo Santo già nel XVI secolo era molto venerato in queste zone.
Questa processione si svolgeva anche in altri luoghi, come ad esempio a Milano e con la stessa procedura con cui si svolgeva a Isolabona.
Di seguito potrete leggere lo svolgimento descritto da Marino Cassini.
Ancora una volta grazie Marino per aver trascritto questa memoria che sarebbe sicuramente andata persa.




Di Marino Cassini

[...]LA PROCESSIONE DI SAN SEBASTIANO

La tradizione

L'ultima processione risale all'anno 1928. Si trattava di uno strano rito la cui origine sembra essere legata ad un periodo di pestilenza che colpì tutta la regione. Il suo svolgimento era alquanto singolare. Il prete in testa al corteo attraversava le vie e i vicoli illuminati fiocamente da centinaia di luci prodotte da lumi ad olio posti sui davanzali e dalle immancabili file di gusci di lumaca riempiti di olio e muniti di uno stoppino. Dopo un inizio calmo, durante il quale i fedeli intonavano le litanie dei Santi e si chiedeva a San Sebastiano di tener lontana la peste, il prete, all’improvviso, accelerava il passo e cominciava a correre mentre i partecipanti, in particolar modo i giovani, lo inseguivano al grido di “Piglieiru! Piglieiru! (Prendetelo, prendetelo!)
Il perché di tale processione viene spiegato da G.C.Pola Falletti nella sua opera Associazioni giovanili e feste antiche: le loro origini, vol. 4°, Milano, 1939, in cui si legge: "Tale processione facevasi in adempimento di un voto fatto dal parroco di quella comunità per liberarla dalla pestilenza forse nel XV secolo. Quel parroco avrebbe assunto per sé e per i suoi successori il pio impegno di farsi vilipendere nel percorso di detta processione. Così avveniva che egli fosse rincorso dalla gioventù, provocando scompigli poco adatti alla serietà della cerimonia che fu soppressa." E a sopprimerla fu il parroco Don Tornatore di Dolceacqua, uomo di indole schietta, un poco irascibile, che non tradiva la sua origine contadina. Avendo notato l'intemperanza dei giovani, che raggiungevano sempre eccessi non consoni al rito, vi pose fine.
Una spiegazione della ragione per cui quel primo parroco promosse la processione nel giorno di San Sebastiano, potrebbe trovarsi nel fatto che, secondo quanto è stato tramandato, quel sacerdote, durante una pestilenza, non aveva ritenuto opportuno, per incolumità personale, entrare nelle case degli appestati per impartire l'estrema unzione. Non volendo aver contatti con i moribondi, si era limitato a camminare velocemente per tutti i vicoli e a impartire una breve benedizione rivolto verso l'uscio dei morenti. Cessata la peste e resosi conto di essere venuto meno ai suoi doveri, costui promosse quel rito, lasciandolo in eredità - come spiega il Pola Falletti - ai suoi successori.[...]

venerdì 22 gennaio 2010

È tutto un altro mondo.

Ebbene si, la connessione veloce è arrivata!
Il cavetto è stato arrotolato e posizionato in un cassetto, giusto per un'eventuale emergenza.
Questo pomeriggio ho provato a visitare alcuni blog e finalmente, anche quelli super pesanti con la musica, si sono aperti con facilità.
L'unica pecca?
Ho dovuto posizionare l'antenna sul colmo del tetto, troppo in vista per i miei gusti, il segnale era completo solo li.
Questa connessione non mi farà rimpiangere il passato, almeno spero!!!

Vi saluto con una citazione di Kierkegaard

La vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti.

