mercoledì 22 settembre 2010

New Magazine Imperia di luglio e agosto è giunto a destinazione!!!


Finalmente dopo aver "peregrinato" su e giù per la provincia di Imperia, il periodico New Magazine Imperia di luglio e agosto è giunto a destinazione ieri mattina. Per chi non se lo ricordasse, il periodico con cui collaboro, fu vittima della doppia numerazione dei numeri civici che abbiamo a Isolabona, ne parlai qui
In questo numero si può leggere Il percorso religioso di Candido Moro, da Isolabona alla Cirenaica. Ho ripercorso le tappe della formazione del nostro compaesano che da semplice frate francescano divenne secondo nunzio apostolico della Cirenaica per ben venti anni (1931-1951).



La tiratura di questo numero è andata tutta esaurita, ben quattrocento copie, un risultato di tutto rispetto a conferma che un periodico che da spazio a collaboratori indipendenti piace.
Per chi fosse interessato a leggere l'articolo, lo può acquistare come sempre presso l'edicola di Isolabona al prezzo di 3€.


OT: In questo periodo non ho molto tempo da dedicare al blog e di conseguenza di fare visita a quelli amici. Nella vita, la famiglia e il lavoro, vengono sempre prima di tutto...in più il rally di San Remo rallenta notevolmente i miei spostamenti!
 

domenica 19 settembre 2010

Domani riaprirà la scuola...anche per noi.

                                         Immagine reperita in rete
                   
Domani si ricomincia con la sveglia alle 6e30. Le scuole riapriranno anche nella nostra provincia, quella di Imperia. Rispetto all'anno scorso ho meno timori per quello che ci aspetta. Il "cucciolo" sta crescendo e l'esperienza con la scuola secondaria è stata più che positiva. Da madre spero che sia un anno sereno e che le difficoltà possano essere affrontate senza troppi ostacoli. I primi giorni saranno i più duri per prendere il ritmo e soprattutto per riuscire a rispettare gli orari, quello della "corriera" mattutina è il più traumatico. A tutte le amiche che svolgono l'attività di insegnanti che mi seguono e che  domani riprenderanno le lezioni dico: Auguri, che sia per voi un anno scolastico in cui possiate svolgere la vostra difficile professione nel pieno della vostre aspettative.

venerdì 17 settembre 2010

Boero Giuseppe, Isolabona 15 agosto 1814

Dedicandomi alla storia di Isolabona, rimango colpita quando trovo in rete notizie relative a personaggi che qui sono nati ma scomparsi dalla memoria popolare.
Chi ha l'abitudine di leggermi sa quanto io tenga a fare in modo che questo non avvenga. Ebbene, questo personaggio che vi sto per presentare è nato a Isolabona nel 1814. Di lui non sono riuscita a trovare tracce nei registri dell'anagrafe storica comunale, dovrò trovare il tempo per andare in quella della parrocchia. Prima o poi lo farò. Ho chiesto a diverse persone anziane del posto ma niente... eppure di strada ne ha fatta! Nel 1831 entrò a far parte della Compagnia di Gesù e fu forse da questo momento che fece perdere notizie di se. Nel 1843 fu ordinato sacerdote. Insegnò lettere e iniziò a dedicarsi alla scrittura proprio durante questo periodo. Le sue capacità lo portarono molto lontano. Tanto per dire scrisse Istoria del Santuario della Beatissima Vergine del Galloro.


Il Santuario di Maria Santissima di Galloro è un luogo di culto cattolico situato nella località di Galloro nel comune di Ariccia, in provincia di Roma, nell'area dei Castelli Romani, nella Diocesi suburbicaria di Albano Laziale.
Il santuario di Galloro è uno dei santuari mariani più importanti e frequentati del Lazio[1]; inoltre, è schedato tra i monumenti architettonici del Lazio in virtù del contributo dato dal celebre architetto Gian Lorenzo Bernini alla progettazione di alcune sue parti. Il santuario, dedicato all'immagine miracolosa della Madonna di Galloro, venne costruito tra il 1624 ed il 1633, e il convento attiguo dal 1817 è affidato alla cura della Compagnia di Gesù.
Il santuario con l'immagine sacra sono stati oggetto di visite apostoliche di numerosi pontefici, quali papa Urbano VIII, papa Alessandro VII, papa Clemente XI, papa Benedetto XIV, papa Clemente XIII e papa Clemente XIV[3], papa Pio VII, papa Gregorio XVI e infine papa Pio IX.
Di libri ne ha scritti tanti e di notevole interesse teologico, date un'occhiata qui, nella biblioteca di Internet Archive ma le notizie più importanti ci vengono fornite dal Dizionario Biografico Degli Italiani .

