domenica 5 febbraio 2012

Veonegi: approfondimenti sulla necropoli di età romana imperiale.

Veonegi


Durante un periodo di soggiorno ad Isolabona, pittoresco villaggio della val Nervia, fui informato dai contadini di alcuni ritrovamenti archeologici  per caso avvenuti nella località detta Veonegi, in occasione di lavori agricoli. Recatomi sul posto, dopo oltre un ora si ripida salita, fui condotto alla sommità della collina che sovrasta  il paese ad un'altezza di circa 500 metri, onde si apre uno splendido panorama verso il mare allo sbocco della val Nervia. La posizione sembra la più adatta per la presenza quivi di uno dei numerosi oppida o castella romano-liguri che anche nella Riviera francese coronano spesso le vette delle montagne coi loro muri di cinta in pietra a secco: un abitato in questo luogo permetteva in realtà alla popolazione di sorvegliare in modo splendido l'accesso alla valle. Mentre, percorrendo le lunghe file dei vigneti lungo i fianchi della collina, cercavamo di identificare il luogo preciso ove erano avvenuti i ritrovamenti segnalati,  il mio occhio cadde su due pezzi di pietra lavorata, appoggiati a una pertica di una vigna, che apparvero subito i due elementi essenziali di una primitiva macina da grano.

Con queste parole André Cane, storico originario di Isolabona e forse uno dei più grandi storici della Costa Azzurra, inizia il suo racconto dal titolo Isolabona: scoperta di una macina romana, un breve saggio pubblicato nel 1937 sulla Rivista Ingauna e Intemelia alle pp. 81-83 edita dall'Istituto di Studi Liguri oggi diretto da Daniela Gandolfi.

Qualche giorno fa ho ricevuto la comunicazione da Andrea Eremita, ricercatore e studioso degli insediamenti romanici in val Nervia, che aveva ultimato e pubblicato il suo ultimo articolo dal titolo Vicende lontane legate alla scoperta di una necropoli di età romana imperiale in località Veonegi ( Isolabona ). Nell'articolo Eremita ripercorre gli studi fatti in questo sito, studi da lui intrapresi grazie all'incoraggiamento proprio di André Cane che conobbe sul finire degli anni ottanta. Ho trovato molto interessante l'articolo e soprattutto la frase finale della e-mail di Eremita:
Quanto prima seguirà un secondo  articolo nel quale  tratterò  le ragioni  che hanno portato  alla nascita dell'insediamento  in quell'area e il perché dell'importanza che assume il ritrovamento  della pietra ollare. 


Vi lascio all'articolo scritto da Eremita, qui potrete leggere la prima parte, per l'articolo intero vi rimando al suo blog.
Dal blog I segreti della val Nervia e dintorni di Eremita Andrea


Sul finire degli anni ottanta ho avuto  il piacere di fare la conoscenza   del  signor Andrea  Cane originario  del comune di  Isolabona ma  residente in Francia , recentemente scomparso. Un grande appassionato di storia e archeologia autore di numerose publicazioni nella  rivista "Nice Historiche", organo ufficiale dell'accademia Nizzarda. Una persona che a futura memoria  la città di Beaulieu Sur Mer dove viveva, gli ha voluto intitolare  il museo archeologico.
 
Il  signor Cane venuto a conoscenza  che sulla scia del professor Lamboglia  e di Enzo Bernardini compivo ricerche archeologiche di superficie sul territorio della Val Nervia, in occasione del nostro incontro, mi  suggerì di  recarmi a Veonegi , località rubata alla vegetazione con importanti opere di terrazzamento  nel  comune di Isolabona  in Val Nervia, per cercare di  ottenere dai contadini  maggiori  informazioni circa  la scoperta avvenuta  durante i lavori di sbancamento del terreno di una necropoli di età romana.
In tale occasione il signor Cane mi consegnò  il numero di una rivista Ingauna Intemelia del 1937 in cui aveva   pubblicato un articolo con la descrizione di una macina   in pietra  ad uso domestico di età romana , utile per ottenere farina da granaglie che aveva rinvenuto tra i filari di un vigneto a Veonegi che oggi si trova  abbandonata  nei magazzini dell'Antiquarium di Ventimiglia Continua a leggere


5 commenti:

  1. Ho visto le monete di cui parla Eremita nel suo post, ma ho visto anche altre cose di cui non parla perché molto probabilmente non le ha viste essendo custodite da altre persone. E chissà cosa è ancora sepolto sotto le vigne ormai abbandonate.

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    1. Sarebbe bello sapere se le persona che custodiscono queste cose che tu hai visto, conoscono la storia di questi oggetti; mi piace pensare di si. Questi luoghi, come tanti altri, sono sempre più abbandonati, la terra è bassa e guadagnarsi il pane con il posto fisso è molto più facile anche se credo, molto più monotono!!!

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  2. Ciao Roberta,
    in occasione della Festa della Donna ho realizzato un countdown dedicato a tutte le lettrici del mio blog ed ho organizzato un concorso... Si può vincere un widget personalizzato!
    Trovi il countdown e il regolamento del concorso in questo mio post!

    Ciao,
    Iole

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  3. Ciao Roberta, ormai sei diventata una "storica" del tuo territorio.
    Buona serata.

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  4. belli questi approfondimenti anche per me che sono lontana
    un bacione

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