Immagine tratta da Wikipedia

giovedì 21 gennaio 2010

Mando in pensione la connessione gprs


Questo potrebbe essere l'ultimo post scritto con la connessione «LUMACA»
Domani mattina se il tempo lo permetterà e se i tecnici saranno di parola, mi verrà installata la connessione tramite banda larga.
Ebbene si, mi sono decisa a stipulare contratto con la Uno Comunication, il gestore di telefonia che ha la gestione della banda larga tramite ponti radio.
Spero di aver fatto la scelta giusta, la spesa rispetto alla connessione con il telefonino è un po' più alta, ma avrò a disposizione ventiquattro ore e una velocità quadrupla.
In questi due anni, in cui ho utilizzato il telefonino come modem, non ho mai avuto problemi, spero che anche con questa nuova connessione non ce ne siano.
Potrò finalmente guardare un video senza impiegare venti minuti per guardarne tre!!!
A Isolabona vi sono parecchi abbonati e tutti si dichiarano entusiasti, però, ve ne sono ancora molti che non possono usufruire di questo servizio perché non raggiunti dal segnale, mi auguro che anche loro al più presto, possano avere la possibilità di poter scegliere di avere la connessione veloce e non di esserne obbligati!!!
Speriamo bene, domani vi racconto.

martedì 19 gennaio 2010

La sorgente solforosa di Isolabona


Che a Isolabona ci fosse una sorgente di acqua solforosa lo sapevo, non ci sono mai stata perchè si trova in un luogo, lungo il torrente Nervia poco accessibile, nella zona che noi tutti ora chiamiamo "prati gonter".
Questo luogo è dove Fortunato Peitavino aveva la sua colonia naturista.
Dal punto di vista storico, di questa sorgente se ne parla in diverse epoche e le testimonianze sono riportate da diversi autori e raccolte in circostanze diverse.
Nel sito di Cultura Barocca, si cita questa sorgente come facente parte del culto delle acque:

GONTERI

«Fonte termale PROSSIMA AL CORSO DEL NERVIA un tempo celebre (e presumibilmente connessa al culto delle acque sacre e laustrali, specie se intermittenti ed a quello delle MADRI) nel territorio di Isolabona cui erano attribuite facoltà curative e che, secondo la tradizione e qualche ricerca, era collegata ad un "culto preromano delle acque"> come accadde per le acque del Cenischia, presso l'abbazia benedettina di S.Pietro di Novalesa, ritenute dalle qualità terapeutiche, la Chiesa, in relazione ad eccessi di ritorni religiosi pagani, procedette ad un rovesciamento cultuale sì da spargere la leggenda che nell'acqua (e parecchie erano in val Nervia le FONTI E/O SORGENTI connesse ad antichi culti) potesse celarsi un DEMONE TENTATORE» .

In una ricerca condotta da Cristiane Eluére, possiamo leggere un brano tratto dal libro “Voyage aux Alpes Maritimes” scritto nel 1821 da Emile Fodéré in cui si parla si adi questa sorgente che di quella di Pigna:

Una delle prime testimonianze letterarie dalle sorgenti d’acqua sulfurea della Val Nervia si trova nel libro “Voyage aux Alpes Maritimes” scritto nel 1821 da Emile Fodéré, professore di fisica e chimica dell’Università di Nizza. Descrive le sorgenti sulfuree di Isolabona e di Pigna:

«a una lega da Isolabona verso Pigna, nella località Gautè sgorga da una roccia, su 10 metri, attraverso dieci o dodici getti, una sorgente di questa natura lasciando molto zolfo sulle pareti. Quest’acqua mi sembra molto leggera. Fino ad adesso poco conosciuta, dovrebbe essere utile per i problemi di visceri e per le malattie della pelle abbastanza frequenti nella zona. E perciò ho raccomandato al Dr Gili di Isolabona che mi aveva accompagnato, di provarla. Lui l’ha fatto con molto successo. Sarebbe utile creare uno stabilimento termale in questo luogo piacevole e collegato con la strada a Nizza a dieci leghe da lì. Un altra sorgente della stessa natura, ma tiepida, sgorga con forza da una roccia scistosa e calcarea nerastra, sotto una volta accanto ad un frantoio, un quarto di lega dal borgo di Pigna, sui bordi dello stesso torrente Nervia: lascia grossi fiocchi grigi di zolfo che, depositati su un carbone ardente, dopo essere stati essicati, distribuiscono un vapore solforoso con una fiamma simile allo zolfo in bastoncini. Non l’ho analizzata»


