mercoledì 31 dicembre 2008
Auguri!!!
Roberta.
martedì 30 dicembre 2008
Raggiungere Limone Piemonte attraverso la Val Nervia in epoca romana.
Ho trovato leggendo qua e la, come i nostri avi raggiungevano questi luoghi.
La fonte qui
Si è sempre pensato che in epoca romana esistesse un percorso verso il Piemonte per la valle del Roia sin al Colle di Tenda e da qui se ne descrisse una direttrice verso Limonetto (dove si trova un miliarium imperiale), il Mons Cornius e l'attuale cittadina di Limone.
Senza negare la possibilità di questo ramo stradale, oltre Tenda sarebbe comunque sorto un problema far procedere merci od animali per l'aspra valle del Roia.
Si devono invece citare due mulattiere liguri, fra loro in collegamento per la via della transumanza, quelle del Col di Nava e della Valle Argentina, nell'area di Taggia, che permettevano di accedere nella Padania sin alle basi commerciali di Augusta Bagiennorum e di Pedo ("Pedona" sede di un antico convento benedettino, quindi "Borgo S.Dalmazzo".
Un complesso stradale quasi simile si riconosce in VAL NERVIA dove esisteva un buon percorso fra la capitale costiera del municipio di Albintimilium a Nervia ed il Piemonte, cosa cui con decisione già accennava da molto tempo NINO LAMBOGLIA.
Il tragitto procedeva sulla linea di Nervia, Camporosso, Dolceacqua(importante per l'arcaica positura strategica del castello a guardia del fiume e della via di fondovalle), Portus di Dolceacqua (sito cui si giungeva risalendo con chiatte il torrente: area già possesso dei benedettini del Convento di Dolceacqua di N.S. della Mota), Veonegi, Marcora-Marcola (siti dai considerevoli rinvenimenti di reperti romani), Margheria dei Boschi, Monte Morgi, Passo Saorgio, Briga, Pedo (poi S.Dalmazzo di Tenda) e Tenda (per innestarsi sulla via romana identificata nel tragitto Limone-Limonetto):esistono ricostruzioni non trascurabili che il complesso viario fosse stato sfruttato anche per motivi strategici ancora ai tempi dell'ultima Repubblica Romana quando il generale romano CELIO RUFO per tale ITINERARIO di VALLE, partendo da PEDO e superate le giogaie del TENDA, verisimilmente piombò su Ventimiglia Romana per pacificare violenti scontri di fazione sorti tra i sostenitori di CESARE e quelli di POMPEO MAGNO.
lunedì 29 dicembre 2008
Gli Scoobydoo con i fili
Sono due giorni che mio figlio Giorgio si trova con altri due amici, Ambra e Mattia dal Buteghin, per costruire gli scoobydoo.
Per chi non li conoscesse li può trovare qui e qui.
Questa sera quando sono scesa a casa di Ambra per prendere Giorgio, abbiamo incontrato Alberto a cui hanno provato a venderne uno......sono proprio intraprendenti , ho pensato.
Ho chiesto a Giorgio come mai è interessato alla costruzione di questi portachiavi e lui mi ha risposto " mi rilassa costruirli ".
A questo punto, mi vengono spontanee due domande;
A) Mio figlio e i suoi amici sono già stressati?
(Eppure non mi sembra)
B) Hanno già capito a 10 anni che i soldi si guadagnano lavorando?
Aiutatemi a capire il loro comportamento.
Domani si vedranno ancora e Giorgio si è portato a casa il lavoro da fare per questa sera.....
domenica 28 dicembre 2008
La musica è Emozione

fotografia scattata con il telefonino
Oggi ho assistito al concerto tenuto nella nostra chiesa da Cristina Squarciafichi e da Tiziana Zunino.
E' stato bello, Cristina ha eseguito canti Natalizi e ancora una volta la sua voce mi ha stupito.....peccato per l'acustica non proprio eccezionale.
Tiziana Zunino ha eseguito brani di musica Sacra con l'organo, una musica particolare che ad alcuni sarà sicuramente non piaciuta, personalmente mi ha soddisfatto.
Il motivo per cui vi ho voluto parlare di questo avvenimento è per fare una riflessione.
"La musica trasmette emozioni, dico sempre a mio figlio, bisogna ascoltarla in tutte le sue espressioni".
Purtroppo questo pomeriggio eravamo veramente in pochi ..... avvenimenti come questi raramente ci vengono offerti, e quindi mi chiedo e vi chiedo come mai c'è stata così poca partecipazione.
Forse mi sono fatta un'opinione delle musica sbagliata?
sabato 27 dicembre 2008
Per ogni bambino nato un albero piantato....

Il mio Maggiociondolo ( laburnum anagyroides )
Ieri vi ho parlato del mio Abete, piantato per ricordare un avvenimento.
Mi sono ricordata di una legge dello stato che obbliga i Comuni a piantare un albero per ogni bambino che nasce.
Quando nacque mio figlio nel 1998, il nostro Comune ne piantò nove perchè nove furono i bambini nati tra il 1997/1998.
Li piantarono nella piazza dedicata a Fortunato Peitavino e scelsero degli ulivi.
Che bello ricordo ancora la bella giornata che passammo......
Da allora sono trascorsi 10 anni ma di alberi non ne sono stati più piantati.
Peccato!
Sotto ho inserito il riferimento di legge a cui mi riferisco....