Di seguito potrete iniziare a leggere ciò che scrivono di lui.

BOERO, Giuseppe
di G. Martina

BOERO, Giuseppe. - Nato a Isolabona (Imperia) il 15 ag. 1814, entrò nel 1831 nella Compagnia di Gesù. Durante il consueto periodo di formazione insegnò lettere a Cagliari, Sassari e Novara, facendosi fin d'allora notare per la pubblicazione di alcune operette agiografiche. Ordinato nel 1843 sacerdote, fu destinato alla curia generalizia della Compagnia, prima come assistente del segretario generale, poi come archivista e postulatore delle cause di beatificazione e canonizzazione dei gesuiti. Pubblicato dal Gioberti nel 1847 Il Gesuita moderno, mentre il padre Curci e il padre Pellico rispondevano criticando soprattutto il metodo e lo spirito dell'opera, il B. volle chiarire uno dei punti sui quali si era fermato il Gioberti rivangando vecchie accuse: i rapporti fra la Compagnia di Gesù e l'Ordine fondato da s. Giuseppe Calasanzio (Sentimenti e fatti del P. Silvestro Pietrasanta in difesa di Giuseppe Calasanzio e dell'Ordine delle Scuole Pie..., Roma 1847). Continua a leggere
Mi sembra che anche personaggio meriti di essere ricordato dalla nostra piccola comunità!

giovedì 16 settembre 2010

In quale vi identificate?




In questi giorni di fine estate, cerco di cogliere immagini particolari che circondano il mio quotidiano. Lo faccio senza allontanarmi dal mio giardino, cioè nell'ambiente che vivo quotidianamente. Questa sera e mercoledì, ho fatto alcuni scatti tra cui questi, niente di particolare. Li ho ripresi perché mi sono piaciuti il loro contesto e il significato che gli ho  attribuito. La Mantide religiosa , l'ho colta sulla cassetta della posta e devo dire che era un tantino aggressiva forse, era in cerca di uno spasimante per potersi accoppiare e sappiamo tutti come possono finire i suoi accoppiamenti.!!! L'altra fotografia l'ho scattata questa sera e ritrae un piccolo essere che non ho identificato. Se ne sta in una posizione che oserei dire appartata, quasi mimetizzandosi  tra  i fiori appassiti, boccioli e semi di una Bella di notte
Conoscendo la "vivacità" della Mantide, mi è venuto in mente di pormi un questito che giro volentieri anche a voi. Mi sento più Mantide o esserino che necessita una mimetizzazione per sopravvivere? Ebbene mi sento Mantide, non riesco proprio a nascondermi e a mimetizzarmi non ci penso proprio. Non per vanità ma esclusivamente per sopravvivenza.
E voi come vi considerate?

martedì 14 settembre 2010

È nato "dolce media", il blog della scuola media di Dolceacqua

Nel mese di giugno ricevetti dallo scrittore, mio compaesano, Marino Cassini, la locandina del Premio Nazionale città di Chiavari al miglior giornalino per ragazzi. L'iniziativa mi fece ricordare che, durante l'anno scolastico 2008/2009, la scuola media di Dolceacqua aveva intrapreso l'iniziativa di pubblicare un giornalino su carta stampata su cui venivano riportati articoli riguardanti attività, iniziative ed esperienze senza tralasciare le problematiche. Alla stesura degli articoli partecipavano non solo gli alunni della scuola media di Dolceacqua ma anche chi, nel plesso dell'istituto comprensivo, riteneva di avere argomenti da divulgare. Purtroppo per mancanza di fondi, l'anno scorso non fu pubblicato. Dopo aver contattato la professoressa che seguiva l'iniziativa del giornalino, le dissi che un blog poteva essere un valido sostituto della carta stampata e che secondo me, avrebbe riscosso un buon successo tra gli studenti, dando loro modo di dialogare.
 
