martedì 10 maggio 2011

Isolabona, architrave del 500 in ardesia.



Piazza Martiri Isolabona, architrave in ardesia del 500. Questo è forse l'unico architrave in ardesia presente a Isolabona. Si trova sulla Piazza principale del Borgo. La storia di questa casa  è legata ai Doria e successivamente alla famiglia più in vista del luogo i Noaro, ve ne parlai qui.  Oggi questa porta immette in una abitazione privata. Al centro dell'architrave si intravede quello che rimane di un antico stemma, ma quale? Quello dei Doria e cioè l'aquila nera? Purtroppo non si riesce a capire da ciò che è rimasto, sembrerebbe che sia stato picconato. Non mi parrebbe strano che dopo la caduta dei tiranni, si sia voluto rimuovere ogni simbolo che riconducesse a loro.


Cliccare sull'immagine per ingrandire

Voi riuscite a vedere qualcosa in quello che rimane di questo stemma?

9 commenti:

  1. Ciao Roberta, volevo sapere sulla base di quale elementi si pensa che quella trave in sovraporta sia cinquecentesca. A presto (G. Palmero)

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  2. La data mi è stata riportata da un persona che tu conosci e che ha svolto degli studi a riguardo... io ho solo riportato ciò che mi è stato detto...
    Sicuramente leggerà ciò che hai scritto e mi farà sapere, se non lo farà per domani...giovedì lo chiamerò io, a presto

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  3. Osservando quella porta colpisce subito il fatto che quella trave non sia in bolla e sembra che sia stata messa in opera in modo assai maldestro, inoltre mancano completamente i piedritti anche se si vedono chiaramente gli incastri con i quali vi si dovevano raccordare. Mi chiedo se non sia un caso di riutilizzo di materiale lapideo e da dove questo proviene? Mi sembra che, a differenza di altri paesi della zona, ad Isolabona architravi di questo tipo non siano frequenti, io personalmente non mi ricordo di averne visti altri, ma forse Roberta ne ha scovato qualcuno in più.

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  4. Direi che i sanculotti nostrani hanno fatto un bel lavoro!!!
    Ricordo che alcuni anni fa proposi ad alcuni politici locali di farsi promotori di un'azione tesa a tutelare i sovrapporta di ardesia nella nostra provincia, attraverso un'opera di censimento e salvaguardia. Ovviamente nulla è successo, e così continua ad accadere quello che è successo a me qualche mese fa, quando ho trovato nella bottega di un antiquario milanese un'architrave cenoviana di probabile origine ligure-brigasca. Altri preziosi sovrapporta ornano vezzosamente vetrine di negozi come elementi "scenografici" o si trovano reimpiegati in costruzioni moderne.
    Di fatto, se uno ristruttura e demolisce un edificio, può alienare magari il suo bel sovrapporta medievale, rinascimentale o seicentesco, senza che la sovrintendenza muova dito, privando la collettività di preziose testimonianze storiche e artistiche della cultura e della civiltà del ponente ligure.

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  5. @Giuseppe, ho avuto una risposta a quanto tu hai scritto. Mi è stato riferito quanto segue:

    Ciao,
    di solito quando lo stemma ha la forma di testa di cavallo è della fine 4 primi 500. Forse Giuseppe ha altre informazioni. Potrebbe essere 400. Cosa ne pensa? Lui lo sa meglio di me.

    Nel mio blog mi limito a riportare ciò che osservo e ciò che gli esperti mi dicono o scrivono. Mai e poi mai mi azzarderei a dare interpretazioni in ambiti a me sconosciuti, proprio come in questo caso.

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  6. @Luciano, dal mio lavoro ho imparato che una cosa può sembrare storta ma essere dritta. Chi ci dice che non siano cambiati i riferimenti intorno all'architrave? questo se sta li da il 1400/500 potrebbe essere l'unico superstite in un contesto che ha subito variazioni importanti.

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  7. @Ponentino, quoto il tuo pensiero. Non è facile vedere questi sovrapporta, appena posso ne fotografo uno bellissimo, non si trova a Isolabona ma sempre in valle.

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  8. @Roberta, per fotografare dei bellissimi sovraporta basta che tu vada a Pigna, li conoscerai certamente, ce ne sono alcuni stupendi. Altri li ho visti anche a Rocchetta.

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  9. Sì, da noi l'ardesia è, come tradizione, pietra molto rara. E infatti i tetti erano ricoperti di coppi che venivano fabbricati alla cupeia. Mi chiedo allora come mai quegli incompetenti (per non dire di molto peggio) della soprintendenza hanno preteso un tetto di ardesia quando fu restaurato il santuario. Falso storico che per giunta pesa molto di più sulla struttura e ha pesato di più sulle spese.

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