E nel vostro Comune questo accade?
UN ALBERO PER OGNI BAMBINO CHE NASCE
La Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole alla ripartizione della residua somma di 826 milioni di cui alla legge 113/92 che obbliga i comuni a piantare un albero per ogni neonato
La Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 25 ottobre 2001, ha espresso parere favorevole sulla proposta avanzata dal Ministero per le politiche agricole e forestali relativamente la ripartizione della residua somma di lire 826 milioni riferita agli anni 1998-2001, di cui alla legge 113/1992.
La legge 29 gennaio 1992, n. 113 sancisce l'obbligo per i comuni, entro dodici mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente, a porre a dimora un albero nel territorio comunale e a indicare nel certificato di nascita il luogo in cui l'albero è stato piantato.
I comuni che adempiono a tali obblighi, non prevedendo la legge sanzioni per gli inadempienti, sono una minoranza; in base ai dati raccolti dal Corpo Forestale dello Stato, infatti, solo il 40% dei comuni provvedono a piantare un albero per ogni bambino che nasce.
Il Nuovo piano di riparto riguarda le Regioni a statuto speciale e le Province Autonome.
venerdì 26 dicembre 2008
Il mio Abete
Buon pomeriggio a tutti, il mio silenzio è finito......!!!
La fotografia che vedete qui sopra è del "mio Abete " nel senso che lo piantammo io e mio marito esattamente ventuno anni fa, e più precisamente dopo il mio primo Natale passato a Isolabona come residente.
Tutte le volte che gli passo vicino i mie pensieri ricordano questo avvenimento.
Possediamo altri alberi piantati per occasioni speciali nelle nostre campagne, tra questi ricordo quello piantato per la nascita di nostro figlio e quello per il primo Natale passato con lui....
Spero di aggiungerne degli altri.
E voi avete riti o abitudini particolari per ricordarvi di avvenimenti speciali?
martedì 23 dicembre 2008
Auguri a tutti voi.

In questi giorni di festa rimarrò un po' in silenzio, il riposo a volte fa bene....aiuta a meditare.
Auguro a tutti voi un sereno Natale e vi dedico questa poesia.
A presto Roberta.
A GESU' BAMBINO
di Umberto Saba
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa' ch'io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa' che il tuo dono
s'accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
lunedì 22 dicembre 2008
Il giornalino dell'Istituto Comprensivo Val Nervia, un esempio da seguire
Qui sotto la prima pagina con nome provvisorio e la redazione.



Sopra un lavoro eseguito dai bambini di Isolabona della classe quinta
Questo giornalino nasce in uno dei laboratori della scuola secondaria di Dolceacqua, è seguito dalla Professoressa Bosco, che in un trafiletto spiega lo scopo del giornalino:
" Lo scopo del giornalino è quello di dare voce a tutte le classi e a tutti i plessi della nostra scuola.Speriamo che, grazie a questo lavoro, tutti gli alunni della Val Nervia si conoscano meglio e sappiano che cosa si fa nelle diverse classi, da Apricale a Dolceacqua da Camporosso Mare a Pigna, dai piccolini della materna ai " grandi " delle medie.
Questo numero è un po' una grande prova, e ringraziamo tutte le classi che ci hanno mandato dei lavori per arricchire le nostre pagine.
Più materiale ci manderanno le diverse classi, più frequentemente potremo uscire; La nostra ambizione è di fare un'edizione al mese e possibilmente, di stampare il giornalino in tipografia.
Questo sarà possibile solo se questo primo numero verrà distribuito con successo e se troveremo degli sponsor disposti a finanziarci"
Personalmente ritengo questo laboratorio un'esperienza positiva, primo perchè rende tutte le scuole partecipi dei lavori eseguiti nelle diverse sedi e avvicina la scuola alle famiglie.
Dirò di più, questo è un esempio che dovrebbe essere seguito anche da tutti gli enti
amministrativi che fanno parte della nostra bella valle, comunicare con i cittadini è la cosa migliore per renderli partecipi della vita amministrativa.
Se ci sono riusciti dei ragazzi, non vedo perchè non possano riuscirci delle amministrazioni.....
Pensate che la mia sia un'idea utopistica o infondata?
Se avete idee per aiutare questa iniziativa a trovare gli sponsor, potreste metterlo nei commenti, sarà mia premura comunicarlo ai diretti interessati.
domenica 21 dicembre 2008
Santa Maria Maddalena, la nostra parrocchia prima e dopo il restauro appena ultimato
SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGISTICI DELLA LIGURIA
ISOLABONA (IM) – Chiesa Santa Maria Maddalena
La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Maddalena è stata costruita intorno al 1640 sul sito di una cappella risalente al 1290, come testimoniano alcuni documenti. La sua architettura è in stile settecentesco, e al suo interno sono presenti dipinti murali sulle volte e sulle pareti tardo ottocenteschi e novecenteschi ed apparati decorativi degli altari in stucco settecenteschi.
La volta e le pareti dell'abside, oggetto dell'intervento di restauro, presentavano decorazioni risalenti al XX secolo eseguite con colori a calce e ad olio che andavano a ricoprire una superficie pittorica più antica, come testimoniato da analisi stratigrafiche.
Il degrado che si presentava era dovuto ad infiltrazioni di acqua piovana dalle coperture antecedenti il rifacimento del tetto, che avevano provocato efflorescenze saline e caduta di vaste zone di intonaco e superficie pittorica.
