domenica 14 giugno 2009

Le Achillee, camomilla servaiga.

 
Fiori di Achillea
Questo tardo pomeriggio sono andata a fare un giro nelle fasce incolte vicino a casa mia certa di trovare fiori e insetti da fotografare, infatti le mie aspettative non sono state disilluse......
Nella fascia du Rissa ho trovato questo esemplare di Achillea, quello che in dialetto viene chiamata Camomilla servaiga, in quella di Alberto altri fiori e insetti molto interessanti di cui vi parlerò in un'altra occasione;)
Da fiori di Liguria di
G Nicolini 
A. Moreschi
[...]
Il termine Achillea è una denominazione derivata da un'antica leggenda collegata ad Achille, il quale, avendo appreso direttamente dal proprio maestro il centauro Chirone i segreti delle erbe medicinali, con i succhi di una di queste, curò le ferite dei propri compagni d'arme durante la tragica e cruenta guerra di Troia. 
Secondo altra fonte, lo stesso Achille, sotto consiglio di Venere, tentò di alleviare il forte dolore provocatogli dal dardo scagliato da Paride comprimendo alcune foglie di Achillea sulla parte ferita.
Nell'uno, come nell'altro caso, la tradizione parla di piante che in seguito non è stato più possibile identificare con sicurezza nonostante le approfondite ricerche di storici e naturalisti; pertanto, continua a rimanere oscuro se l'antica specie vulneraria fosse o no l'attuale Achillea millefolium.
Nel linguaggio dei fiori viene generalmente assegnato alle Achillee il valore simbolico di fiori della guarigione, ma stranamente, anche quello dell'emblema della guerra, forse perchè continuano ad essere collegati con le tragiche vicende del conflitto troiano.
Per questa ragione nella vicina Francia è stata battezzata con i nomi di Herbe à la coupure e Sorriso di Venere assumendo contemporaneamente il valore di veemente dichiarazione d'amore, intesa nel senso di passione che combatte ed elimina tutti gli ostacoli.
In Italia questa specie, oltre al comunissimo Millefoglio, conosce tutta una serie di battesimi specialistici:
Erba dei carpentieri, Erba dei boscaioli, Erba da tagli ecc, tutte denominazioni che ne rilevano lo specifico uso emostatico e disinfettante, soprattutto come soccorso di pronto impiego sui luoghi di lavoro, da parte degli artigiani, operai e contadini dei secoli passati.

Le Achillee sono piante perenni, soventi aromatiche, a rizoma strisciante ed a fusto eretto, talvolta cilindrico oppure angoloso, semplice o anche molto ramificato.
Le piante sono sempre provviste di foglie più lunghe che larghe, pennate o sub-intere.
Poichè appartengono alle famiglie delle Composite, le Achillee hanno fiori secondo il classico tipo a capolino, costituiti da una parte di fiori tubolari e da una corona di fiiori periferici ligulati. I frutti non presentano coste e sono tronchi all'apice.
Nella flora ligure nascono spontaneamente dieci specie di Achillea, la più diffusa è l'A. millefolium.
Quasi tutte le Achillee essiccate e tagliate, servono per la preparazione di un ottimo thè calmante e depurativo.
Le Achillee contengono in genere un glucoside,l'achilleina, acido achilleico, tannino, asparagina, fitosterina, micillagine, resine ed un olio essenziale.
La sostanza amara dell'A. millefolium, come nel passato, continua ad essere impiegata nella fabbricazione della birra ed insieme a l'A.herba rotta e A. nana, rimane il componente principale di quasi tutte le ricette di aperitivi, amari e l'iquori d'erbe.
Queste due ultime specie, soprattutto, sono attivamente ricercate e raccolte in grandi quantità dagli erboristi che ne estraggono i principi aromatici e tonici.
I loro distillati servono sovente per sostituire, nella fabbricazione del famoso liquore alpino Genepy, la ormai rara e introvabile Artemisia glacialis.  [...]
In ogni angolo della nostra terra vi crescono dei tesori, basta saperli riconoscere ed apprezzare, la natura ha pensato a tutto, sta a noi saperli riconoscere e farne un uso corretto........
 

10 commenti:

  1. Grazie, sempre preziosa nel farci conoscere i tesori della natura. Grazie anche per le notizie di carattere storico.
    Buona serata.
    Vale

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  2. CIAO ROBERTA !!!

    Ti ringrazio della mail che ho ricevuto...

    Andare a Pontida per la prima volta da giovane padano mi ha emozionato tantissimo !!! Mi sono ritrovato nel pratone sacro assieme ad altre 80 MILA persone... tutti ad acclamare a gran voce "BOSSI BOSSI BOSSI !!!".

    Purtroppo non sono riuscito a fare una foto assieme al senatùr perchè c'era una ressa tremenda... in compenso sono riuscito ad assicurarmi il posto sotto il palco, proprio attaccato alle transenne !!!

    Il prossimo anno ci ritornerò con tutto il gruppo dei giovani padani liguri !!!

    Un saluto e PADANIA LIBERA !!!

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  3. @lorenzo, oggi mi sa che ti sei proprio caricato......sei giovane e questi momenti li vivi con entusiasmo, sicuramente su questa tribuna troverai delle persone che non condivideranno il tuo pensiero, ma, essendo una tribuna libera, ognuno può esprimere la propria opinione politica e dissentire dalla tua scrivendolo liberamente.....
    ciao e a presto.

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  4. Ciao Roberta,

    condivido pienamente ciò che hai scritto, essendo anche io dell'idea che ognuno può esprimersi liberamente senza avere paura di essere contraddetto.

    Tu hai creato proprio questo blog per far convivere idee ed opinioni diverse.

    Ciao e a presto !

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  5. Ciao Roberta, da te imparo sempre qualcosa.
    Buon inizio settimana.

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  6. belle foto .. sono sempre piu' dell'idea che basta mettere il naso fuori di casa per vedere cose straordinarie della natura.....dico cio' perchè ho sempre fatto viaggi lunghissimi ma a volte le bellezze le abbiamo dietro l'angolo

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  7. Interessante, come sempre:)
    A presto!

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  8. ricordo le tazze fumanti della camomilla di mia nonna, me la faceva sempre molto zuccherata, ma rimaneva sempre troppo amara...

    è bello che da un'immagine scaturiscano ricordi sopiti...ciao

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  9. ricordo ancora... la camomilla si raccoglieva al mattino presto del 24 giugno, con la rugiada di S. Giovanni, poi si tagliavano i fiori con le forbici e si lasciavano all'ombra un paio di giorni ad essicare. infine si mettevano in un vaso di vetro e da lì se ne prendeva un pizico da far bollire nel pentolino...roba d'altri tempi, che bei ricordi...

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  10. Ne conosco un'altra specie che però cresce più ad alta quota e che tradizionalmente nel paese era conosciuta come camomilla in quanto quella romana non veniva coltivata, almeno nella mia famiglia.

    Pignoleria
    La dizione corretta in dialetto è
    sarvåigå

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