sabato 14 maggio 2011

Isolabona, porta con architravi e piedritti in ardesia

Luciano Gabrielli in un recente commento a un post scrive:

Mi sembra che, a differenza di altri paesi della zona, ad Isolabona architravi di questo tipo non siano frequenti, io personalmente non mi ricordo di averne visti altri, ma forse Roberta ne ha scovato qualcuno in più.

Proprio così Luciano e non si tratta di un singolo architrave ma di una porta completa di piedritti e di una mezza finestra. In questo periodo non posso fare a meno di girare nei nostri carugi e di cercare elementi architettonici che rievocano un passato medioevale. 


Isolabona Via Gioberti

Isolabona Via Gioberti


Questa casa come si può vedere è ridotta a rudere. Gli elementi architettonici ripresi in fotografia, ci fanno pensare che questa casa un tempo fosse appartenuta a una persona di rilievo e di indubbia situazione economica agiata. Si trattava sicuramente di una persona in vista ma chi? A Isolabona si sono perse tutte quelle memorie, che in altri luoghi sono riusciti a conservare, riguardanti dove abitavano le persone importanti. Ad esempio nel manoscritto di Giò Antonio Cane, si fa cenno ad una "Casa Salvagni" che si dovrebbe trovare in prossimità di piazza Santo Spirito ebbene, non solo non riesco a trovare informazioni su questa casa ma nemmeno sulla famiglia che sembra non avere nessun riferimento con Isolabona. Un vero peccato perdere sulla strada del tempo tanta storia di Isolabona.

Per quanto riguarda i recenti interventi per la collocazione dei contatori ENEL, evitiamo commenti!!! 


2 commenti:

  1. Quanto amore nutri...per la tua località.

    Grazie della solidarietà, Roberta!

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  2. Ottima scoperta Roberta, in mezzo a tanti ruderi poteva passare inosservato. Doveva essere un bel portale d'ardesia, forse non molto pregiato per la lavorazione che sembra essere abbastanza semplice. E' probabile che fosse appartenuto ad una abitazione di qualche notabile locale. Le abitazioni dei particolari erano certamente molto meno curate. Alla metà del 1700 un certo Agostino Salvagni è stato console e giudice ad Isolabona. Probabilmente quello a cui Giò Antonio Cane si riferisce era proprio lui.

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