venerdì 29 maggio 2009

Il silenzio, Francesco Biamonti

Francesco Biamonti

Due giorni dopo il tempo era mutato. Entrava un'aria fine, piena di ombre e di tremoli d'argento.
Edoardo ripuliva l'area di caduta delle olive: ben presto si sarebbero dovute stendere le reti. Era con Sirio, un suo compagno. Sirio aveva fatto un po' di carriera nella marina da guerra e per passare il tempo lavorava in nero. Erano nati degli arbusti, lentischi, allori e alaterni, e li toglievano col picco.
- Mi rincresce. Sarebbero belli.
- Imbarazzano, e crescono a spese degli ulivi.
- Sui margini si potrebbero lasciare.
- Togli tutto, ce n'è tanti nel bosco.
- Piacciono dentro ai vasi.
- A chi?
- Alle donne.
- Non certo a quelle che andavano a segare il fieno sulla montagna.
- Hai una strana visione delle falciatrici, delle nostre madri.
- Ogni tanto sul mare me le vedevo davanti e mi dicevo:
hanno fatto una vita peggiore della nostra. Tu non ci pensavi?
- in questo momento non mi viene in mente, -disse Edoardo. Gli venivano in mente tante altre cose, ma non quel ricordo.

Entravano soffi più forti e vagavano ombre argentate.
Sirio era un lavoratore scrupoloso; e nella foga calpestava minuscoli fiori che, nella loro tinta, facevano concorrenza al cielo.
- Fa con calma.
- A novembre dobbiamo abbacchiare: stanno già uscendo le mosche dal verme di San Luca. Meglio prendere le olive acerbe che punte. O vuoi prenderle come Dio le manda?
Le ombre argentate si posavano sugli alberi, poi ripartivano. Passavano nuvole traforate, resti di cirri davanti al sole.
- Sta per venire il vento da ponente.
- Non è un vento freddo.
- Forse stasera piove.
- Se il tempo ci lasciasse finire questo lavoro.
- A me piace sempre quando piove. Mi sembra di bere insieme agli alberi.

Francesco Biamonti
Il silenzio, Torino, Einaudi 2003

Il dialogo, dai riflessi bucolici, tra il protagonista de " Il silenzio" Francesco Biamonti e un suo collaboratore al lavoro tra gli ulivi. Notazioni paesaggistiche e umori meteorologici individuano ancora una volta il palcoscenico ligure-provenzale della narrativa di Biamonti, perfetto equilibrio di lirismo estremo e di rigoroso naturalismo. Fu del resto lo stesso editore Einaudi a voler accreditare per lui l'immagine di scrittore contadino e di coltivatore di mimose.
Da la Casana n° 1 gennaio/marzo2009 Banca Carige.



Questa estate mi sono ripromessa di leggere Biamonti, lo scrittore che meglio di tutti ha saputo dipingere con le parole il nostro territorio.

8 commenti:

  1. Grazie di averlo segnalato. Non conoscevo l'autore. "Il silenzio" è una lettura che inserirò tra quelle estive.

    Ciao, Rob!

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  2. Secondo quanto hai postato, pare una lettura interessante. Ci racconterai...
    Ciao!

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  3. Nemmeno io lo conoscevo, ma in questo periodo tutto ciò che mi riporta alla "terra" mi coinvolge.
    Seguirò la tua segnalazione.
    :-)

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  4. Eccezionale dialogo. Conosco, solo di nome, Biamonti, ma non ho mai letto nulla. Chiedero' alla mia libraia di procurarmi uno dei suoi libri.
    Grazie.
    Buona notte
    Vale

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  5. Felicitazioni, Roberta!
    Ma come hai fatto?

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  6. bellissimo stralcio di vita...grazie

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  7. @stella, non capisco a cosa ti riferisci....adesso ti invio una mail, perchè la curiosità è ptroppa!
    Baci

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