lunedì 22 giugno 2009

Araneus diadematus, ragno crociato.

 


Parecchi mesi fa ho fatto questa fotografia nel mio giardino, camminava sulle pietre e mi ha fatto parecchia impressione.....devo confessarvi che i ragni in generale mi provocano una certa repellenza.......in poche parole mi agitano !!!
Sono stata comunque attratta da questo grosso ragno che ho anche fotografato, con la speranza prima o poi di scoprire il suo nome.
Purtroppo non ci sono riuscita da sola, ma grazie a Giancarlo Castello tutto mi è stato più semplice, è bastata una mail......


Giancarlo Castello scrive
[...]


Questo è l'Araneus diadematus (ragno crociato)  o Epeira diademata, del tutto innocuo, nonostante la croce sul dorso che la leggenda popolare vede con sospetto, come la maggior parte dei ragni italiani. Ovviamente i ragni sono Aracnidi, no Insetti.[...]

Per saperne di più da Vikipedia 
 

[...]
Come gran parte dei membri della famiglia Araneidae (di cui è l'esponente più comune ) trascorre il proprio tempo al centro di una struttura di seta orbicolare, la quale oltre a rappresentare la "dimora" del ragno costituisce un vero e proprio campo di battaglia nel caso in cui una qualsiasi preda di opportune dimensioni vi rimanesse impigliata.
Se disturbato il più delle volte tende a darsi alla fuga piuttosto che reagire in modo aggressivo, ma nell'eventualità in cui dovesse verificarsi il morso (eccetto casi di ipersensibilità) in soggetti sani le conseguenze sarebbero davvero minime, essendo le tossine del veleno poco attive e la quantità massima inoculabile estremamente ridotta.[...]

Da  Focus .it
[...]
L'incontro tra la preda e il predatore offre in questa micrografia al microscopio elettronico nuovi punti di vista. Un ragno (Araneus diadematus) continua a leggere 




E voi cari lettori, cosa vi provoca la vista di un ragno?
Vi ho già detto cosa provoca a me, e oggi pulendo il giardino, ne ho incontrati parecchi ma più piccoli di questo......per fortuna!!!
Vivendo in campagna è facile fare di questi incontri, anche se preferisco incontrare farfalle......al massimo qualche cimice........


8 commenti:

  1. anch'io sono sempre a combattere i piccoli ragni in casa, sulla terrazza, in veranda...ma non mi fanno paura, solo fastidio perchè la casa sembra poco curata, invece, essendo in campagna...
    comunque, anche se pelose, sono belle creature, come si vede dalla foto...

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  2. I ragni mi terrorizzano, ma non sono aracnofobica!:)
    In realtà ho una forte repulsione a tutti gli insetti...che ci posso fare?!?E dire che abito in una zona di campagna anch'io e allora vengono a farci visita tanti begli animaletti strani......
    A presto, Rob!

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  3. anche a me i ragni fanno paura di qualsiasi grandezza siano x favore non mettere più foto di loro

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  4. Mi fanno più senso gli scarafaggi.

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  5. a me i ragni non danno fastidio...i topi, beh quelli non posso neanche nominarli (pensa non sono riuscita nemmeno leggere "Uomini e topi" dallo schifo!).
    Di questi ragni, ne ho visti parecchi, da bimba pensavo fossero velenosi perchè avevano la croce.
    Buona serata

