Vito è un ottimo cacciatore e conoscitore dei nostri luoghi e il fatto che non gli sia scappata anche questa pelle, la dice lunga su come guardi attentamente ciò che lo circonda quando si trova in un bosco o in campagna........
Vito, foto scattata l'anno scorso da me
Per carettere credo che ogni cosa possegga un valore e non lascio cadere mai nulla nel dimenticatoio per non avere importanza, se lo faccio è perchè dopo essermi informata ho delle risposte certe.
Ho così scritto al mio esperto di fiducia, il Dott Castello informandolo di questo ritrovamento, la sua risposta è stata velocissima e mi ha dato alcune indicazioni su come fotografare la pelle.
Che nelle nostre campagne ci siano bisce , è risaputo, io stessa ne ho incontrate diverse ma fortunatamente di taglia molto piccola, ho parlato con diverse persone tra cui mia suocera e mi ha raccontato che da bambina a le è capitato di vederne una molto grande in Treixe, suo padre, nonno Emilio, le raccontò che un giorno nelle campagne di Rocchetta fu praticamente inseguito da una grossa biscia molto agile e lui, uomo molto coraggioso, si vide molta paura per le sue dimensioni e per come si muoveva nel sottobosco e come si arrampicava sui muri........ho saputo che a più di una persona è venuta la febbre dopo aver avuto un contatto visivo con questi serpenti, perchè come potrete leggere nella scheda di Giancarlo Castello si tratta di veri e propri serpenti.
Rosalba mentre prepara la scena per le fotografie
Particolare della testa
Non so come potrei reagire se mi trovassi testa a testa con un esemplare di queste dimensioni, dentro di me sento che mi piacerebbe vederlo, ma nel mio più intimo credo che resterei sicuramente terrorizzata..........e voi?
Giancarlo Castello scrive
[...]
Carissima Roberta, vediamo come si fa a determinare la specie di un serpente, attraverso la sua esuvia, ovvero attraverso la pelle rilasciata a seguito di una muta. Intanto, in questo caso, fattore più importante si rivela la lunghezza, che risulta superiore ai due metri. Esiste una sola specie che può superare questa lunghezza. Personalmente ho avvistato già due volte esemplari di due metri e mezzo e, a occhio e croce, di una trentina di chili. Possiamo affermare che si tratta di un duro colpo per chi si lascia facilmente spaventare dai rettili. Altro fattore determinante è la forma delle scaglie, che risulta chiaramente dalle foto del corpo. Si tratta di scaglie regolari, a forma di goccia, perfettamente distanziate. Anche l’andamento generale del serpente, il graduale assottigliamento del corpo, può essere significativo. In particolare esamineremo la testa, che costituisce di solito la chiave di volta per arrivare alle conclusioni. Se confrontiamo la testa di un esemplare vivo con l'immagine della pelle, saltano subito all’occhio le attinenze specifiche. La foto, messa vicino all’esuvia, ci mostra: la placca centrale tra gli occhi (segnata con una linea rossa) è identica, così dicasi per le due placche frontali (N. 1 e N. 2) e la coroncina di placchette laterali (NN. 3-4-5-6). Per quanto mi riguarda sono certo che si tratti di un importante serpente della Famiglia dei Colubridi, per la precisione del Malpolon monspessulanus, specie della Liguria occidentale, del basso Piemonte, della vicina Francia e di poche altre zone del Mediterraneo. La Famiglia, costituita da serpenti piuttosto grandi, comprende 16 specie e 13 sottospecie. Le sottospecie, per chi non lo sapesse, sono per così dire variazioni sul tema delle specie principali. La specie esaminata è conosciuta con diversi nomi, ad esempio Colubro lacertino, Colubro di Montpellier o, addirittura cobra italiano. Quest’ultimo inquietante appellativo si riferisce a due particolari che esamineremo subito. Il primo riguarda l’atteggiamento. Quando è minacciato si erge fino a settanta centimetri, con fare aggressivo, espandendo al massimo la testa e soffiando in modo caratteristico. Ciò ricorda il modo di fare di famigerati serpenti indiani e africani. Il soffio fa paura a molti, quindi viene facilmente ucciso, quando il terrore non fa scappare noi e lui a gambe levate. Per spaventarci comincia con un sibilo basso, inquietante, che poi si alza di molto, troncandosi sulla nota più alta, tornando basso per sfumare. Il suo problema è che ama stare nei pressi dei casolari di campagna, dove, per liberarci dai topi, rischia la vita. Si nutre principalmente di lucertole (come dice il nome volgare), ma gradisce tantissimo piccoli mammiferi, nonché uccellini e serpentelli. Gli effetti del suo veleno sono molto simili a quelli del cobra (ecco il secondo motivo del suo soprannome) ma in confronto davvero ridottissimi e mai mortali per noi. Inoltre i suoi denti sono posti all’interno della mascella, quindi il suo morso ha una dinamica diversa dagli altri ofidi. E’ molto intelligente e, se ti diventa amico, si avvicina senza soffiare (lo so per esperienza…) Il suo modo di cacciare è davvero affascinante. E’ un corridore eccezionale, agilissimo arrampicatore, e anche nuotatore provetto. Dopo aver sollevato il corpo, che resta del tutto fermo, muove lo sguardo dappertutto, velocemente, osservando l’ambiente con attenzione. Non per niente è il serpente europeo con la vista più acuta. A differenza degli altri serpenti, che non tollerano il troppo caldo, lo si può vedere in giro anche se ci sono 40 gradi di temperatura. Il suo orario preferito è dalle 10 alle 12, ma in generale dalle 9 alle 18. Può vivere fino a 25 anni e si accoppia di solito in maggio (a volte anche in giugno). Lo si può osservare da marzo a ottobre.