Un'altra testimonianza è riportata nel diario di viaggio di Luigi Ricca dal titolo Viaggio in val Nervia del 1865. Nel breve passaggio si fa riferimento a questa sorgente, descrivendone le sue qualità curative. La cosa curiosa che emerge è il toponimo che viene usato, Al Cantéllo.
Luigi Ricca scrive:

«Sottostante Apricale trovasi Isolabona con 860 abitanti, distante tre quarti d’ora da Dolceacqua, del cui marchesato era una porzione. Possedeva un castello di cui scorgonsi ancora i ruderi. Al Cantéllo che dista pochi minuti dal luogo, rampolla una fontana solforosa, trovata, scrive l’Onetti, assai vantaggiosa nei mali cutanei, negli ingorghi viscerali dal celebre Fodéré e da altri chiarissimi medici»

Il Cantéllo è un toponimo che non è più uso a Isolabona.

L'ultimo riferimento a questa, l'ho trovato domenica facendo alcune ricerche, ho scoperto che nella biblioteca digitale di Google Internet Archive è stato digitalizzato il volume scritto da Issel Arturo scritto subito dopo il terremoto in Liguria del febbraio 1887,
    

Ebbene anche in questo volume si parla della nostra sorgente:
«Acqua di Isolabona. — A circa due chilometri da questo comune del circondario di S. Remo, presso Bordighera, sulla via di Pigna, si trova una sorgente solforosa che scaturisce dalle fessure d'una rupe, lì. fresca e abbandona copioso sedimento di zolfo».
Se siete interessati alla sua lettura, cliccate qui, non ne resterete delusi.

Come detto all'inizio la zona dove si trova la sorgente non è facile da raggiungere, perché il fiume è distante parecchie decine di metri sia dal vecchio sentiero che dall'attuale strada carrozzabile.
Il fatto che venga citata da studiose dell'ottocento mi fa pensare che un tempo questa zona era praticata, che quest'acqua aveva una certa importanza, un'importanza che ora ha perso.
E se la rivalutassimo?
È un bene naturale del nostro territorio!

domenica 17 gennaio 2010

A lescìa...altro che lavatrice!!!


In questo ultimo mese il mio problema più grosso è quello di far asciugare la biancheria.
Essendo le giornate molto umide, spesso piovose, le giornate di sole si contano su di una mano nell'ultimo mese, mi aggiusto come posso.
Lo stendibiancheria è "fisso" in casa posizionato davanti al termosifone, per accelerare la fase dell'asciugatura. Il contenitore dei panni sporchi è sempre pieno, non riesco a smaltire il cumulo perché il tempo poco clemente non mi dà tregua.
Sono in queste occasioni che mi pongo alcuni interrogativi.
Capita spesso che la mancanza di una qualunque comodità scateni la classica e scontata riflessione:
"Un tempo come si faceva"?
Che siamo abituati a tutte le comodità è superfluo ribadirlo, ma se dovessimo ritrovarci a dover fare come una volta alcune pratiche quotidiane, saremmo in grado di essere in ordine?
Capelli e corpo sarebbero puliti come oggi?
I nostri vestiti sarebbero belli puliti e profumati?
Capita spesso di lasciarsi andare in commenti scontati su come si teneva l'igiene personale non molti decenni fa, ma il più delle volte ci dimentichiamo che le comodità erano praticamente ridotte a zero!
Sul sito di Alberto Cane, Terraligure, ho trovato un pezzo a firma dell'amica Annamaria Sicardi scritto in occasione della mostra dedicata all'acqua dal titolo "L'acqua racconta", tenutasi a Pigna nell'estate del 2003, un pezzo dedicato alla lescia, cioè il grande bucato.
È un pezzo molto interessante perché ci racconta uno spaccato di vita quotidiana senza tante comodità. Leggendolo si capiscono molti perché, uno tra tutti com'era difficile essere sempre in ordine con panni puliti e profumati!
Isolabona, immagine 1900

di Anna Maria Sicardi

In generale, a lescia o il grande bucato si faceva soprattutto durante la bella stagione, dalla primavera all’autunno. Durante l’inverno si lavavano gli abiti, la biancheria, gli indumenti dei bambini, utilizzando soprattutto il lavatoio.
Le donne potevano fare il bucato in diversi luoghi, dipendeva dalle zone dove abitavano e dalle disponibilità dei posti. Cosi tante donne portavano i panni da lavare nelle campagne, dove c’era il pozzo privato, torrentelli e spazio per stenderli. Li portavano nei cavagni sulla testa o sul mulo.
Nel paese c’erano parecchi luoghi per lavare