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  6. Ho visto diverse volte questo ragno. E' vero il suo diadema crociato fa una certa impressione. Ritengo che sia una sorta di camuffamento per evitare i loro predatori e per mascherarsi bene nel fogliame o nel terreno (il tuo Epeira infatti camminava sulle pietre) e cosi' attirare poco l'attenzione.
    Vedere un ragno non mi provoca particolari sensazioni. Mi attira invece la sua tecnica di costruzione della tela.
    La gente forse ha paura di questi artropodi perche' sono stati considerati come creature leggendarie presenti nei miti e leggende dei diversi popoli e culture del mondo. Presenti poi nei film horror.
    Vedere tessere la tela mi ricorda la nascita mitologica di questo artropodo.
    La bella, fiera, saggia, Dea Minerva che amava i tumulti delle battaglie, amava anche e, non meno, le tranquille gioie della pace. Le sue instancabili dita sapevano tessere meravigliosamente bene e sapevano creare ricami preziosi arazzi di mirabile fattura. Nessuna dea, nessuna Ninfa, nessun mortale potevano starle a paragone e, le donne di Grecia si vantavano di essere abili a ricamare perfettamente, perché lo avevano appreso dall'arte incomparabile della dea guerriera.
    Ma nella Lidia abitava una fanciulla orgogliosa, Aracne, la quale non voleva saperne di dovere la propria bravura agli insegnamenti divini. Alla domanda "Ti ha insegnato la saggia Minerva a tessere così?" Rispondeva "Nessuno mi ha insegnato." Minerva seppe dalle Ninfe pettegole la risposta orgogliosa della fanciulla di Lidia e scese sulla terra sotto forma di una vecchia rugosa e busso alla porta di Aracne, che stava come al solito tessendo al telaio. "Che tele meravigliose!- esclamò la vecchietta - solo la saggia Minerva, potrebbe farne di così belli". "Vorrei che venisse qui a misurarsi con me! Credo che la vincerei la dea che si crede invincibile! - disse Aracne, aggiungendo - né dea né donna può superare la mia abilità sul telaio!"
    Minerva allora si appaleso' e disse "Siediti, cominciamo la gara!" Aracne, istoriò gli episodi più belli della vita dei Numi e Minerva la magnificenza dell'Olimpo.
    Minerva, alla fine, irritata per la magnificenza delle sete della rivale, strappò in cento pezzi il lungo lavoro di Aracne, gridando: "Orgogliosa donna, tu devi morire, poiché hai sfidato oltraggiosamente una dea!". Ma poi, impietosita dalle lacrime della fanciulla, che, dopo aver visto il suo paziente ricamo di tante notti finire in brandelli, attendeva terrorizzata la morte aggiunse:"Invece di darti la morte, voglio essere generosa con te, tu vivrai, ma la tua vita sarà eternamente appesa ad un filo!"La toccò sulle spalle con la lancia dorata e la tessitrice si fece piccola piccola, il corpo le si aggrinzì, il capo divenne un peloso batuffolino nero, le gambe snelle si trasformarono in tante zampette sottili.La fanciulla era diventata un grosso ragno nero! E da quel giorno, eternamente, tessé le sue tele sottili negli angoli tranquilli, le tese tra i rami e i cespugli, ove l'ombra cupa dei boschi le circondava di umidi vapori, le tese ove il Sole, sfolgorando lieto sul mondo, le faceva scintillare di riflessi cangianti.
    Vale

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  7. In Sardegna esiste il mito dell' Argia (S' Argia), una sorta di ragno. L' Argia e' amata perché dà vita a feste e divertimenti, e' odiata perché provoca malattia e umiliazione: si tratta di una vera e propria ballerina variopinta.
    In realtà è un animaletto piccolo e molto velenoso: alcuni lo descrivono come un ragno, altri come una grossa formica.
    In ogni caso, la sua puntura può essere mortale se non curata nei tempi e nei modi imposti dalla tradizione.
    S'argia è avvolta da mille misteri: per i sardi è la sola sopravissuta allo sterminio voluto da Dio degli animali velenosi dell'isola.
    Rari gli incontri con qualche "argia maschio": quasi unicamente "femmina", si presenta con tanto di corpetto e gonna.
    I colori degli abiti indicano il suo stato civile, come per le donne sarde: nubile, sposata o vedova. Il nero indica la vedova, il bianco la nubile, il maculato la sposa.
    Per esorcizzarla si canta
    ''Comare Arza, comare arza mia,
    non fattèdas male a sa pessone mia,
    non fattèdas male a sa mia pessone,
    bos app' a narrer muttos e cantones,
    muttos e cantones de onzi zenia,
    comare Arza, comare Arza mia''.
    (Comare Argia, comare Argia mia/non fate male alla persona mia/non fate male alla mia persona/vi diro' mutos e canzoni/ Mutos e canzoni d' ogni genia/ comare Argia, comare Argia mia).
    I mutos sono canti monostrofici generalmente utilizzati dall' uomo per dichiarare il proprio amore, ma anche nelle feste paesane con funzioni ludiche e conviviali.
    Vale

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  8. Vorrei pubblicare una foto di un ragno trovato da un amica oggi mai visto qualcuno sa dirmi come fare e se riconosce il tipo?

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