lunedì 14 dicembre 2009

La figura di Fortunato Peitavino ricordata da Libereso Guglielmi




In questi giorni ho iniziato a leggere il libro " Libereso, Il Giardiniere di Calvino" scritto da Ippolito Pizzetti e Libereso Guglielmi, edizione Muzzio editore 1993, avuto in prestito dall'amica Annamaria. Questo libro riporta integralmente i pensieri di Libereso Guglielmi in una sorta di intervista.
Già dalle prime pagine sono affascinata dal suo modo di vedere il mondo che ci circonda.
Non posso fare a meno di riportare alcuni brani che ricordano la figura di Fortunato Peitavino, il nostro compaesano che fu uno dei precursori della dieta vegetariana, infatti il Peitavino sosteneva questa tesi:

[...] già allora (si parla degli anni 1920/30) - ed è una cosa che solo adesso viene largamente accettata anche da un punto di vista medico- il rispetto delle giuste combinazioni dei cibi per una corretta alimentazione. In altre parole, non è quello che mangi, ma la combinazione degli alimenti[...]

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L'incontro con Fortunato Peitavino avvenne grazie al padre di Libereso che nella prima metà del 1920 conobbe tutti vegetariani naturisti della nostra zona, l'incontro con il Peitavino fu senza ombra di dubbio il più importante.
Peitavino come vi ho già detto qui,[...] era un fervente sostenitore delle teorie eutrofologiche dei profesori Josè Castro e Nicolas Capo, i due precursori di questa disciplina che fondarono a Barcellona una vera e propria scuola dove si insegnavano i principi scientifici sui quali basare un'alimentazione e un modo di vivere razionali ed armonici,conformi alla fisiologia umana.[...]

[...] Nel 1911 Peitavino apre la sede della scuola che non è altro che una colonia agricola naturistica. La località era detta " Campi Gontè", e ricordo che era una bellissima proprietà ricca di boschi misti, querce, pini, lecci e nella zona bassa un torrente ricco di salici, noccioli e altre specie di fiori indigini. Si dormiva in piccole casette di legno molto arieggiate; il pranzo era servito in un grande edificio sempre di legno. Naturalmente, i cibi erano tutti vegetariani, e già allora, le verdure erano tutte coltivate con concimazioni naturali[...]

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[...] Il discorso di Peitavino era inserito in una cornice più solida, forse... Peitavino sosteneva che viviamo una vita oltremodo antibiologica. Ma violando le leggi della vita naturale il castigo non tarda, ed ecco giungere il dolore, la malattia. é la teoria della monopatogenesi già sostenuta da Ippocrate.[...]

Ebbene su questo personaggio, come ha scritto l'amico Paolo Veziano:
[...]...non si può non reagire con un insieme di stupore e di indignazione al pensiero che molti dei suggerimenti salutistici che oggi gli "esperti" ci propongono regolarmente sui quotidiani, sui settimanali e in televisione sono contenuti nelle carte del Peitavino risalenti a ottanta anni fa".[...]
La nostra comunità si deve assumere l'onere di accendere i riflettori su questo coraggioso personaggio.
Personalmente mi sento un "ecomostro" dal punto di vista alimentare, cerco di controllarmi ma devo imparare molto.
Spero che alla fine della lettura di questo libro, scatti quella molla che a volte riesce a trasformare le persone in meglio...

9 commenti:

  1. L'incontro fra Ippolito e Libereso fu straordinario. Forse sono l'unico che li ha fotografati assieme.

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  2. Ciao Roberta, passo per un saluto

    ..."trasformare le persone in meglio" ecco un bel desiderio che vorremmo fosse esaudito!
    buona giornata

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  3. è molto interessante questo libro!
    mi piacerebbe leggerlo
    buon martedì ;-)

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  4. ma da te nevica? qui ancora nulla solo un freddo pungente che aspetta solo la prima nuvola carica per imbiancare tutto! un bacione

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  5. Ciao, Rob! Molto interessante ciò che ci racconti. Ho ingrandito l'immagine e letto le massime ivi contenute. Pensa che la prima "Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei" è il titolo di una mia unità di apprendimento sull'alimentazione, scritta per la rivista Scuola e Didattica. Come è piccolo il mondo!

    salutoni
    annarita

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  6. anni fa, l'amministrazione comunale di allora, ci aveva proposto di scegliere a quale illustre personaggio di Isolabona si poteva intestare la piazza nuova. Lorenzo frequentava da noi e, dopo la conoscenza del suo avo, avevamo proposto proprio Peitavino per la modernità del suo pensiero e per ciò che aveva creato. l'amministrazione accettò!

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  7. Ringrazio la mia maestra Ines per avermi fatto ricordare la manifestazione che si svolse undici anni fa, grazie alla quale fu intitolata a mio nonno la nuova piazza sul Rio Merdanzo.
    Io purtroppo di questa manifestazione ricordo poco perchè all'epoca ero solo un bambino di sei anni...

    Nonostante ciò spero che venga data alla figura di mio nonno la visibilità che merita, sempre con l'aiuto della nuova amministrazione, la quale ha dimostrato interesse alla mia proposta.

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  8. Mi sembra che di Peitavino ce ne siano parecchi,"spantegai" nell'Italia del nord!
    ciao Roberta.

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