Il restauro ha provveduto con la rimozione delle ridipinture novecentesche, al recupero delle decorazioni della volta settecentesca del catino absidale, di quelle a finti marmi tardo ottocenteschi delle pareti dell'abside, al ripristino degli stucchi ma soprattutto al restauro dei sei dipinti murali ottocenteschi, scoperti nelle nicchie ove erano inseriti sei dipinti ad olio su tela degli inizi del novecento, raffiguranti santi e principi della Chiesa.
L'intervento ha interessato anche il restauro degli arredi lignei rappresentati dal coro, gravemente danneggiato nella sua struttura interna a causa delle infiltrazioni e dagli attacchi degli insetti xilofagi, e dalla porta della sacrestia.
I restauri sono stati resi possibili grazie ad un finanziamento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il tramite della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria.
Progettisti: arch. Roberto Leone, restauratore conservatore Orietta Doria
Finalmente oggi ha riaperto la nostra chiesa parrocchiale in seguito ai lavori di ristrutturazione, resi possibili dall'interessamento del nostro Parroco Don Remo, che ha seguito tutte le pratiche burocratiche per poter attingere ai finanziamenti necessari per il recupero.
Oltre al contributo statale, tutta la nostra comunità ha partecipato al finanziamento.
Un grazie doveroso va a Don Remo, Parroco eccezionale, uomo di grande cultura che sa coinvolgere tutta la comunità, bambini e adulti nella vita religiosa e non.
Nei suoi modi gentili trova il modo di dialogare con tutti, anche con chi non frequenta la chiesa, anche con chi non la pensa come lui.....
Grazie Don Remo per la sua disponibilità, grazie per i suoi insegnamenti.
Ecco com'è oggi
sabato 20 dicembre 2008
Antichi Mestieri Isolabona
Oggi il nostro Borgo si animerà con la rappresentazione delle più antiche attività del nostro paese, nel centro storico infatti avrà luogo la prima serata "Antichi Mestieri" giunta all'ottava edizione.
Nella piazza della chiesa verrà acceso il tradizionale fuoco di Natale, nei nostri carugi all'interno di stalle, cantine e locali vari sono stati allestiti i diversi laboratori artigianali.
Il gruppo musicale "Ciù goti che musica", girerà tra i vicoli suonando canzoni tradizionali e motivi natalizi.
Potrete trovare tante sorprese lungo tutto il percorso.....
Di una cosa sono certa, sicuramente tutto il paese sarà invaso da tanta gente e l'atmosfera che si respirerà sarà quella natalizia....
venerdì 19 dicembre 2008
L'aspidistra
Le immagini di oggi, sono di alcune aspidistre coltivate da mio marito.
Nome comune: Aspidistra.
Genere: Aspidistra.
Famiglia: Liliaceae.
Etimologia: il nome, che deriva dal greco aspis, scudo, è dovuto alla forma dello stigma.
Provenienza: l’A. elatior è originaria della Cina e delle montagne del Giappone.
Descrizione genere: questo genere comprende 8 specie di piante sempreverdi da serra fredda o d’appartamento coltivate per il fogliame molto decorativo e per la loro adattabilità a condizioni sfavorevoli.
Forse oggi ho capito perchè queste piante mi sono sempre piaciute..... sono le tipiche piante che possono essere coltivate da chi non possiede il così detto "pollice verde", qualità che io non possiedo.
L'ho scoperto qui
Se siete negate per la coltivazione delle piante ma avete qualche velleità questa è la pianta che fa per voi: non esige climi da serra, non se la prende più di tanto se vi dimenticate di annaffiarla, quasi quasi è contenta se la cacciate in un angolo buio ...insomma una pianta votata al martirio che affronterà imperterrita la vostra imperizia con le sue belle foglie verde scuro, che saranno ancor più belle se vi prenderete la briga di passarle ogni tanto con uno straccetto umido per spolverarle.
Vi sto parlando dell'Aspidistra, detta volgarmente anche Pianta del Curato o della Perpetua perché spesso adoperata nelle chiese e nei conventi, ambienti appunto poco luminosi e non particolarmente riscaldati.
Un tempo questa pianta, di provenienza orientale, originaria di Giappone, Cina, Himalaya era anche diffusissima nei salotti borghesi, tanto da aver dato il nome ad un romanzo di Orwell, "Fiorirà l'aspidistra" appunto, quale simbolo della morale conservatrice.
In effetti, anche se non si nota, l'aspidistra fiorisce, anche se i fiori nascono a livello della terra, piccoli e di un rosso scuro, e passano inosservati, nascosti dalle foglie che spuntano direttamente dal suolo.
So che queste piante sono diffuse in tutta Italia, mi piacerebbe sapere i nomi che assumo.
Oggi ho ritardato la pubblicazione del post perchè sono rincasata alle 19, dopo aver partecipato a una riunione relativa all'argomento del post di ieri dal titolo Ordine
Metterò un commento a riguardo.
giovedì 18 dicembre 2008
Ordine
Da wikipedia:
L'ordine pubblico può essere anche inteso come garanzia di pace, di tranquillità e sicurezza collettiva. In tal senso assume un valore di ordine sociale in quanto con esso si difende lo svolgimento dei rapporti della vita sociale.