Nel Nervia
A Giaira (attuale campo sportivo) era il posto il più comodo per lavare, perché c’erano vasti spazi nel fiume e un tempo esisteva un’isola centrale dove si stendevano i panni.
Al Pesciu , un po’ più a monte, sotto la chiesa San Rocco
Sul torrente Luverger
A Gisdeu o Luverger: posto molto soleggiato, l’acqua era tiepida, ma c’ erano pochi lavaui (posti per lavare)
Oppure le donne si spostavano in Lu Tuvu, luogo più vasto dove si potevano anche stendere le lenzuola e i panni contro la roccia quasi verticale
Sul rio Carne, A Carne
Ai ponti, nel bear” del mulino; il vantaggio era che si lavava in piedi!

Il lavatoio, che era alimentato dall’acqua del rio la Valle, e anche dal troppopieno della fontana dei Canui, era una comodità soprattutto d’inverno, ma c’era molta gente quindi si doveva aspettare il turno e l’acqua non era sempre limpida… Le donne che lavavano al lavatoio stendevano i panni sui muri degli orti di Derercà (dietro le case, Corso Isnardi)
Il lavoro consisteva in tre operazioni : lavar, a lescia, rinfrescar

U lavaur è la pietra regolare utilizzata al torrente sulla quale si appoggiavano le ginocchia; alcuni indumenti da lavare servivano da cuscini.
Ogni donna si individuava un lavaur disponibile e nella posizione migliore, atteggiamento che originava inevitabili discussioni….
Si cominciava bagnando le lenzuola. Si insaponavano fino a tre strati sovrapposti, così il sapone usato per quello sopra serviva per quelli sotto: era un modo per risparmiare il sapone e ammorbidire il “più sporco”. Si insaponava con le mani utilizzando sapone nero o sapone di Marsiglia (per i pantaloni, e altri vestiti da uomo, per rimuovere lo sporco, si usava il batturegiu).
In seguito le lenzuola si mettevano al sole adagiate su una pietra. Terminate queste operazione si risciacquava per togliere la prima insaponata e si ripeteva più volte questo procedimento. All’ultima insaponata le lenzuola venivano strizzati di più, operazione che necessitava delle collaborazione di due donne. Si portavano nella cesta fino a casa. Certo che erano un po’ più pesanti che all’andata !

A lescia
A casa, la seconda operazione consisteva nel disporre le lenzuola o i panni nella seglia, secchio di legno con due maniglie laterali e un buco sul fondo chiuso con uno straccio. L’operazione, di solito, avveniva davanti alla cappa del camino. Nel fondo della seglia si mettevano i panni i più grossolani: stracci da cucina, poi altri panni sovrapposti in modo regolare, mentre la biancheria più fine si adagiava in alto.. L’insieme veniva coperto dal curaur de a lescia, una tela speciale (cotone o lino) bagnata. Poi si disponeva un strato di cenere bianca (si utilizzava cenere di rovere o leccio accantonata durante l’inverno). Successivamente in un paiuolo speciale si riscaldava l’acqua su un vivo fuoco, si prendeva l’acqua calda e la si spargeva sulla cenere con un movimento circolare. L’acqua scendeva lentamente, la cenere rimaneva in superficie e la sua azione detergente si verificava. Si continuava a versare dell’acqua finché usciva tiepida dallo straccio che tappava il buco sul fondo. L’acqua colante era recuperata in un recipiente per il lavaggio di sacchi per le olive, di tende da abacchiare… Questa acqua insaponata era chiamata il lesciassu.

