Mercoledì 20 gennaio si è celebrato San Sebastiano. A questo Santo Dolceacqua, nostro comune limitrofo, è molto devoto, pur non essendo il Santo Patrono.
Domani infatti si svolgerà la consueta processione. Qui potrete leggere in cosa consiste e perché si svolge. Nel nostro comune non viene ricordato da moltissimi anni.
Nell'anno 1928 si svolse l'ultima processione in onore di questo Santo, una processione un po' bizzarra di cui si è persa la memoria storica. Questa estate, dopo aver letto nel fascicolo datomi da Marino Cassini di questa processione, ho chiesto a diverse persone che dicono di conoscere molto bene la storia di Isolabona se ricordavano questo avvenimento, la risposta è stata questa:
«Questa processione non si è mai svolta».
Non mi sono persa d'animo e quando ho incontrato una delle persone più anziane che abitano a Isolabona, le ho chiesto se si ricordava la processione e lei, mi ha risposto che se la ricordava bene, infatti appena le chiesi:
«Mariuccia, ve la ricordate la processione di San Sebastiano»? Lei mi rispose, «Piglieiru! Piglieiru!», poi continuò a raccontarmi alcuni particolare di come si svolgeva che leggerete più avanti. A questo Santo c'è anche un riferimento nelle Memorie di Giò Antonio Cane ordinate al figlio Francesco, infatti possiamo leggere tra la carta 50 e 51 questo:
[...]Altra memoria
Nel 1594 la peste immondava tutti questi Paesi circonvicini si facevano preghiere, voti e Processioni infine con l’intercessione di S. Sebastiano e della Beata Vergine delle Grazie, cessò. Tutti quei di Sospello, andavano a piedi scalzi alla Madonna del Mondovì, e vi lasciarono un calice d’argento di sei libre, e sei grosse torchie e quaranta crossagi di argento, e poi s’incamminarono Processionalmente, quei della Scarena sino a Tenda a quel gran Santuario e si ottenne la grazia. In riguardo a quello che ho deto della Peste di Dolceacqua nel 1594 vi restarono in Dolceaqua solo sedici persone vive, fato voto a S. Sebastiano e coll’Intercessione di Maria Vergine cessò, e nel giorno di S. Sebastiano si canta la Messa e a Vespro si fà la Processione Generale in memoria di questo[...].
Memoria questa molto significativa infatti, a parer mio, potrebbe significare che questo Santo già nel XVI secolo era molto venerato in queste zone.
Questa processione si svolgeva anche in altri luoghi, come ad esempio a Milano e con la stessa procedura con cui si svolgeva a Isolabona.
Di seguito potrete leggere lo svolgimento descritto da Marino Cassini.
Ancora una volta grazie Marino per aver trascritto questa memoria che sarebbe sicuramente andata persa.
Di Marino Cassini
[...]LA PROCESSIONE DI SAN SEBASTIANO
La tradizione
L'ultima processione risale all'anno 1928. Si trattava di uno strano rito la cui origine sembra essere legata ad un periodo di pestilenza che colpì tutta la regione. Il suo svolgimento era alquanto singolare. Il prete in testa al corteo attraversava le vie e i vicoli illuminati fiocamente da centinaia di luci prodotte da lumi ad olio posti sui davanzali e dalle immancabili file di gusci di lumaca riempiti di olio e muniti di uno stoppino. Dopo un inizio calmo, durante il quale i fedeli intonavano le litanie dei Santi e si chiedeva a San Sebastiano di tener lontana la peste, il prete, all’improvviso, accelerava il passo e cominciava a correre mentre i partecipanti, in particolar modo i giovani, lo inseguivano al grido di “Piglieiru! Piglieiru! (Prendetelo, prendetelo!)