Vi chiederete perchè vi presento un post con questo titolo, la risposta è molto semplice.
Nel mio bel paese, Isolabona, credo che questo non ci sia, ma troviamo invece il caos, che è l'opposto dell'ordine, soprattutto alle ore 16 e 30 davanti alla scuola quando i bambini escono......
Esiste un semaforo che molte volte non viene rispettato e chi deve attraversare la strada non deve avere due occhi ma anche quattro.......la fermata dello scuolabus è in una posizione che ostruisce la visuale per chi deve attraversare la strada, le macchine a volte sono in doppia fila......
come ho detto prima regna il caos.
L'esuberanza dei bambini è tale all'uscita della scuola che a volte è difficile gestirla, ma questo è compito di noi genitori, è compito invece dell'Amministrazione Comunale trovare le soluzioni per rendere questo momento sicuro per tutti, prima che qualcuno si faccia male.
Non sta a me dire cosa bisogna fare, io come cittadina posso solo segnalare una situazione di pericolo.
La sicurezza dei nostri figli all'uscita da scuola è sacrosanta.
Scusate lo sfogo, chiedo troppo?
mercoledì 17 dicembre 2008
Le cubaite di Isolabona fatte da Antonella
Non fa economie e i suoi manicaretti sono sempre ben conditi..... oggi l'ho trovata mentre preparava delle fantastiche e ricchissime cubaite, tipico dolce natalizio di Isolabona.
Era intenta a far sciogliere il miele, in cui ha poi versato le nocciole
Dopo alcune ore il miele si è raffreddato e le cubaite sono pronte per essere impacchettate, e anche qui niente economia, fiocchi e fiocchetti per un dolce prelibato.
Eccole confezionate per essere gustate.....ma attenzione ai denti, mangiarle a piccoli pezzi è il consiglio che vi posso dare!!!!
So che nei diversi paesi si chiamano in modo diverso, sarebbe bello elencarli qui.
Siccome la mia piccola tribuna ospita anche persona di diverse regioni, mi piacerebbe sapere se anche da loro si producono dolci simili.
Buna serata a tutti.
martedì 16 dicembre 2008
San Cristoforo o Cristoforo Colombo?
In seguito ai lavori di ristrutturazione eseguiti dai proprietari attuali, è riapparsa sopra al capitello la statua che non si vedeva da moltissimi anni...
lunedì 15 dicembre 2008
Apricale colpita dal maltempo......


La forte pioggia di questa notte non ha risparmiato uno dei borghi più belli d'Italia, Apricale.
Le fotografie da qui, ci offrono uno spettacolo terribile!
Di Apricale vi avevo già parlato su questo blog, vedi Apricale, oggi purtroppo lo devo rifare per questo fatto terribile che ci fa conoscere uno degli aspetti peggiori della natura.
In questi giorni viste le notevoli precipitazioni in ogni parte della Penisola, da nord a sud, visti gli innumerevoli casi come questo, mi è venuto un pensiero:
Sarà colpa dell'uomo?
Queste case stanno li da secoli, basta una precipitazione un po' più violenta e tutto sembra così precario.....!
Cosa ne pensate?
Aggiunta delle ore 20e30:
La fotografia sotto l' ho fatta alle ore 8,40 di questa mattina in località Madonna a Isolabona, mentre la seconda alle ore 16 con il telefonino dalla strada sotto le nostre scuole. Il fiume Nervia è decisamente in piena, anche se l'ondata massima si è avuta nelle prime ore della mattinata, come si può vedere nella foto scattata dalla Madonna in cui si vede chiaramente il segno lasciato dall'acqua sulla terra.

domenica 14 dicembre 2008
La Comunità Montana Intemelia
Come potete vedere dalla fotografia del volantino che era affisso alla bacheca comunale, la sede è di tutto rispetto, si potrebbe dire che è immensa!
Mi sono chiesta più volte a cosa serva in realtà questo ente, so che partecipa dando contributi per il recupero delle strade inter poderali, che organizza gli scuolabus tra i diversi paesi, in pratica dovrebbe essere il centro dei servizi tra i vari comuni che la compongono.
Continuo comunque a non percepire la sua presenza sul nostro territorio, perchè ho questa percezione?
Qui , Alberto Cane ne aveva già parlato, era esattamente il 7 gennaio 2008, a distanza di quasi un anno abbiamo una "maestosa" sede, dovremmo essere orgogliosi di questo ente, noi che facciamo parte di una economia agricola e montana.
Ho provato a documentarmi qui sui servizi e sulle attività della CMI, ma ho avuto una brutta sorpresa, provateci anche voi!!!
Speriamo che con questa sede anche i servizi telematici siano migliori......l'unica sezione che funziona è quella relativa alla prenotazione degli scuolabus..... e delle vie dei sapori!!!!
Voi sapete dirmi a cosa serve "veramente" questo ente?
sabato 13 dicembre 2008
La belotta
Giocare a carte mi è sempre piaciuto.....ma di imparare questo gioco con tutte le sue regole e le sfumature, proprio non ce la faccio!
La belotta è un gioco che si pratica solo nel nostro ponente ligure ed esattamente da Arma di Taggia al confine con la Francia e in tutto il suo entroterra.
Essendo un gioco di origine francese, lo troviamo anche nei paesi francesi fino a Montecarlo. Il bello di questo gioco è che presenta diverse regole a secondo del paese in cui lo giochi.