Oggi sono lieta di poter annunciare che a cinque giorni dall'inizio delle attività scolastiche (si noi inizieremo il 20 settembre), la scuola Media di Dolceacqua, possiede un blog dal nome dolce media 
Trovo questa iniziativa molto interessante e auguro a questo blog di  trovare una sua collocazione nel web e di offrire ai ragazzi un valido strumento di dialogo.

lunedì 13 settembre 2010

La belote su facebook


Del gioco della belota  ve ne avevo già parlato in uno dei miei primi post questo. Che mi piaccia giocarci, anche se con scarsi risultati, non lo nascondo. Purtroppo non essendo una frequentatrice di bar, mi devo accontentare di partitelle contro mio figlio e se capita con qualche amico disposto ad avermi come compagna. Ieri sera ho scoperto una applicazione di facebook a questo indirizzo e ho provato a giocare. Pur non vedendo i miei avversari mi sono divertita molto. Questo gioco lo trovo affascinante, le fasi di gioco sono molto veloci e non bisogna perdere di vista le carte giocate. È il gioco che appartiene alla nostra tradizione anche se le sue origini sono da ricercare in altre zone d'Europa come meglio ci ha spiegato Pia nel suo commento del primo post:

pia ha detto...
La BELOTE
Gioco “di confine”- Jeu de tradition
La Belote è un gioco di carte di origine olandese diffusosi all’inizio del XX secolo specialmente in Francia grazie a F. Belot che lo ha perfezionato e dove è diventato “gioco nazionale”.
In Italia è molto conosciuto nelle zone di confine con la Francia, (Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta) nonché in alcune aree della Lombardia.
Si distinguono due varianti principali: la Belote ordinaire o classica e la Belote bridgée o moderna.
Ha tante varianti tecniche e possiede diverse strategie da applicare che dipendono soprattutto dall'abilità del giocatore.

Un gioco affascinante, per chi vuole provare, di seguito le regole del gioco.
Vi saluto vado a fare una partitina...
Regolamento
Si gioca a coppie. Ogni giocatore è seduto di fronte al proprio compagno. Il mazziere consegna 5 carte a testa in due giri (prima 3 poi 2), dopodiché ne gira una in tavola. A partire dal primo giocatore alla sua sinistra ciascuno decide se il seme della carta scoperta gli va bene come seme di atout (dicendo "mando") o no. Se non gli va bene deve dire "via". Se nemmeno al mazziere va bene deve dire "via" anche lui. In tal caso si fa un altro giro dove ogni giocatore può scegliere tra gli altri tre semi (dicendo "mando a ‘nome del seme’ ") o se preferisce di giocare a senza (dicendo "senza") o se invece intende ancora passare la mano dicendo "due". Se anche il secondo giro termina senza che nessuno abbia preso l’iniziativa il mazzo viene mischiato e passa ad un altro giocatore.
Se uno dei giocatori ha mandato ad un qualche seme ma un altro preferisce giocare "a senza", quest’ultimo può imporre la propria scelta dichiarandolo subito ("senza"). Non può succedere il contrario.
A questo punto il mazziere da altre tre carte a tutti i giocatori (ma solo due a colui che ha "mandato", al quale tocca anche la carta inizialmente girata).
Comincia il gioco. Il primo giocatore alla sinistra del mazziere butta una carta. I giocatori successivi (da destra a sinistra) sono obbligati a buttare una carta dello stesso seme se ne hanno, altrimenti devono "tagliare" (giocare una carta del seme di atout, sempre che ne abbiano). Se non hanno nessuna delle carte precedentemente richieste possono buttare quella che vogliono. Vince il giro chi ha tirato la carta più alta del seme scelto dal primo giocatore di mano, o, se nel giro sono uscite delle carte di atout, chi ha tirato la più alta.
Se la carta giocata dal primo giocatore è del seme di atout ogni giocatore è obbligato a giocarne una più alta di quelle uscite fino ad allora in quel giro, se ne ha. Se non ne ha ne deve giocare una più bassa, e se non ne ha nemmeno di più basse può giocare quella che vuole. Finito quel giro se ne comincia un altro, con il primo a giocare che sarà colui che ha vinto il giro precedente.
L’ultima mano vale 10 punti in più.
Eccezioni: riepilogando, ogni giocatore deve rispondere a seme o come seconda scelta giocare un atout. MA se quando è il suo turno il giro è virtualmente del suo compagno NON è obbligato a tagliare se non ha da rispondere a seme. Inoltre NON è obbligato a tagliare non avendo da rispondere a seme neanche se quando è il suo turno il giro appartiene virtualmente ad un avversario che ha tagliato e lui non ha un atout più alto.
Se al termine della mano (otto giri, fino a quando tutti hanno esaurito le carte) la coppia del giocatore che ha "mandato" (che ha scelto il seme a cui giocare) ha fatto meno punti degli avversari ("sono andati a bagno"), essi si prendono tutti i punti fatti dai quattro giocatori in quella mano (162 ad atout e 130 a senza + eventuali accusi).
I punti prima di essere annotati vengono arrotondati alla decina più vicina.
I punti a senza vengono RADDOPPIATI dopo essere stati arrotondati.
Qualora la carta inizialmente in tavola sia molto ambita per giocare a senza (1 o 10), o necessaria a qualcuno per completare un accuso, è possibile dire "contro" dopo una dichiarazione di "senza". In questo caso è colui che ha detto "contro" a mandare e a prendere la carta. Il gioco procede come a senza, con la differenza che alla fine il punteggio viene QUADRUPLICATO.
Capotto: se una coppia prende tutte le 32 carte in una mano fa 250 punti ad atout, 220 (x 2) a senza e 220 (x 4) a contro.
Il gioco finisce quando una delle coppie ha superato il punteggio stabilito (1000, 1500 pti, ma anche di più).

