giovedì 6 maggio 2010

Avvenimenti climatici del 1810 raccontati da Gio Antonio Cane

Ricordavo di aver letto un passo del manoscritto di Gio Antonio Cane che narrava di una primavera piovosa. Questa sera l'ho cercato e l'ho trovato. Ciò che più mi ha colpito, è l'anno di riferimento ossia 1810. Sono trascorsi esattamente 200 anni e mi è sembrato di rileggere la cronaca di questi primi cinque mesi del 2010.  La mia unica speranza è che i rimanenti sette non siano così!!!

                                                             Manoscritto autentico
 
Dal manoscritto di Gio Antonio Cane trascritto da Marino Cassini
[...] 1810  Avenimenti che sono venuti in questo anno
il mese Genaro e febraro sono passati mediocre cioè poche  aque  e fredo ordinario cioè  mediocre
il mese Marzo e venuto arie rigidi e erano pochi i giorni che non piovese  ma minuto che no  si poteva aramar ne coglie le ulive e questo  tempo  à  continuato  sino li undeci  aprile la note  delli undeci e calato borasca e vento grosso e aqua  e poi si e messo il bon  tempo e il resto  del mese e stato  caldo che pareva il  mese agosto  li 5 Maggio abiamo avuto cinque homini alla morinela nelle ulive  e hanno lavorato solo due fasciete e cioè  la tornà  sotana e  quela della sorba perchè  era già  dura
li  6. che era  giorno di Domenica  che si e  fato la festa  della Croce e venuto laqua e ha continuato quasi tutto il giorno e  poi  tutto il mese magio sono stati pochi i giorni che non abia piovuto  prencipalmente le domeniche siche non si è pottuto ne lavorar ne seminar faiscioli ne far fieno per il motivo della gran aque il mese giugno poi ha incominciato con aqua e continuato tutto il mese le  foiscie dapertutto erano  più abondante che il mese Genaro e febraro  le ritane dapertute le parti erano abondanti morinela per tutto il mese Giugno e meta luglio sono sempre stati con acqua corrente la foiscie del giardin sotto lo fico delli Tolomei  era sempre abondante in somma ha piovuto sette Domeniche a forsa  il giorno della Santissima Trinità  che è  stata li 17 giugno   a piovuto tutta la note e tutto il giorno a forza il  mese di luglio poi ogni otto giorni pioveva alla morinela per tutto il mese luglio si pò dire che nesciun sapeva la sua giornata del aqua perché si aquava attute le ciuse e ne colava ancora soto il ponte per due
li  6.Agosto e venuto un grosso temporal e an ingrossato li fiumi  e valoni al pon abiamo sempre aquato a sorso sino a questo ogi
li  13 dato e venuto altro temporal  ha piovuto come d'jnverno e calato sboire e liscie e ritane come nel corpo del jnverno
li 21 : e 22 à  piovuto tutti i due giorni  li 4 setembre a piovuto  a  forssa  in  Piemonte li fiumi si anno portato li ponti cioè  del Vernante e del racavion ed altri
il  mese  ottobre e  passato mediocre insomma  in questo anno  noi abiamo  adaquato solo  che due  vorte nella  nostra giornata  alla morinela  e  a Gonte solo che tre vorte e noi li  abiamo avuti stagionali li faiscioli ne abiamo avuto quarte venticinque rosci e nostrani
il mese Novenbre erano pochi i giorni che non piovesse
la note delli trenta e tutto il giorno à  piovuto a derrupo  che  a fato molti dani alla campagna e bedali delli defici e molin e alli fruti  delle ulive come si vedrà  poi apresso si e carcolato che li fruti delle ulive si siano perdute la quinta parte e quelle che si sono  racorte  atteso la  piuvia  che continuava  si  racoglievano bagnate e marce disoto una  giornata cioè  dieci  otto bissache favano  rubi nove o  dieci
perche erano marce [...].

9 commenti:

  1. Bellissima testimonianza, Rob! Auguriamoci che i rimanenti mesi non siano come descritto negli "Avvenimenti"!

    Salutoni.
    annarita

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  2. Molto bello questo racconto di fatti avvenuti esattamente 200 anni fa, Roberta fai bene a fare questo accostamento perchè, forse non è molto noto, ma ci sono molte strane similitudini tra quanto avvenne allora e quanto osserviamo oggi. Il decennio 1810-20 fu certamente il più freddo degli ultimi due Secoli, gli scienziati stanno studiandone i motivi, sospesi tra una bassa attività solare ed una forte concentrazione di polveri vulcaniche.Esattamente 200 anni fa un’eruzione, fino a oggi mai documentata, avrebbe provocato l’abbassamento delle temperature globali avvenuto fra il 1810 e il 1819, poi peggiorato dalla successiva esplosione del Tambora nel 1815. A questa conclusione è giunto uno studio condotto da geochimici dell’Uiversità della California a San Diego e del Laboratorio di glaciologia e geofisica ambientale a Grenoble, in Francia.
    In una società non globalizzata come quella in cui è vissuto Gio Antonio Cane, che ci tramanda anche altre notizie relative a questi eventi avvenute in quel periodo, non si sarà certamente reso conto della portata globale degli eventi che segnavano dolorosamente gli abitanti di Isolabona.

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  3. molto interessante questo post e concordo con te ...
    effettivamente il racconto lascia a bocca aperta!!!

    O_O

    buon weekend ^______^

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  4. E difatti poi nel 1812 arrivò la carestia che colpì tutta Europa. Ma nel manoscritto la carestia risulta generata da una grande siccità. QUI riportai ampi stralci.

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  5. Interessante documento,sembra davvero una cronaca recente.
    Auguriamoci che a breve le cose migliorino un pò, abbiamo tutti voglia di sole...almeno credo 1

    un abbraccio
    Cri

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  6. inizierò a costruire una barchetta, almeno posso venire a Isola remando...

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  7. Già allora potevano dire che non ci son più le mezze stagioni :-)

    P.S.: mi piacciono queste testimonianze antiche

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  8. Similitudini, eccome!
    Questa testimonianza è un documento, Roberta!

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