
Paolo Veziano durante gli antichi mestieri edizione 2008
Paolo è un amico da sempre.
Tempo fa gli dissi che prima o poi gli avrei dedicato un post e oggi è il giorno giusto.
Quando lo incontro mi piace parlare con lui, è la classica persona che ti fa sentire a tuo agio e gli argomenti spaziano in tutte le direzione abbiamo molti punti d'incontro ma anche qualche dissenso.....
Ha questa grande passione di storico e ricercatore che lo ha portato a scrivere due libri:
Il primo nel 2001 dal titolo, Ombre di confine. L'emigrazione clandestina degli ebrei stranieri dalla riviera dei Fiori verso la Costa Azzurra (1938-1940)
Il secondo nel 2007 dal titolo, Sanremo. Una nuova comunità ebraica nell'Italia fascista 1937-1945
Di seguito riporto tratto da
qui la recensione del suo secondo libro.
Questo è il minimo che posso fare,farlo conoscere anche a voi, Paolo se lo merita visto che a suo modo rappresenta il nostro piccolo borgo!
Grazie Paolo.
Di solito non se ne parla. Gli studi sulle comunità israelitiche sotto l'Italia fascista non ne fanno nemmeno cenno. Ma Sanremo ospitò una comunità ebraica. Ad approfondire il delicato e importante argomento è lo studioso Paolo Veziano, che da anni si occupa della presenza ebraica nella provincia di Imperia, nel suo libro Sanremo. Una nuova Comunità ebraica nell'Italia fascista 1937-1945 (Diabasis - 21 Eu - pp. 274).
Ciò che stupisce del lungo silenzio riguardo a tale questione sono la ricchezza di documentazione e due importanti nomi: l'intellettuale tedesco Walter Benjamin e il chirurgo russo Serge Voronoff. Entrambi di origine ebraica, i due soggiornarono in questo periodo nel sanremese. Benjamin fu ospitato dall'ex moglie Dora Sophie Kellner, che gestiva a Sanremo la pensione Villa Verde. Riguardo a tale personaggio, Veziano riporta anche un giallo tuttora irrisolto: la scomparsa, durante il soggiorno, di una valigia contenente alcune sue carte, che rappresenterebbero un'importante fonte per gli studi sul suo pensiero filosofico. Il secondo, ai tempi definito dai giornali "il principe dei trapianti" per le sue operazioni all'avanguardia, si trasferì nel 1925 a Grimaldi ed ebbe un importante ruolo all'interno della comunità, grazie ai suoi consistenti aiuti economici. Perseguitato dal regime, fuggirà in America, dove morirà.
Accanto a queste, altre storie trovano ampio spazio nel volume. Storie di famiglie distrutte dai provvedimenti antisemiti - revoca della cittadinanza, divieto di frequentare scuole e luoghi pubblici, di insegnare, fino alla persecuzione - che Veziano riporta nei particolari, supportato da un'accurata documentazione (tabelle, statistiche, frammenti di lettere, certificati e fotografie). Un importante capitolo è quello dedicato all'attività alberghiera. Furono molte, infatti, le pensioni sorte in quel periodo nella riviera del Ponente, come la già citata Villa Verde. Gestite da donne, tali attività offrivano alla clientela ebraica un luogo dove soggiornare a basso costo.
«Questo volume nasce dal dovere morale e storiografico di sollevare una pesante cappa di silenzio che oscura le coscienze e reca offesa alle vittime della persecuzione». L'autore spiega così, nell'epilogo del suo volume, le motivazioni che l'hanno spinto a compiere questo lungo lavoro di ricostruzione. Ricordare e riconoscere un'importante Comunità, di cui lo stesso Benjamin in una lettera sottolinea l'ermetico e religioso mondo; una Comunità a stretto contatto con la gente del posto, che manifestò agli ebrei grande solidarietà.
«Inoltre si è parlato molto delle comunità francesi e inglesi nel sanremese, ma mai di quella ebraica. Per sessantanni si è taciuto riguardo a una questione tuttora viva nel ricordo della popolazione locale, ed è per questo che ho voluto portare alla luce queste storie, farle conoscere. Le singole vicende parlano da sole. Sono i fatti stessi, nei loro aspetti anche paradossali, a raccontare la memoria di questa Comunità», conclude Veziano.
Il libro contiene inoltre l'intervento di Alberto Cavaglion - dell'Istituto Storico della resistenza di Torino - che ne ha curato la prefazione, e il contributo di Giulio Schiavoni - dell'Università di Vercelli - che dedica la postfazione a Benjamin e al suo soggiorno sanremese.