Allego la comparazione tra la testa e l'esuvia del serpente.
Buona giornata, cara Roberta, e complimenti per le foto perfette! Giancarlo Castello
Wow a me sarebbe piaciuto vedere una biscia di queste dimensioni...
RispondiEliminacerto, me la sarei fatta sotto dalla tremarella, ma ne sarebbe valsa la pena!
non perdi l'occasione per raccontarci...brava.
RispondiEliminaGrazie Roberta per ricordarci che non siamo gli unici abitanti della Liguria.
RispondiEliminaPer fortuna la Liguria e' ancora viva :)
Caspita, che effetto queste foto! Io ho un pò di paura dei serpenti...dalle mie parti ne ho visto uno morto sulla strada. Era nero e lungo più di un metro e mezzo. Brrrr, che impressione!
RispondiEliminaScusa le poche visite, non ti perdo di vista è solo che dedico poco tempo al pc in questo periodo.
Ciao!!
Ecco!!!
RispondiEliminaLo sapevo di averlo già incontrato... non appena hai nominato "lacertino" mi è subito tornato alla mente questo serpente... Beh... che dire una illustrazione e descrizione molto dettagliata e grazie a Vito che ha segnalato questa muta incanevole...
Grazie a te mia cara per averci esaudientemente fatto conoscere questo esemplare...
Ciao Roberta scusa per il ritardo nel farti visita... causa di forza maggiore... (devo stare a riposo)...
Beh.... buona giornata un grande bacione
bentrovata! dopo dieci giorni di assenza ti trovo "viva" più che mai. penso con un po' di nostalgia al fresco che ho lasciato in Olanda... Qui con le giornate calde, altro che bisce...ciao, ciao...
RispondiEliminaho letto il messaggio di Stella, però... Andora non è troppo lontano, si potrebbe combinare lo stesso....ciao ciao
RispondiEliminaCiao Roberta. La sola vista delle foto mi ha terrorizzata, figuriamoci se le vedessi dal vivo. Brava e attenta a tutto, come sempre, tu.
RispondiEliminaBuona giornata.
Bell' esemplare. Sui serpenti sulle loro implicazioni psicologiche, sulle paure e sull' amore si e' scritto tanto, a partire da Freud e Jung. Ma non dimentichiamo il serpente che ha tentato Eva, sara' per questo che le donne temono e amano questo animale?
RispondiEliminaFelice e radioso giorno.
Vale
Ciao, Rob. Post interessante...
RispondiEliminaUn salutone
annarita
Ciao, finalmente ho trovato il tuo blog..
RispondiEliminaIntanto un caro saluto, qualche volta ci sentiamo su skype, se ti va, tempo permettendo.
Il post è interessante, ma a dirti il vero ho avuto un incontro ravvicinato con una serpe di montagna e non so se è stata paura, certo che mi ha fatto venire la pelle d'oca e sono una che ama tutti gli animali:-) Molto attento il sig. Vito., ma si vede dallo sguardo.
Ciao Riri, a dirti la verità anche a me fanno uno strano effetto. Qualche settimana fa ho fotografato una natrice viperina abbastanza grossa e ancora oggi quando passo da quel posto mi aumenta l'adrenalina. Su skype non ci vado da molto tempo, in questo periodo uso quasi sempre facebooke. Tu ci sei? Cerca il mio nome e ti darò volentieri l'amicizia. Un caro saluto.
Elimina