Questa sera cercando un documento archiviato in Drive, mi sono imbattuta in questo articolo scritto nel 2017 sulla sagra delle Anguille per una rivista locale.
Rileggendolo mi ha fatto fare delle riflessioni legate allo stato attuale di Isolabona facendomi cambiare idea su alcuni miei punti di vista.
Collaborando alle varie iniziative dell'Amministrazione Comunale, mi sto rendendo conto che forse, si è sulla strada giusta.
Cosa voglio dire?
Che la partecipazione delle persone per averla la devi costruire!
L'entusiasmo, la volontà e la capacità di aggregare è l'unica soluzione per ottenere dei risultati, sembrerebbe scontato ma non lo è.
Certo, i tempi cambiano e le esigenze anche, ma quello che serve oggi, è creare il collante per riuscire a dialogare con tutti per spezzare quella anacronistica divisione che non fa bene a nessuno.
Domenica ho finalmente riallacciato i rapporti dopo tanti anni con una persona,
lavoreremo insieme e faremo sicuramente qualcosa di bello per Isolabona.
C’era una volta la sagra dell’Anguilla
Di Roberta Sala
Nel mese di luglio negli anni compresi tra il 1965 e la metà di quelli settanta, a Isolabona si svolgeva la sagra dell’anguilla. Nella piazza del Buteghin e successivamente nell’attuale area per le feste, in una grande padella, le anguille venivano fritte e servite calde; Una sagra che richiamava gli abitanti di tutta la val Nervia e non solo.
Per la preparazione delle anguille, c’era la partecipazione di tutto il paese: donne, uomini e bambini.
Tutti avevano un ruolo nell’organizzazione della sagra, un tipico esempio di lavoro collettivo.
D’altro canto l’anguilla ha sempre rappresentato un simbolo per il paese di Isolabona, in quasi tutte le famiglie vi erano persone che praticavano la pesca nel torrente Nervia con le diverse tipologie: VÀREGU, SECÄGNA, FURSINA, FRESCIALE, CURDÄE, MASSÄME e ancora oggi, alcuni personaggi nativi di questo luogo, vengono ricordati tramite aneddoti legati proprio alla pesca dell’anguilla.
Sono ormai passati diversi decenni dalla sua ultima edizione ma i ricordi che riaffiorano guardando le vecchie fotografie dell’epoca, sono per lo più emozionali a significare quanto questa sagra abbia lasciato un qualcosa di positivo in ogni “Lisurenco”.
Ricordare questa sagra non ha una valenza esclusivamente storica, ma soprattutto culturale che ci deve far riflettere.
Se si volesse riproporre la sagra nel prossimo mese di luglio, non sarebbe più la stessa cosa. Troppo eterogeneo il tessuto abitativo del posto, le persone che fanno parte di questo Borgo non sono più disposte a collaborare come si faceva trenta o quaranta anni fa perché le esigenze e le abitudini sono cambiate in modo radicale, comportamento riscontrabile in quasi tutti i Borghi della valle per iniziative simili.
L’ultimo grande riconoscimento l’anguilla di Isolabona l’ha ricevuto da Nico Orengo che nel 2009, per l’editore Einaudi, pubblicò la sua ultima fatica letteraria dal titolo Islabonita.
All’autore l’Amministrazione Comunale gli ha dedicato una piazzetta, là dove oggi una grande anguilla artistica realizzata dallo scultore Giovanni Tamburelli nel 2008, gli fa da cornice.
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