giovedì 28 luglio 2011

Isolabona; mietitura del grano, 1946/1947...


Da vecchie foto Isolabona


Questa mattina un amico mi ha dato questa vecchia fotografia che riprende sua nonna, sua mamma e altri parenti mentre effettuano la mietitura del grano. Fu scattata subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Questa operazione era molto diffusa nei nostri luoghi, oggi di grano coltivato non se ne vede più. Trovo molto bella questa immagine e facendola vedere ad una persona mi ha detto di averne una anche lei ovviamente con soggetti diversi a significare quanto questo momento fosse importante per le famiglie tanto da doverlo immortalare. A questo punto mi sorge spontanea una domanda. Quali immagini di vita lasceremo ai nostri nipoti?

7 commenti:

  1. Ciao Roberta. Suggestiva la foto che hai postato. da me abbondano le foto sulla raccolta delle olive.
    Quali immagini lascweremo ai posteri?
    Certo ora solo quelle digitali, sperando che resistano al tempo. Prima, almeno quando io ero giovane, quelle di un periodo felice, in cui c'era un discreto benessere economico.

    RispondiElimina
  2. La fotografia ha una grande valenza storica, per lo meno di storia materiale locale, perché la coltivazione del grano - credo - aveva già in quel periodo carattere del tutto eccezionale.

    RispondiElimina
  3. da bambina, ricordo che ogni famiglia coltivava il grano che poi portava al mulino di Baiardo per avere la farina. ricordo benissimo di aver partecipato alla mietitura, alla battitura e poi alla lavatura del grano coi miei nonni. era un rito, sempre uguale, ma una faticaccia per il caldo, la polvere, anche se le cicale facevano il coro... mi hai fatto riaffiorare bei ricordi... certo, ai nostri bambini mancano questi lavori a stretto contatto con la natura. la qualità della vita di oggi è migliore, ma si sono persi valori importantissimi!
    ciao e buona giornata!
    buona giornata

    RispondiElimina
  4. Altro che globalizzazione! Pensare la coltivazione del grano nel nostro ponente fa strano, molto strano.
    Ho letto un bellissimo passo in un libro di F. Guccini di quando, a grano maturo, arrivava la mietitrebbia nell'appennino pistoiese/modenese ed era una festa che lui - allora bambino - ricorda come il Natale.
    (vedo che il braccio rotto è solo un ricordo, vai Roberta! carpe diem)
    Ciao:)

    RispondiElimina
  5. Lavori che l'uomo ha fatto alla stessa maniera per centinai d'anni, ora in breve tempo sono diventati qualcosa di arcaico... Viviamo in un mondo in accelerazione (che spero non sia quella della caduta libera) :-)

    RispondiElimina
  6. Che bel periodo...d'oro...cara Roberta!

    RispondiElimina
  7. L'immagine è significativa di un mondo quasi autosufficiente nell'alimentazione che resistette fino all'inizio degli anni Cinquanta. In val Nevia non c'erano molti mulini a differenza che in val Argentina. Il nome Molini di Triora ne è un esempio.

    Col digitale è cambiato tutto per quanto riguarda quello che lasceremo ai posteri. Allo stato non ci è dato fare alcuna ipotesi.

    RispondiElimina

E' possibile commentare nelle seguenti modalità:
1) Google/Blogger: occorre registrarsi gratuitamente a Google/Blogger.
2) OpenID: ancora in fase beta, consente di commentare utilizzando un account comune ad alcune piattaforme.
3) Nome/URL: basta immettere un nome (nick) ed il proprio indirizzo (se si possiede un sito/blog).
Ho dovuto eliminare la possibilità di commento anonimo per troppi commenti spam.