venerdì 10 settembre 2010

Muta di una Anacridium aegyptium

Oggi ho assistito a uno spettacolo della natura fantastico, la muta di una Anacridium aegyptium nell'ultimo stadio della sua vita. Le foto e i video parlano da soli.





Esuvia o exuvia









giovedì 9 settembre 2010

Riconoscimento a Isolabona nel "Concorso paesi fioriti d'Italia 2010"

Il Comune di Isolabona il prossimo 26 settembre a Cervia, riceverà un riconoscimento per aver partecipato all'iniziativa "Concorso paesi fioriti 2010" entrando, di fatto, a far parte dei "Paesi fioriti d'Italia".
Il 25 settembre, a cornice della manifestazione, verrà eletta Miss Comuni fioriti. Le partecipanti saranno le rappresentanti dei Comuni che aderiscono a questa iniziativa. Per maggior informazioni sull'evento, potrete leggere il comunicato inviatomi dal Comune di Isolabona a questo indirizzo.
A questo punto vorrei scrivere del resto, ma non lo faccio, perchè, credo, che debba essere data un'ulteriore possibilità all'Amministrazione e mi riferisco al progetto realizzato fino ad ora senza dovermi ricredere sulla serietà di questo concorso. Due parole vorrei però dedicarle alle bellezze in "carne e ossa" di Isolabona. Secondo me non avremo la nostra rappresentante, dubito che qualcuno si faccia avanti...vorrei comunque essere smentita!!!
Eppure Isolabona, 50 anni fa circa, era rinomata per avere le più belle donne di tutta la valle!!!

Lago della Mdonna 21-07-1946

mercoledì 8 settembre 2010

Bufo bufo


Cliccare sulle immagini per ingrandirle

Il Bufo bufo ( Linnaeus1758) è il nome con cui viene chiamato il Rospo Comune. Quello delle immagini è un esemplare maschio che ho fotografato nel mio giardino. Quando ero bambina mi dicevano che i "bagi" così vengono chiamati in dialetto, sputano se minacciati. Non so se è vero ma sl sito HerpetoSavona ho trovato notizie molto interessanti tra cui quella che secernano un veleno che non è mortale per l'uomo ma può essere tossica e creare allucinazioni e tachicardia se iniettata. Su questo sito invece potrete leggere altre utili informazioni, sempre che siate interessati ai rospi.
Ogni estate nel mio giardino ne gironzola uno o forse più, un tempo se ne incontravano parecchi ma ora succede sempre più di rado.