Da noi a Isolabona nel bar Sergio lo si è sempre giocato, da quest'anno il bar ha cambiato gestione ma questo gioco continua a essere praticato come un rito soprattutto dalle persone anziane, che trovano in questo gioco un momento di aggregazione pomeridiano....
Nella foto sopra alcuni amici si sono prestati ad essere fotografati durante una partita....Rosalba è una principiante, ma è stata coinvolta dalla bellezza di questo gioco....
Questo gioco fa parte delle nostre tradizioni ma ho l'impressione che si stia perdendo, e questo lo sostengo perchè se chiedi ai ragazzi se sanno giocare a belotta, la maggior parte ti risponde di no...secondo me è un peccato perchè anche se si tratta di un gioco, andrebbe mantenuto in vita come ogni tradizione!
Se a leggere questo post è un amico del luogo, gli vorrei chiedere se conosce qualche storia legata ad un personaggio particolare di Isolabona durante una partita di belotta, se invece è di fuori se conosci questo gioco.
Per tutti gli amici del ponente invece a ruota libera.
Sotto alle ultime due fotografie, potete trovare il regolamento di gioco con le regole fisse, provateci è veramente bello!!!
Durante le feste natalizie potrebbe essere un nuovo gioco da proporre agli amici...
Buona serata a tutti e speriamo che domani ci sia il sole.........
Sotto un accuso di terza
Regolamento
Si gioca a coppie. Ogni giocatore è seduto di fronte al proprio compagno. Il mazziere consegna 5 carte a testa in due giri (prima 3 poi 2), dopodiché ne gira una in tavola. A partire dal primo giocatore alla sua sinistra ciascuno decide se il seme della carta scoperta gli va bene come seme di atout (dicendo "mando") o no. Se non gli va bene deve dire "via". Se nemmeno al mazziere va bene deve dire "via" anche lui. In tal caso si fa un altro giro dove ogni giocatore può scegliere tra gli altri tre semi (dicendo "mando a ‘nome del seme’ ") o se preferisce di giocare a senza (dicendo "senza") o se invece intende ancora passare la mano dicendo "due". Se anche il secondo giro termina senza che nessuno abbia preso l’iniziativa il mazzo viene mischiato e passa ad un altro giocatore.
Se uno dei giocatori ha mandato ad un qualche seme ma un altro preferisce giocare "a senza", quest’ultimo può imporre la propria scelta dichiarandolo subito ("senza"). Non può succedere il contrario.
A questo punto il mazziere da altre tre carte a tutti i giocatori (ma solo due a colui che ha "mandato", al quale tocca anche la carta inizialmente girata).
Comincia il gioco. Il primo giocatore alla sinistra del mazziere butta una carta. I giocatori successivi (da destra a sinistra) sono obbligati a buttare una carta dello stesso seme se ne hanno, altrimenti devono "tagliare" (giocare una carta del seme di atout, sempre che ne abbiano). Se non hanno nessuna delle carte precedentemente richieste possono buttare quella che vogliono. Vince il giro chi ha tirato la carta più alta del seme scelto dal primo giocatore di mano, o, se nel giro sono uscite delle carte di atout, chi ha tirato la più alta.
Se la carta giocata dal primo giocatore è del seme di atout ogni giocatore è obbligato a giocarne una più alta di quelle uscite fino ad allora in quel giro, se ne ha. Se non ne ha ne deve giocare una più bassa, e se non ne ha nemmeno di più basse può giocare quella che vuole. Finito quel giro se ne comincia un altro, con il primo a giocare che sarà colui che ha vinto il giro precedente.
L’ultima mano vale 10 punti in più.
Eccezioni: riepilogando, ogni giocatore deve rispondere a seme o come seconda scelta giocare un atout. MA se quando è il suo turno il giro è virtualmente del suo compagno NON è obbligato a tagliare se non ha da rispondere a seme. Inoltre NON è obbligato a tagliare non avendo da rispondere a seme neanche se quando è il suo turno il giro appartiene virtualmente ad un avversario che ha tagliato e lui non ha un atout più alto.
Se al termine della mano (otto giri, fino a quando tutti hanno esaurito le carte) la coppia del giocatore che ha "mandato" (che ha scelto il seme a cui giocare) ha fatto meno punti degli avversari ("sono andati a bagno"), essi si prendono tutti i punti fatti dai quattro giocatori in quella mano (162 ad atout e 130 a senza + eventuali accusi).
I punti prima di essere annotati vengono arrotondati alla decina più vicina.
I punti a senza vengono RADDOPPIATI dopo essere stati arrotondati.
Qualora la carta inizialmente in tavola sia molto ambita per giocare a senza (1 o 10), o necessaria a qualcuno per completare un accuso, è possibile dire "contro" dopo una dichiarazione di "senza". In questo caso è colui che ha detto "contro" a mandare e a prendere la carta. Il gioco procede come a senza, con la differenza che alla fine il punteggio viene QUADRUPLICATO.
Capotto: se una coppia prende tutte le 32 carte in una mano fa 250 punti ad atout, 220 (x 2) a senza e 220 (x 4) a contro.
Il gioco finisce quando una delle coppie ha superato il punteggio stabilito (1000, 1500 pti, ma anche di più).
venerdì 12 dicembre 2008
L'Alloro, laurus nobilis.