Il perché di tale processione viene spiegato da G.C.Pola Falletti nella sua opera Associazioni giovanili e feste antiche: le loro origini, vol. 4°, Milano, 1939, in cui si legge: "Tale processione facevasi in adempimento di un voto fatto dal parroco di quella comunità per liberarla dalla pestilenza forse nel XV secolo. Quel parroco avrebbe assunto per sé e per i suoi successori il pio impegno di farsi vilipendere nel percorso di detta processione. Così avveniva che egli fosse rincorso dalla gioventù, provocando scompigli poco adatti alla serietà della cerimonia che fu soppressa." E a sopprimerla fu il parroco Don Tornatore di Dolceacqua, uomo di indole schietta, un poco irascibile, che non tradiva la sua origine contadina. Avendo notato l'intemperanza dei giovani, che raggiungevano sempre eccessi non consoni al rito, vi pose fine.
Una spiegazione della ragione per cui quel primo parroco promosse la processione nel giorno di San Sebastiano, potrebbe trovarsi nel fatto che, secondo quanto è stato tramandato, quel sacerdote, durante una pestilenza, non aveva ritenuto opportuno, per incolumità personale, entrare nelle case degli appestati per impartire l'estrema unzione. Non volendo aver contatti con i moribondi, si era limitato a camminare velocemente per tutti i vicoli e a impartire una breve benedizione rivolto verso l'uscio dei morenti. Cessata la peste e resosi conto di essere venuto meno ai suoi doveri, costui promosse quel rito, lasciandolo in eredità - come spiega il Pola Falletti - ai suoi successori.[...]
Domani infatti si svolgerà la consueta processione. Qui potrete leggere in cosa consiste e perché si svolge. Nel nostro comune non viene ricordato da moltissimi anni.
Nell'anno 1928 si svolse l'ultima processione in onore di questo Santo, una processione un po' bizzarra di cui si è persa la memoria storica. Questa estate, dopo aver letto nel fascicolo datomi da Marino Cassini di questa processione, ho chiesto a diverse persone che dicono di conoscere molto bene la storia di Isolabona se ricordavano questo avvenimento, la risposta è stata questa:
«Questa processione non si è mai svolta».
Non mi sono persa d'animo e quando ho incontrato una delle persone più anziane che abitano a Isolabona, le ho chiesto se si ricordava la processione e lei, mi ha risposto che se la ricordava bene, infatti appena le chiesi:
«Mariuccia, ve la ricordate la processione di San Sebastiano»? Lei mi rispose, «Piglieiru! Piglieiru!», poi continuò a raccontarmi alcuni particolare di come si svolgeva che leggerete più avanti. A questo Santo c'è anche un riferimento nelle Memorie di Giò Antonio Cane ordinate al figlio Francesco, infatti possiamo leggere tra la carta 50 e 51 questo:
[...]Altra memoria
Nel 1594 la peste immondava tutti questi Paesi circonvicini si facevano preghiere, voti e Processioni infine con l’intercessione di S. Sebastiano e della Beata Vergine delle Grazie, cessò. Tutti quei di Sospello, andavano a piedi scalzi alla Madonna del Mondovì, e vi lasciarono un calice d’argento di sei libre, e sei grosse torchie e quaranta crossagi di argento, e poi s’incamminarono Processionalmente, quei della Scarena sino a Tenda a quel gran Santuario e si ottenne la grazia. In riguardo a quello che ho deto della Peste di Dolceacqua nel 1594 vi restarono in Dolceaqua solo sedici persone vive, fato voto a S. Sebastiano e coll’Intercessione di Maria Vergine cessò, e nel giorno di S. Sebastiano si canta la Messa e a Vespro si fà la Processione Generale in memoria di questo[...].
Memoria questa molto significativa infatti, a parer mio, potrebbe significare che questo Santo già nel XVI secolo era molto venerato in queste zone.
Questa processione si svolgeva anche in altri luoghi, come ad esempio a Milano e con la stessa procedura con cui si svolgeva a Isolabona.
Di seguito potrete leggere lo svolgimento descritto da Marino Cassini.
Ancora una volta grazie Marino per aver trascritto questa memoria che sarebbe sicuramente andata persa.