lunedì 6 settembre 2010

Paradisi invernali nel soleggiato Sud, un manuale completo per la Riviera, 1880

È risaputo che la nostra valle nel 1800 era già meta di un turismo molto selezionato. L'avere la Riviera dei fiori e la Costa Azzurra a portata di mano ha contribuito a favorire questo turismo. In questo periodo storico la costa era frequentata da nobili provenienti da tutta Europa. Sappiamo che molti artisti detti "viaggiatori" hanno immortalato le bellezze della nostra valle, Monet è il caso più eclatante ma non dimentichiamoci di Scott e Chigot. 

 

Immagini di Williams Scott

L'operato di questi artisti non è stato l'unico mezzo per far conoscere questi luoghi. Ho ritrovato in rete quello che oggi noi definiamo informazioni relative a un luogo, quelle informazioni che cerchiamo prima di intraprendere un viaggio di vacanza. La data è quella del 1880 e il suo titolo tradotto  dall'inglese è  Paradisi invernali nel soleggiato Sud, un manuale completo per la Riviera. In questo manuale ho trovato la descrizione di un percorso attraverso la val Nervia. La traduzione è stata fatta in automatico, la considero accettabile. Leggendola mi sono immedesimata nei viaggiatori e mi è parso tutto così strano...pochi chilometri e così tante difficoltà!!! Già oggi per noi è tutto così semplice, basta mettere in moto la macchina e partire e dai finestrini non ci accorgiamo di essere circondati da tante bellezze... 

Da Winter havens in the sunny South, a complete handbook to the Riviera
(Paradisi invernali nel soleggiato Sud, un manuale completo per la Riviera)

Circa tre miglia dopo il passaggio attraverso la pittoresca stradina stretta che costituisce il villaggio, di Campo Rosso, la città di Dolce Acqua viene a vista . È sulla riva opposta del Nerva, ma un ponte più pittoresco di un arco gettato sul fiume si collega con la strada per Bordighera. Questo ponte conduce a una strada lunga e tortuosa scuro, che sembra quasi perpendicolare mentre si avvicina le rovine del vecchio castello. Il cortile di questa rovina è molto ampio, ed è dominata da una torre, in cui ci sono i segni delle pallottole che la distrusse . Le pareti di questa torre donjonlike sono enormi in estrema. Sul lato opposto del cortile, una lunga fila di portici conduce a quella che doveva essere una camera splendida banchetti, illuminata da tre grandi finestre, dalle quali si vede, tra un intervallo di montagna, l'ampia distesa del mare azzurro. Dopo aver lasciato il castello, è bene tornare da un percorso tra le colline, giù per molti una cascata di montagna frizzante, ai piedi della collina boscosa sulla riva del Nervia, che può essere attraversato dal ponte, e così via fino alla locanda solo del luogo, dove la carrozza e i cavalli , ovviamente , sono stati lasciati . Abbiamo preso dijetiner con noi in carrozza , ma ci fu poi detto che in questa locanda un tipo molto good primitivo della prima colazione è servita a un prezzo basso. Dolce Acqua può essere raggiunta da Bordighera in carrozza nel pomeriggio, consentendo di un'ora per le passeggiate sulle rovine e sulle colline circostanti. La tariffa per la spedizione, con una carrozza con due cavalli e quattro posti , dovrebbe essere da qualche parte su I2f . Asini , naturalmente, vengono a molto meno se la parte che comprendeva solo quattro persone. Un'altra spedizione affascinante da Bordighera - solo è un giorno intero business- è quello di Pigna , che si trova più vie di Dolce Acqua . Isola Buona , dove ci sono alcuni vecchi ruderi curiosi , possono essere presi lungo il percorso. La strada è ancora lungo le rive del bel Nervia, che attraversa più volte ponti, e prima di giungere a Pigna c'è un ponte audace su arco magnifico. Pigna è di per sé , forse, più pittoresca che bella . Le sue strade sono strette e cupe, ma la sua chiesa , con un curioso campanile a punta, vale la pena vedere. Appena fuori dal paese si trova una bella cascata, e un po ' al di là di esso , sulla strada maestra, è quella che si chiama Lago di Pigo . Qui le acque del Nervia cadono a cascate su grandi blocchi di granito di seguito, e un ponte poco romantico collega le due  sponde. Per fare questo viaggio nel comfort sarebbe necessario assumere una carrozza per l'intera giornata, e per  iniziare la mattina presto .