Quello che vedete è una pianta di Alloro, laurus nobilis, presente nel mio piccolo e caotico giardino....lo sto potando man mano che cresce con questa strana forma....
L'alloro è ben conosciuto dai liguri tanto da conoscere ben 23 battesimi ricevuti dalle popolazioni locali, più che in qualsiasi altra regione italiana.
Romolino a Porto Maurizio, Orfegiu a Genova, Oribaga e Oibà ad Albenga e Finale, nel nostro ponente Auribaga, Oribà e Oeriabaga, a Ceriana Murtiribaga.....
E' un grande arbusto o albero che può raggiungere i 10 metri di altezza, con la tendenza a circondarsi di polloni.
Leggenda:
L'Alloro avrebbe ricevuto il massimo impulso sotto l'Impero di Cesare Augusto.
Secondo la leggenda sua moglie Livia Drusilla, stava riposando nel giardino della reggia quando osservò volteggiare un'aquila che teneva fra gli artigli una gallinella bianca;ad un tratto il rapace mollò la preda che cadde sul grembo dell'Imperatrice la quale, passato un primo momento di stupore, si accorse che la gallinella teneva nel becco un ramoscello verde molto odoroso, Livia Drusilla, pensando di essere destinataria di un messaggio divino, mandò a chiamare gli aruspici per la decifrazione del mistero e ne ricevette la raccomandazione di piantare il ramo nel giardino.
Così fu tatto, ed in breve tempo la fronda germogliò formando una fitta boscaglia di Allori, sorprendendo a tal punto l'Imperatore Augusto, che abbandonò la consuetudine di adornarsi il capo con l'oro per cominciare ad incoronarsi di Lauro.
Il nome Laurus nasce secondo alcuni da un vocabolo latino, Laus correlato con i suoi usi celebrativi, mentre altri lo derivano da una voce celtica, Blaur che significa verde ed è legata alla persistenza del fogliame; altri ancora lo dicono proveniente da una antichissima radice Drau
( legno, albero), modificata in Daurus e quindi nell'attuale dizione.
E' un ingrediente necessario per moltissime ricette dell'antica come della moderna culinaria, l'Alloro venne inoltre ritenuto dai medici e dagli erboristi di tutte le epoche adatto a curare diverse malattie.Le statue di Esculapio, erano infatti perennemente ornate di serti e nelle stanze degli ammalati venivano appese fronde di Alloro per significare il Dio della medicina era il benvenuto.
Nel giardinaggio l'Alloro è stato impiegato come alberello da sottoporre a successive potature per ottenere quelle curiose sculture vegetali a forma di palla o di piramide che trionfarono nei giardini all'italiana o nei parchi monumentali europei.
Fonte fiori di Liguria
G.Nicolini
A. Moreschi
Da scrivere sull'Alloro ce ne sarebbe tantissimo,ma permettetemi una riflessione:
a volte sottovalutiamo le cose semplici che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, ricerchiamo il bello nelle cose sofisticate e preziose, facciamo bene?
giovedì 11 dicembre 2008
I nostri quarzi
Mio figlio, che frequenta la campagna in compagnia di suo padre da quando era in fasce......di queste pietre mi ha praticamente riempito la casa nel corso dei suoi dieci anni.
Purtroppo fare una fotografia dignitosa, non è cosa da poco, almeno per me, e quella che ho pubblicato la migliore!
Leggere di persone che girano per le nostre campagne in cerca di queste pietre, mi fa sorridere, e mi viene spontanea una domanda:
Forse non so dare il vero valore a queste pietre?
Mi sapete dare una spiegazione?
Mi piacerebbe sapere con che nome dialettale chiamate queste pietre.
mercoledì 10 dicembre 2008
La nostra cascata

La fotografia che ho fatto questo pomeriggio rientrando da Sanremo riprende la nostra cascata, e come si può vedere è abbastanza rigogliosa.
Questa cascata è artificiale e fu costruita per dare forza motrice alla cartiera che sorgeva a Isolabona in località Papeira.
Isolabona è un "serbatoio" di storia, ritengo sia un peccato che vada persa!!!
Questa come tante altre storie, potrebbero essere raccontate in una biblioteca o in un museo, ma entrambi ad Isolabona non ci sono.....peccato!!!
La penso in modo sbagliato?
Di seguito riporto uno studio storico eseguito dal nostro Alberto Cane e pubblicato su terraligure.
LA CARTIERA DI ISOLABONA
di Aberto Cane
Nel secolo XV a poca distanza dal paese, verso Sud, venne costruita una cartiera di proprietà dei Doria. Ricorda Charles Moïse Briquet nel "Dictionnaire des filigranes" che tale carta usava la stessa filigrana della carta prodotta a Genova: un guanto sormontato da una stella.