Rinfrescar
In seguito si riportavano i panni per risciacquargli un’ultima volta nel fiume o nel bear. Si stendevano al sole, e finalmente quando la lescia era ben fatta si poteva esclamere: u de sciortin a lescia gianca cume in liru!
(mi è uscito un bucato bianco come un giglio!)
Era un lavoro tipicamente femminile! Ogni tanto i mariti aiutavano a portare i cesti pieni di panni che, essendo bagnati, erano pesanti.
Per qualche donna era diventato un mestiere : lavava per i militari, i carabinieri, la finanza. Le più note erano Madalé a Cerigna (fino agli anni 1930), Genia a Viageira (fino agli anni 1940).
Il bucato (italiano), a lescìa (pignasco), a lesciâa (castelvittorio), lëscia (Realdo)
la lessive (francese), la bugado (provenzale) , le leissiéu (in provenzale, l’acqua che passa dal buco della seglia)

venerdì 15 gennaio 2010

I saldi dei vaccini per l'influenza H1N1

Lo scopo principale dell'informazione è quello di informare, non di generare terrore e panico.
Purtroppo nei mesi passati non è stato così.
I principali titoli degli organi d' informazione erano tutti riservati agli effetti del virus dell'influenza H1N1, alla possibile pandemia.
Fortunatamente questa non è avvenuta, ma il terrore e il panico che si è generato è stato grande.
Si sono tenuti dibattiti se fare o non fare il vaccino, e alcuni hanno ipotizzato a interessi di favoritismo verso alcune case farmaceutiche.
Cosa ci sia di vero non posso essere io a scriverlo ma di una cosa sono certa, gli organi di stampa riescono ancora troppo a manipolare le nostre capacità di ragionamento e questo mi fa paura.
Certo che quando si parla di salute tutti noi siamo un po' più impauriti, ma generare terrore non lo capisco proprio.
Personalmente non compero più il giornale da anni, guardo la televisione sporadicamente e credo di essere informata, sarà che leggendo gli articoli che compaiono sui blog riesco a farmi un'idea di ciò che mi circonda?
Chissà, tra qualche giorno gli stessi giornalisti che hanno mietuto terrore saranno gli stessi che accuseranno i politici di questa operazione di acquisto esagerato di dosi.
Di seguito una serie di parti di articoli apparsi su siti weeb relativi ai saldi dei vaccini per l'influenza H1N1.


Dal sito ansa
[...](ANSA) - ROMA, 3 GEN - Visto lo scarso impatto che l'influenza A ha fortunatamente avuto, e' scattata una vera e propria corsa alla 'rivendita' dei vaccini avanzati.

E, in alcuni casi, come per conquistare il potenziale acquirente Ucraina, e' concorrenza aperta tra i diversi governi.

Hanno cominciato Francia e Germania mentre in Italia ancora nessuna decisione e' stata presa in merito: si attendera', prima di valutare la possibile opzione di vendita, il termine della campagna vaccinale in atto[...].

Da Swissinfo.ch

[..]Prima c’è stata una costosa campagna acquisti dei vaccini contro l’influenza H1N1, adesso è iniziata una corsa per rivenderli. Così, in mezza Europa, sono divampate le polemiche e in vari Stati si è acceso il dibattito a livello politico[...].

Da Corriere della sera.it

[..]MARCIA INDIETRO SUI CONTRATTI - E adesso i governi, che avevano fatto a gara per accaparrarsi il vaccino a suon di milioni di euro, si stanno affrettando a revocare gli ordini e a rivedere i contratti con le aziende produttrici. Come prima idea. In alternativa, stanno pensando di rivendere ad altri parte del surplus (per esempio al Messico, il Paese da cui è partita l’epidemia, che ha appena denunciato di avere ricevuto soltanto la metà delle trenta milioni di dosi richieste) oppure di donarne una parte ai Paesi poveri.[...]