Di Marino Cassini
[...]LA PROCESSIONE DI SAN SEBASTIANO
La tradizione
L'ultima processione risale all'anno 1928. Si trattava di uno strano rito la cui origine sembra essere legata ad un periodo di pestilenza che colpì tutta la regione. Il suo svolgimento era alquanto singolare. Il prete in testa al corteo attraversava le vie e i vicoli illuminati fiocamente da centinaia di luci prodotte da lumi ad olio posti sui davanzali e dalle immancabili file di gusci di lumaca riempiti di olio e muniti di uno stoppino. Dopo un inizio calmo, durante il quale i fedeli intonavano le litanie dei Santi e si chiedeva a San Sebastiano di tener lontana la peste, il prete, all’improvviso, accelerava il passo e cominciava a correre mentre i partecipanti, in particolar modo i giovani, lo inseguivano al grido di “Piglieiru! Piglieiru! (Prendetelo, prendetelo!)
Il perché di tale processione viene spiegato da G.C.Pola Falletti nella sua opera Associazioni giovanili e feste antiche: le loro origini, vol. 4°, Milano, 1939, in cui si legge: "Tale processione facevasi in adempimento di un voto fatto dal parroco di quella comunità per liberarla dalla pestilenza forse nel XV secolo. Quel parroco avrebbe assunto per sé e per i suoi successori il pio impegno di farsi vilipendere nel percorso di detta processione. Così avveniva che egli fosse rincorso dalla gioventù, provocando scompigli poco adatti alla serietà della cerimonia che fu soppressa." E a sopprimerla fu il parroco Don Tornatore di Dolceacqua, uomo di indole schietta, un poco irascibile, che non tradiva la sua origine contadina. Avendo notato l'intemperanza dei giovani, che raggiungevano sempre eccessi non consoni al rito, vi pose fine.
Una spiegazione della ragione per cui quel primo parroco promosse la processione nel giorno di San Sebastiano, potrebbe trovarsi nel fatto che, secondo quanto è stato tramandato, quel sacerdote, durante una pestilenza, non aveva ritenuto opportuno, per incolumità personale, entrare nelle case degli appestati per impartire l'estrema unzione. Non volendo aver contatti con i moribondi, si era limitato a camminare velocemente per tutti i vicoli e a impartire una breve benedizione rivolto verso l'uscio dei morenti. Cessata la peste e resosi conto di essere venuto meno ai suoi doveri, costui promosse quel rito, lasciandolo in eredità - come spiega il Pola Falletti - ai suoi successori.[...]
Bellissimo post!!!!
RispondiEliminasimpatica usanza! mi immagino i lisurenchi rincorrere il prete... anche lo "scurotu" nel mercoledì delle ceneri...è una strana festa..
RispondiEliminaPeccato perdere la memoria di queste tradizioni religiose: sono parte delle nostre radici
RispondiEliminaBuona domenica!
Mi pare che dalle tue parti un certo fermento non manchi affatto, per le tradizioni, molto bello!
RispondiEliminaHo già detto che le tradizioni sono cultura, e quindi vanno tramandate.
P.S. AUGURI PER l'ADSL Roberta, buona domenica!
i fatti religiosi sono quasi sempre legati a qualche avvenimento storico, è un peccato perderne il ricordo. Fai bene Roberta a scavare ...
RispondiEliminaMolto interessante. La foto, bellissima, mi ha fatto ricordare il passo de L'angelo di Avrigue in cui Biamonti descrive la processione di San Sebastiano con la statua del santo portata per i vicoli del borgo.
RispondiEliminaquando lavoravo con gli anziani scoprire da loro cose che non si immaginano più è sempre stato bellissimo...
RispondiEliminabuona domenica
Peccato che per anni si sia persa la memoria della processione...
RispondiEliminaPeccato che queste tradizioni col tempo siano scemate ovunque. Ritengo che questo tipo di manifestazioni vadano ben oltre la tradizione e rientrino in un vero e proprio bagaglio culturale popolare. Penso a questo patrimonio culturale sempre più in declino, come un aspetto che valorizza il rapporto tra le cose e le persone: un vero bagaglio umanistico!
RispondiEliminaNel paese in provincia di Ravenna, in cui insegno, il culto di San Sebastiano è molto sentito. E' infatti il patrono della città, e qui si svolge annualmente la processione, secondo antica tradizione.
RispondiEliminaInformazioni interessanti, Rob!
Salutoni.