Oggi della fabbrica rimangono ruderi ricoperti d'edera. Un’ala invece è diventata un deposito di acque gasate. Dell'antico splendore è rimasto solo l’eco nel toponimo della zona: “Papeira”, dal francese "papier", carta. Nell’Ottocento, malgrado esistessero nell’Imperiese le condizioni ottimali per l’insediamento dell’industria cartaria e cioè la presenza di numerosi corsi d’acqua e notevoli quantità di legname fornito dai vasti boschi di conifere dell'entroterra, in questo settore non si ebbero che sporadiche attività contrariamente invece a quanto avvenne nel Savonese e soprattutto nel Genovese. Proprio verso la fine dell’Ottocento, mentre le industrie del Savonese (ve ne erano 32 all’inizio del diciannovesimo secolo) erano in decadenza a causa della concorrenza straniera, la cartiera di Isolabona era l’unica attiva e fiorente. La “S. Coma & C.”, ubicata a sud del paese lungo la riva destra del torrente Nervia, aveva anche una succursale a Ventimiglia. Nel 1888 l'energia che serviva all'intera struttura veniva fornita da due caldaie a vapore (100 cavalli) e da una turbina (80 cavalli) alimentata dall'acqua proveniente dallo sbarramneto artificiale sul Nervia. La materia prima era fornita sia dalla fabbrica di Ventimiglia (pasta di steli di canapa, pianta che veniva coltivata in grande quantità in tutta la zona), sia dai boschi dell’entroterra e dall’estero (cellulosa e pasta di legno). L’occupazione era di circa 95 operai nel 1890. L’importanza che questa fabbrica aveva per il paese di Isolabona doveva essere notevole: infatti nello stesso anno la popolazione era di circa 1100 persone, considerato che gli occupati erano quasi tutte persone del luogo e che la popolazione attiva era di circa 800 unità, l’occupazione della cartiera rappresentava l’11,5% dell’occupazione totale. La produzione della “S. Coma & C.” era principalmente di carta da stampa, ma anche carta da lettere e carta colorata. Nella succursale di Ventimiglia erano occupate 10 persone; la potenza installata era di 70 cavalli, generati da una turbina che azionava 5 mole di granito in grado di ridurre in pasta gli steli di canapa sottoposti precedentemente a bagno chimico. Non sono chiari i motivi che portarono alla chiusura della cartiera che garantiva la fornitura a tutte le tipografie locali e quindi non avrebbe dovuto avere seri concorrenti. È lecito supporre che la concorrenza delle cartiere estere fece presa anche sui tipografi locali dal momento che all’estero era già stata attuata la meccanizzazione degli impianti che aveva consentito notevoli riduzioni sul prezzo della carta.
martedì 9 dicembre 2008
La sansa
Questa che vedete tra le mie mani è la sansa di olive usata come combustibile in apposite caldaie.
Nell'anno 1999, facemmo l'acquisto di una caldaia a sansa, lo consideriamo tuttora il miglior acquisto degli ultimi dieci anni.....
In questi giorni di freddo intenso, apprezziamo maggiormente il suo lavoro e soprattutto in tempi di crisi economica apprezziamo il suo costo ancora contenuto.
E voi che tipi di combustibili usate per rendere calde le vostre case?
Di seguito riporto alcuni dati tratti da wikipedia:
La sansa di olive è un sottoprodotto del processo di estrazione dell'olio d'oliva composto dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino.
Storia
In passato la sansa era riciclata nell'industria agroalimentare per l'estrazione di un olio alimentare grazie alla frazione lipidica contenuta nei semi delle olive. Il processo di estrazione si attua per mezzo di solvente nel sansificio. I costi di trasporto, la produzione di sanse ad alto tenore in acqua ottenute dall'estrazione per centrifugazione, il limitato interesse del mercato nei confronti dell'olio di sansa e di olive hanno ridotto la remuneratività di questo prodotto perciò in molti oleifici si tende attualmente a considerare utilizzi alternativi.
Utilizzazione
Gli utilizzi principali che può avere la sansa sono i seguenti:
Conferimento in sansificio per l'estrazione dell'olio di sansa.
Distribuzione su terreni agrari come ammendante.
Impiego come combustibile per riscaldamento.
Separazione nocciolino e seconda pressione della polpa
La separazione del nocciolino permette di ottenere un'ammendante qualitativamente migliore con un rapporto carbonio/azoto più basso per il minore tenore in polisaccaridi strutturali e in lignina.
Il nocciolino puro si presenta come un ottimo combustibile, di facile impiego e dotato di un elevato potere calorico, da usare in alternativa al legno in pellet per bruciatori e stufe. È utilizzato all'interno dell'oleificio nel riscaldamento dell'acqua impiegata per la gramolatura oppure immesso nel mercato come succedaneo del legno in pellet. Attualmente il prezzo di mercato è circa la metà rispetto a quello del pellet, con prestazioni più elevate del pellet.
Produzione
Attualmente sono disponibili macchine per il trattamento delle sanse che separano l'acqua, le buccette e la polpa dal nocciolino. Questo trattamento permette di ottimizzare l'uso del sottoprodotto.
Il nocciolino può essere facilmente separato dalla sansa (soprattutto se umida) tramite una semplice macchina centrifuga, che ci restituisce nocciolino secco (un combustibile fantastico e prezioso) e polpa. Sempre all'interno del frantoio la polpa può essere ulteriormente sottoposta ad un processo di estrazione meccanico. Si chiama seconda estrazione o ripasso, la sansa percorre il medessimo processo della pasta delle olive permettendo l'estrazione di olio di ripasso con qualità superiori a quelle dell'estrazione chimica da sansificio (simili all'extravergine se fatto in contemporanea alla prima estrazione) e con un valore economico superiore. Il ripasso può essere realizzato sia a 3 sia a 2 fasi a seconda dell'utilizzo della sansa ripassata (vendita al sansificio o spandimento). L'enorme vantaggio consiste nella trasformazione dei rifiuti oleari in preziosi risorse e nella possibilità di far lavorare tutti i frantoi a due fasi in prima estrazione e risparmiare acqua ed energia.