mercoledì 13 gennaio 2010

Lo stemma della famiglia Noaro

La fotografia riprende il passaggio che dal posteggio del campo sportivo conduce alla piazza della chiesa percorrendo via Guiglia. Questo passaggio è stato ampliato alcuni anni fa e ad entrambi gli accessi è stato collocato uno stemma.
Quanti sanno cosa rappresenta?
Io l'ho scoperto alcuni mesi fa, grazie al mio amico Franck Vigliani, restauratore di opere d'arte ed esperto in Genealogia, ha ricostruito quella dei Doria di Dolceacqua.
Ebbene, questo è lo stemma della famiglia Noaro.
Quelli appesi sono ovviamente delle riproduzioni, l'originale del 700, fu ritrovato sopra ad un altare nella casa che fu di proprietà dei Doria sita nella piazza della chiesa, ed è ora di proprietà del Comune avendo acquistato l'abitazione.
Questa divenne, dopo la caduta del marchesato, l'abitazione di un prelato appartenente alla famiglia Noaro, lo stesso che fece costruire la cappella di S. Antonio che è tutt'ora proprietà di una sua discendente, Noaro. In questa piccola cappella, si è conservato un dipinto che ritrae il prelato con questo stemma, l'affresco è stato eseguito da Giovanni Battista Casoni. Posseggo la fotografia, ma non la pubblico perchè prima vorrei chiedere l'autorizzazione alla proprietaria, che, purtroppo, non abita a Isolabona.
Franck sta ultimando uno studio sulle origine di questa famiglia, un cognome dalle origini antichissimi che deriva dalla fine del 500 e nel primo 600 da quello di Dolceacqua in Pigna, Buggio, Apricale e Bordighera.



Questo è la fotografia che ho scattato allo stemma originale. I particolari sono estremamente ben rifiniti, pur non essendo un'esperta mi hanno colpito per la loro bellezza.
Forse sono in molti a sapere cosa rappresenta questo stemma, io comunque, spero di aver apportato qualche notizia in più grazie all'amico Franck.

Soluzione crittogramma

Mar_Lor54 sei stato bravissimo, e bravi sarebbero stati chi ha letto il post dopo di te...

Dovrò dire a Marino di essere un po' più "cattivello", quello di postare un giochino ogni tanto sembra anche a me una bella idea ma, siete troppo bravi.
La prossima volta bisogna che si studi qualcosa di più difficile!!!

martedì 12 gennaio 2010

Crittogramma sinonimico di Marino Cassini.

Nei giorni scorsi ho ricevuto una mail dall'amico Marino Cassini.
Nella mail tra varie comunicazioni, Marino mi ha scritto l'ultimo dei sui crittogrammi.
Questa sera lo vorrei condividere con tutti voi.


Marino Cassini scrive:

Propongo ai tuoi lettori un crittogramma sotto forma di aneddoto.

"Ad un uomo venne chiesto se sua moglie Eva era grassa o magra e lui rispose: " EVA E' UN COMO' " .

Il poco cavalleresco marito non seppe mai che con la sua risposta aveva costruito un Crittogramma sinonimico.

CRITTOGRAMMA SINONIMICO (2, 5, 1, 6)
EVA E' UN COMO'
Aiutino: "con buona pace di Giuseppe Verdi"

È molto carino e non mi sembra nemmeno tanto difficile.... dopo aver letto la soluzione!

lunedì 11 gennaio 2010

Avèè u pisciu ägru



Avèè u pisciu ägru


(Aver la luna storta)

Non mi capita spesso di avere la luna storta, ma quando mi capita divento intrattabile e la cosa che mi dà più fastidio è sentirmi dire che sono intrattabile!!!

Auguro a tutti un radioso martedì, senza Avèè u pisciu ägru.

sabato 9 gennaio 2010

Isolabona Paese Fiorito 2010

Uno dei progetti più ambiziosi dell'Amministrazione Comunale di Isolabona per il 2010, è certamente quello di trasformare il nostro borgo in "Isolabona paese fiorito", qui potrete leggere la notizia sul sito ufficiale del comune.
Questa manifestazione ha uno scopo ben preciso questo:


Dal sito ufficiale comunifioriti[..]Il concorso è organizzato dall’ASPROFLOR in collaborazione con l’ATL Distretto Turistico dei Laghi e la Coldiretti con la consulenza dello Studio Urbafor. Questa iniziativa di marketing turistico - ambientale è adottata con successo ormai da decenni da molti paesi: sono oggi infatti circa 25.000 le città e i villaggi che partecipano in Europa a concorsi di fioritura, con importanti ricadute sulla qualità della vita e sull’immagine turistica (e conseguentemente sull’economia). Con risorse limitate si è riusciti a creare, usando le classiche tecniche di marketing, un sano spirito di concorrenza e di emulazione che ha trasformato intere regioni e paesi in veri e propri giardini fioriti, sorridenti e accoglienti[..].
L'iniziativa la trovo ammirevole ritenendola un passo decisivo per una riqualificazione del nostro borgo. A questo proposito vorrei presentarvi un volume che ha per titolo Piante Erbacee Perenni scritto da Mario Ferrari e Angelo Azzolini, un volume stampato con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali edizione Edagricole.

Lo scopo di questo volume è quello di rivalutare le piante erbacee presenti sui nostri territori, gli Autori scrivono:
«Questo manuale, interamente dedicato alle piante erbacee da fiore, rappresenta un po' la nostra sfida ad una sorta di ristrettezza di vedute che si riscontra nel paesaggismo italiano, dal quale sono state spesso considerate, rispetto alle essenze arboree ed arbustive, un poco le cenerentole del settore».
Nella presentazione del volume a firma del Ministro Zaia si legge:
«Conoscere le piante è fondamentale, troppo spesso, infatti, nelle nostre città e paesi si assiste ad una impropria utilizzazione decorativa del verde pubblico che porta a risultati estetici deludenti, questo a volte comporta anche spreco di denaro, perché spesso non sono state considerate, in fase progettuale, le esigenze delle piante impiegate e si è agito con superficialità».


È superficiale aggiungere che condivido questi passaggi, Isolabona paese fiorito sarebbe veramente bello, anzi, bellissimo ma ancora più bello sarebbe vedere nei luoghi preposti i nostri fiori cioè quei fiori che spontaneamente abbelliscono i nostri boschi e le nostre campagne, cioè quei fiori e piante perenni che sappiamo resistere al nostro clima.
Sfogliando il volume sono rimasta colpita dalla bellezza dei giardini e di aiuole realizzate con piante "umili", vedere tappeti di achillee, allium, sedum, muscari e centranthus e tante altre.
Alcune di queste ve le ho presentate durante lo scorso anno, ho creato un sito dedicato a loro questo.
Con la speranza di aggiungerne delle altre.
In questo manuale vi sono due mie fotografie




Si tratta dei fiori dell'aspidistra, fiori che per molti non esistono perché la loro fioritura avviene a "filo terra" e passa inosservata.
È per questo motivo che posseggo una copia del volume che mi è stata inviata dall'autore Mario Ferrari. Colgo l'occasione per ringraziarlo e per fare i complimenti a lui e al coautore.

Tornando a Isolabona paese fiorito, mi auguro che la prossima primavera, possa portare un'esplosione di colore nel nostro borgo, un'esplosione però, duratura nel tempo!

venerdì 8 gennaio 2010

Il riposo è finito e...Auguri Elvis Presley.

Il riposo è finito. Staccare la spina per qualche giorno, mi ha fatto bene.
Stare lontano dai vostri blog è stata la parte più difficile, non vi ho neppure spiati.
Ho letto i commenti che mi avete lasciato con molto piacere e vi ringrazio tutti.
Da domani si ricomincerà a scrivere sul serio e vi verrò a trovare tutti.
Vi lascio in compagnia di una canzone di uno dei più grandi artisti di musica Rock, Elvis Presley.
Un atto dovuto per ricordare il compleanno di chi ha contribuito, con la propria musica e la sua espressività, a cambiare il modo di vivere la musica.



sabato 2 gennaio 2010

Riposo

Il riposo è il condimento che rende dolce il lavoro.
(Plutarco)

Di tanto in tanto bisogna dar riposo all'animo, affinché poi sia più sveglio nel pensare.
(Fedro)

Il riposo a voi non sia letargo, ma preparazione di nuove forze e pensieri.
(N. Tommaseo)


Tre citazioni in cui identifico il mio stato d'animo attuale, un riposo mentale.
Roberta riposando.