venerdì 3 settembre 2010

Pace fra i comuni di Pigna e Apricale del 1230



Che tra i comuni di Isolabona e Apricale ci furono secoli di diatribe è risaputo, meno che tra Apricale e Pigna ci fu lo stesso dissapore nel 1230. Sfogliando qua e la ho trovato un bel riferimento a questo caso. Un atto di pace è stato rinvenuto e conservato da un notaio di Isolabona, il "notaro" ducale Lorenzo Borfiga che nel 1686 era alle dipendenze del marchese Doria di Dolceacqua.
La diatriba riguardava un monte in cui si trovavano Ansa e Marcora, due luoghi che conservano ancora oggi lo stesso toponimo compreso il nuovo nome dato a questo monte "Monte Comune".
Ora è chiaro perché gli Apricalesi hanno boschi anche li!!!
Di seguito potrete leggere il paragrafo scritto da Girolamo Rossi che ha raccolto e per primo divulgato questa sentenza.
Su questo blog si ritorna a parlare di storia.

Da Giornale ligustico di archeologia, storia e letteratura, Volume 1

ARCHEOLOGIA, STORIA E BELLE ARTI: PACE FRA I COMUNI DI PIGNA E DI APRICALE

NEL I230 di Girolamo Rossi

In una preziosa collezione di documenti riguardanti il Marchesato di Dolceacqua, fatta dal notaro ducale Lorenzo Borfiga d'Isolabuona nel 1686, racchiudesi un atto del 1230, nel quale si fa parola di tre frati minori, istituiti da S. Francesco , appena da quattr' anni trapassato. Siccome si ritiene per tradizione, che in Savona, in Albenga ed in Ventimiglia vi istituisse altrettanti conventi lo stesso santo fondatore, e siccome un tal documento servirebbe ad avvalorarla, abbiamo creduto opportuno il renderlo di pubblica ragione.

Probabilmente questi tre frati erano affigliati al convento di Ventimiglia; e che in questa città dovesse esistere già a quei giorni una famiglia religiosa di Francescani, siamo indotti a crederlo dal veder nominata ripetute volte, nel 1258 e 1259, la chiesa di S. Francesco (1) , e dal veder prendere, pochi anni dopo, dalle mani del guardiano del convento la croce per andar crociato in Terra Santa, il genovese Guglielmo di Voltaggio (2).

(1) Si veda il Fogliano dei Notai, voi. II, pag. 85; e voi. Ili, pagina 129, conservato nella Civico-Beriana di Genova.

(2) Dallo stesso Fogliazzo caviamo questa nota: « 126?, 6 madii. Nouerint uniuersi quod Guliehnus de Vultabio, ciuis Janue qui moratur in Vintimilii cajlro, suscepil crucem in subsidium Sancte Terre ultra maris contra Tartaros iaxta mamlalum apostolicum, de marni fralris Rainerii

Non vi ha tra i nostri leggitori chi ignori, in quali miserande condizioni avesse gettato il paese nostro la ferocia del parteggiare, e quali e quanti benefizi recassero allora alle desolate popolazioni alcuni pii claustrali che osavano perigliarsi fra le parti contendenti. Quanto pronti e facili pretesti ad accendere ed attizzare tali ire porgessero le quistioni di confine tra territorio e territorio, lo sa pure chiunque ha preso a svolgere le pagine della Storia d'Italia, e noi già altre volte dovemmo farne ricordo, per quel che riflette la valle di Nervia, allorché pigliammo a scrivere la Storia del Marchesato di Dolceacqua.