indicativi
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Combustibli | Potere calorico Kcal/Kg | |
Granoturco mais | 6.100 | |
Legna da ardere tipo faggio | 3.600 | |
Cippato | 3.500 | |
Pellets | 4.500 | |
Nocciolato di olive (nocciolino da sanse vergini) | (con umidità <> del 10%) 4.100 | |
Sansa di olive | 4.500 | |
Gusci di pinoli | 4.200 | |
Semi di uva | 4.500 | |
Gas metano | 8.500 mc | |
G P L | 9.000 | |
Gasolio | | |
Energia elettrica | |
lunedì 8 dicembre 2008
Patate cotte nella brace
Queste sopra sono solo tre delle patate che mi accingo a mettere nella brace del caminetto, che vista la fredda giornata è acceso da questa mattina, sono patate nostrane per cui niente additivi per bloccare i "burin"....
Eccole posizionate nel caminetto, tra un paio d'ore saranno pronte..... di seguito riporto una breve documentazione storica della patata tratta da qui buona lettura
La PATATA o come meglio si chiamava dai tempi della sua scoperta, in Perù, i POMI DI TERRA.
Nel 1817 l'illustre botanico italiano dell'università di Modena FILIPPO RE (Saggio sulla coltivazione e su gli usi del Pomo di Terra..., Milano, per Giovanni Silvestri, 18817, p.5 e sgg.), datando la scoperta del prezioso tubero a poco dopo la metà del 1500 [oltre a fornire -a genti ancora inesperte- un basilare PRONTUARIO PER SERVIRSI DELLA PATATA IN ALIMENTAZIONE] mosse una serie di pesanti accuse ai ceti dirigenti italiani che relegarono, come una rarità, tale coltura negli orti botanici senza proporre un'oculata educazione degli agricoltori, in genere refrattari alle novità, anche ottimali come questa. Pregiudizi, superstizioni, timori irrazionali (che la pianta portasse malattie o fosse velenosa), avversione verso i gruppi dominanti (nella convinzione che volessero impoverire i contadini sostituendo a quella del grano la meno costosa cultura del tubero), ignoranza agronomica ed interessi particolari dei fattori fecero sì che la coltura delle patate si affermasse tardi in Italia e solo in occasione delle guerre di Napoleone quando la gente vide i genieri francesi coltivare e far mangiare il tubero alle truppe senza alcun inconveniente.
In Liguria poi la resistenza alla coltivazione del Pomo di Terra fu ancora più tenace specie perché i contadini, fin troppo esposti ai rischi delle fluttuazioni del mercato ed estremamente condizionati dalla limitatezza della terra a disposizione per colture alternative, rimanevano -come detto- tenacemente attaccati alla monocoltura dell'olivo accettando con rassegnazione, ma nella speranza di recuperi e quindi di una garantita sopravvivenza, i rischi delle malattie della pianta, delle carestie, dei saccheggi degli oliveti.
La Repubblica per convincere gli agricoltori liguri ad intraprendere questa nuova esperienza agronomica ricorse, ma senza grande efficacia, persino ad una Petizione dei Parroci, mediamente le persone più ascoltate dai contadini: in merito a ciò merita una segnalazione particolare il parroco di Roccatagliata di Neirone tale don Michele Dondero che più di tutti gli altri parroci credeva alla coltura della patata come un deterrente contro le carestie e ne esperimentava da tempo le tecniche colturali nonostante i villici ritenessero le sue investigazioni tacciabili di stregoneria.
Dolceacqua, aggiunta del 08.12.2008




Sperando di fare cosa gradita ai dolceacquini le ho pubblicate...
Buona giornata a tutti.
domenica 7 dicembre 2008
Dolceacqua
Oggi finalmente sono riuscita ad andare a Dolceacqua a giocare a tennis, mia grande passione sportiva......prima però ho fatto un giro "veloce" nei carugi per fare alcune fotografie e condividerle con voi.
Dolceacqua è il borgo confinante a sud con Isolabona e dista tre chilometri da casa mia.
A questo borgo sono particolarmente legata, ci ho lavorato per dodici anni, e ho avuto modo di conoscere molte persone che mi hanno dimostrato in modi diversi di volermi bene......
Per tutti gli abitanti della nostra valle, Dolceacqua è considerata una cittadina, e qui puoi trovare tutto ciò che ti serve a livello di servizi, banche scuole secondarie e ogni tipo di negozio.
Ci sono tre foto di queste che ho pubblicato che non ho fatto oggi ma l'anno scorso, si riconoscono perchè non hanno il cielo blu che c'era oggi!!!
Dolceacqua con la sua storia e con le sue tradizioni, è una meta da non perdere se venite a visitare i nostri borghi, e come ho detto ieri potete assaporare l'ottimo vino Rossese che qui si produce magari accompagnato da un pezzo di " pane e olio di olive taggiasche", oppure con delle ottime "michette" dolce tipico dolceacquino....
Da dire ce ne sarebbe ancora tanto ma io mi fermo qui perchè Dolceacqua è conosciuta in tutto il mondo e se volete incrementare le notizie che vi ho dato, basta digitare Dolceacqua e troverete di tutto e di più....!!!
Buona serata a tutti...