lunedì 13 settembre 2010

La belote su facebook


Del gioco della belota  ve ne avevo già parlato in uno dei miei primi post questo. Che mi piaccia giocarci, anche se con scarsi risultati, non lo nascondo. Purtroppo non essendo una frequentatrice di bar, mi devo accontentare di partitelle contro mio figlio e se capita con qualche amico disposto ad avermi come compagna. Ieri sera ho scoperto una applicazione di facebook a questo indirizzo e ho provato a giocare. Pur non vedendo i miei avversari mi sono divertita molto. Questo gioco lo trovo affascinante, le fasi di gioco sono molto veloci e non bisogna perdere di vista le carte giocate. È il gioco che appartiene alla nostra tradizione anche se le sue origini sono da ricercare in altre zone d'Europa come meglio ci ha spiegato Pia nel suo commento del primo post:

pia ha detto...
La BELOTE
Gioco “di confine”- Jeu de tradition
La Belote è un gioco di carte di origine olandese diffusosi all’inizio del XX secolo specialmente in Francia grazie a F. Belot che lo ha perfezionato e dove è diventato “gioco nazionale”.
In Italia è molto conosciuto nelle zone di confine con la Francia, (Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta) nonché in alcune aree della Lombardia.
Si distinguono due varianti principali: la Belote ordinaire o classica e la Belote bridgée o moderna.
Ha tante varianti tecniche e possiede diverse strategie da applicare che dipendono soprattutto dall'abilità del giocatore.

Un gioco affascinante, per chi vuole provare, di seguito le regole del gioco.
Vi saluto vado a fare una partitina...
Regolamento
Si gioca a coppie. Ogni giocatore è seduto di fronte al proprio compagno. Il mazziere consegna 5 carte a testa in due giri (prima 3 poi 2), dopodiché ne gira una in tavola. A partire dal primo giocatore alla sua sinistra ciascuno decide se il seme della carta scoperta gli va bene come seme di atout (dicendo "mando") o no. Se non gli va bene deve dire "via". Se nemmeno al mazziere va bene deve dire "via" anche lui. In tal caso si fa un altro giro dove ogni giocatore può scegliere tra gli altri tre semi (dicendo "mando a ‘nome del seme’ ") o se preferisce di giocare a senza (dicendo "senza") o se invece intende ancora passare la mano dicendo "due". Se anche il secondo giro termina senza che nessuno abbia preso l’iniziativa il mazzo viene mischiato e passa ad un altro giocatore.
Se uno dei giocatori ha mandato ad un qualche seme ma un altro preferisce giocare "a senza", quest’ultimo può imporre la propria scelta dichiarandolo subito ("senza"). Non può succedere il contrario.
A questo punto il mazziere da altre tre carte a tutti i giocatori (ma solo due a colui che ha "mandato", al quale tocca anche la carta inizialmente girata).
Comincia il gioco. Il primo giocatore alla sinistra del mazziere butta una carta. I giocatori successivi (da destra a sinistra) sono obbligati a buttare una carta dello stesso seme se ne hanno, altrimenti devono "tagliare" (giocare una carta del seme di atout, sempre che ne abbiano). Se non hanno nessuna delle carte precedentemente richieste possono buttare quella che vogliono. Vince il giro chi ha tirato la carta più alta del seme scelto dal primo giocatore di mano, o, se nel giro sono uscite delle carte di atout, chi ha tirato la più alta.
Se la carta giocata dal primo giocatore è del seme di atout ogni giocatore è obbligato a giocarne una più alta di quelle uscite fino ad allora in quel giro, se ne ha. Se non ne ha ne deve giocare una più bassa, e se non ne ha nemmeno di più basse può giocare quella che vuole. Finito quel giro se ne comincia un altro, con il primo a giocare che sarà colui che ha vinto il giro precedente.
L’ultima mano vale 10 punti in più.
Eccezioni: riepilogando, ogni giocatore deve rispondere a seme o come seconda scelta giocare un atout. MA se quando è il suo turno il giro è virtualmente del suo compagno NON è obbligato a tagliare se non ha da rispondere a seme. Inoltre NON è obbligato a tagliare non avendo da rispondere a seme neanche se quando è il suo turno il giro appartiene virtualmente ad un avversario che ha tagliato e lui non ha un atout più alto.
Se al termine della mano (otto giri, fino a quando tutti hanno esaurito le carte) la coppia del giocatore che ha "mandato" (che ha scelto il seme a cui giocare) ha fatto meno punti degli avversari ("sono andati a bagno"), essi si prendono tutti i punti fatti dai quattro giocatori in quella mano (162 ad atout e 130 a senza + eventuali accusi).
I punti prima di essere annotati vengono arrotondati alla decina più vicina.
I punti a senza vengono RADDOPPIATI dopo essere stati arrotondati.
Qualora la carta inizialmente in tavola sia molto ambita per giocare a senza (1 o 10), o necessaria a qualcuno per completare un accuso, è possibile dire "contro" dopo una dichiarazione di "senza". In questo caso è colui che ha detto "contro" a mandare e a prendere la carta. Il gioco procede come a senza, con la differenza che alla fine il punteggio viene QUADRUPLICATO.
Capotto: se una coppia prende tutte le 32 carte in una mano fa 250 punti ad atout, 220 (x 2) a senza e 220 (x 4) a contro.
Il gioco finisce quando una delle coppie ha superato il punteggio stabilito (1000, 1500 pti, ma anche di più).

3 commenti:

  1. Io, pur abitando in questa zona e avendo visto valanghe di giocatori, non so neppure da dove si comincia a giocare! Eh, lo so che é grave, ma mi é venuto un attimo di sincerità! Ciao!

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  2. Quando alla fine degli anni Settanta arrivai a Milano la mia prima casa fu in via Porpora al numero 14 vicino a piazzale Loreto. Era il tempo della banda Vallanzasca, dell'Autonomia, di Re Nudo, del Macondo e delle Brigate Rosse. Via Montenevoso dove fu scoperta la base strategica di questa organizzazione era, è, una traversa di via Porpora. A fianco del mio portone potevi entrare in un bar frequentato da una fauna pulsante di vite fuoribinario. Metalmeccanici turnisti incazzati, rapinatori appena usciti di galera in cerca di ingaggio, slavi biscazzieri e armati, greci ridanciani e truffatori, casalinghe ribelli dei piani di sopra in cerca di brivido, padri disperati in cerca delle figlie in fuga, tossici che si erano appena bucati in piazza Aspromonte, intellettuali disillusi che avevano buttato la spugna e scrivevano per riviste pornografiche, compagne e compagni, seri e frichettoni uniti nella lotta. Un giorno a un tavolo vidi quattro che giocavano a carte. Perdio, ma giocavano a belote! un gioco francese diffusissimo nell'estremo Ponente ligure, ma che pensavo sconosciuto in città. E difatti sconosciuto lo era, ma non ai malavitosi che lo avevano imparato, come seppi in seguito, dai loro colleghi di Marsiglia. Quel bar c'è ancora, ma non è più lui.

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