Per la divisione adunque dei monti Ansa e Marcola vivevano in continue discordie i due paesi di Pigna e di Apricale; ed invano s' erano più fiate interposte fra le due finitime popolazioni autorevoli persone affine di ricomporli in pace fra loro. Un compromesso finalmente veniva fatto dagli Apricalesi il 2 febbraio dell'anno 1230 (1), (quando dai Pignesi s'ignora) in Fra Giovanni francescano, e frutto di tale compromesso è la sentenza del 1.° marzo dell'anno stesso, la quale qui riproduciamo (2).

guardiani fratrum minorum commorantium in Vintimilio. Qui frater Rainerius confessus fuit se recepisse, veì recipi fecisse, nomine dirti subsidii et Terre id quod dictus Gulielmus ei dare voluit, et eidem indulgentiam fecit prout dominus Papa suo rescripte mandauit, et eum absoluil ab omni vincalo excomunicationis ».

(1) Memoria di tal compromesso ci è stata conservata in un estratto di atti riguardanti i Conti di Ventimiglia, lasciato nello scorso secolo dall'eruditissimo sacerdote D. Gio. Batta Lanteri da Briga, segretario di monsignor Giustiniani vescovo di Ventimiglia. Ecco la nota testuale: ' 1230 indit. 3, secunda die exeunte mense februarii. Compromeffo fra le comunità di ApricdU e Pigna pei confini del monte chiamato Ansa e Malcolla. In questo sono nominati Oberto conte di Ventimiglia e signor d'Apricale, e il conte Emanuele che si può credere allora signore di Pigna. Actum in cemeterio ante ecclesiam sancti Petri de Ento. Conradus Ongaronius notarius ».

(2) Quest'atto viene riferito a pag. 89 verso, del citato Manoscritto del Borfiga.

Sententia lata de'anno 1230 pro monte comuni inter uniuersitatem Pigne et uniuersitatem Apricalis.

In lite et discordia que vertebatur inter commune et uniuersitatem de Pigna ex una parte et comrritine et uniuersitatem de Apricali ex altera super drictum et redditum fructuum montis qui vocatur Ansa et Marcola et super bandimentum dicti montis cuius coherencie tales sunt. Inferius est bandimentum hominum de Argeleto et a vallono in ultra est bandimentum hominum de Pigna, quod ferit ad collam de Gonta supra vallonum drictum et ferit per vallonum per terminum usque in aqua de Rai et dat in sursum per aquam usque ad passum de Rai, et ab hoc bandimento inferius est bandimentum hominum de Rochetta, et ferit in sursum per fossatum de Ansa usque ad passum de Treixe et abinde in sursum est bandimentum proprium hominum de Apricali, et abinde in sursum est bandimentum commune hominum de Pigna et Apricali, et vadit per terminum de Morga de Carsonega usque ad illud de Argeleto. Cum vero super predictum drictum et redditum fructuum dicti montis et bandimenti diutius inter eos esset litigatum, Gulielmus Gastandus rector communis Pigne et Jacobus Ugo eius consocius, tamen non rector , voluntate uniuersitatis Pigne ut ipsi dicebant; atque Albertus Vivianus rector communis Apricalis et Gulielmus Berta eius consocius, tamen non rector, voluntate uniuersitatis Apricalis ut ipsi dicebant, promiserunt inter se vicissim vice et nomine predictarum uniuersitatum quod attendent et obseruabunt quod ipsi quatuor supra predictam discordiam dcfinient et ordinabunt, et quod quidquid ipsi definient et ordinabunt concorditer unaqueque uniuersitas et etiam unusquisque predictorum locorum attendent de cetero et obscruabunt. Predicta autem omnia vice et nomine predictarum uniuersitatum promiserunt inter se vicissim attendere sub pena vicissim stipulata librarum centum denariorum Janue; quam penam comes illius uniuersitatis capere teneatur, cui predicta attendere nollet, ita quod illam penam remittere non posset; addito super hoc quod pars et uniuersitas illa que predicta attendere nollet, ammittat .totum ius et rationes quod et quas habet in dicto monte, nihilominus concordia firma manente. Quam penam dominus Obertus comes dominus Apricalis capere iurauit, si dominus Manuel comes hoc idem iurare voluerit. Si vero iurare nollet ipse non teneatur. Si vero predicti Jacobus Ugo, Guliclmus Gastandus, Albertus Viuianus et Gulielmus Berta concordare non possent, nunc predicti promiserunt inter se vicissim, nomine et vice sue uniuersitatis et comititus, attendere et obseruare quidquid Fratrer Joannes De Ordine Minorvm pronunciasse dixerit amicabili compositione, transactione et sententia quocumque modo dixerit; et hoc promiserunt attendere sub pena stipulata librarum centum denariorum Janue, ita quod pena commissa, pars que non attendet predicta, amittat ius et rationes quod et quas habet in dictu monte, nihilominus sententia firma manente. Verumtamen si aliquis singulariter contraueniret contra predicta venirct vel faceret et cognitum esset in viginti dies emendetur in arbitrio prcdictorum vel aliorum qui essent loco illorum. Et super hoc predicti quatuor fecerunt et predicta fecisse et promisisse voluntate sue communitatis quod triginta octo homines unicuiusquc uniuersitatis predicta attendere iurauerunt. Cum vero predicti Gulielmus Gastandus, Jacobus Ugo, Albertus Viuianus et Gulielmus Berta pluries ac pluries insimul fuisscnt pro discordia illa aptanda et concordes esse non possent, dominus D. Joannes frater minor voluntate et consensu et in eorum presentia, atque in presentia decem hominum unicuiusque illorum locorum, qui predicta attendere iurauerunt ut ipsi confitentur, fecit facere vicissim inter eos finem et refutationem et omnimodam remissionem et pactum de non petendo de omnibus querimoniis et maleficiis et petitionibus que et quas usque in diem hodiernum erant inter se, vel unum commune posset petere alteri aliqua occasione dicti montis et bandimenti illius et dricti; atque precepit ambabus partibus quod quodlibet commune reddat unum alteri quidquid predicta occasione captum sit, precipiens illis ut pax teneatur perpetua et firma inter eos et inter coauditores eorum sicut inter semetipsos. Super hoc autem D. Joannes frater minor pro bono pacis et concordie talem supra predictum bandimentum et drictum et redditum fructuum et etiam super proprietatem dicti montis tulit sententiam.

In primis pronunciauit et sententiauit ut proprietas dicti montis sit communis inter predictas uniuersitates; itaque, si concordauerint, quod possint illam inter se diuidere; si vero diuidere noluerint teneant illam communem, et transactionem et bandimentum et habeant banna communiter; super hoc autem pronuntiando sententiauit ut commune de Pigna habeat unum collectorem et homines de Apricali unum alium collectorem, qui colligat drictum et redditum fructuum transactorum omnium dicti montis, et diuidantur et partiantur inter se communiter, ita quod quisquis habeat medietatem secundum communem mensuram, saluo tamen ex principio deducto de communi illud quod dominus episcopus et presbiter dictorum locorum debent soluere de dicto dricto et redditibus pro sua decima. Predictam autem sententiam et transactionem precepit dominus D. frater Joannes frater minor fìrmam et ratam ab utraque parte principaliter obseruandam sub pena librarum centum denariorum Janue, rata manente sententia et transazione, ita quod pars que contra sententiam veniret amittat totum ius et rationes quod et quas habet in dicto monte, ita quod nulla questio inita ab ea parte contra aliam possit moueri nec iniri, teneatur eique renunciare. Actum in via apud passum Bonde, prima die mensis martii, anno a natiuitate domini M cc xxx, inditione in. Testes presbiter Paulus Orengus de Castello, Bompar de Castello, Gandulfus Britus de Podiorainaldo, Frater Zenos et Frater Britvs.

Ego Conradus Ongaronus sacri palatii notarius rogatus scripsi et signaui.

Dopo questa sentenza arbitrale, pronunciata sulla pubblica via presso il rio Bonda, che segna il confine fra il territorio dei due Comuni, e sopra il quale si trova ora eretto un ponte, il monte Ansa e Marcola perdette l' antica denominazione per assumere quella di Monte Comune, nome datogli dal Borfiga nell ' intestazione di quest' atto e che gli rimane tuttora.