sabato 12 febbraio 2011

Marino Cassini risponde a Luciano Gabrielli


Questo pomeriggio, dopo aver letto il commento di Luciano Gabrielli lasciato al post precedente, ho contattato Marino Cassini per avere un suo ulteriore punto di vista riguardo il toponimo Merdanzo. Questa sera Marino mi ha risposto, rimarcando le sue convinzioni e motivandole come segue:

Cara Roberta,
 rispondo a caldo alla tua richiesta sul toponimo Merdanzo.
Avevo a suo tempo letto quanto Nino Lamboglia scrisse sull'etimologia del toponimo "Merdanzo" e con Alberto avevamo pensato ad altre spiegazioni come la derivazione dal latino "mendacium" ,che se non erro ho trovato in uno scritto di Girolamo Rossi (non chiedermi quale perché non lo saprei ritrovare) o alla derivazione ricavata da Alberto dalla parola "canavaira,  e dai miasmi che la macerazione della canapa produceva nel fondo valle dove veniva coltivata. 
All'ipotesi del signor Gabrielli avevo anche pensato. Essendo Apricale l'unico paese che sorge nei pressi del rio, i liquami che nel lontano passato finivano in fondo valle potevano aver fornito l'occasione per battezzarlo con quel nome.  Ma l'avevo scartata, anche perché, quando mia moglie fece una tesi sugli usi e costumi della Val Nervia, nelle interviste che conducemmo assieme nei vari paesi, nessun vecchio di Apricale, da noi interpellato, parlò di condutture (fogne) che dall'alto del paese scendessero sino a valle per smaltire le "acque nere". Apricale non era una città con decine di migliaia di abitanti, bisognevole quindi di una Cloaca Massima (vedi Roma) per smaltire i liquami.  Nel lontano passato gli Apricalesi (Vrigarenchi) erano sì  e no un migliaio, tutti contadini, e i liquami erano il concime naturaleche usavano per orti, uliveti, vigneti e , ritengo, ben poco raggiungeva il fondo valle in quantità tale da dare il nome al rio.
Ricordo che nella mia infanzia "il soverchio peso del corpo" veniva accuratamente raccolto in grossi pitali ("benengèire") per essere poi messo in botticelle di legno  della capacità di 20/30 litri, e portato , due o tre volte alla settimana, negli orti e nei campi per essere distribuito tra i solchi coltivati ad ortaggi.
(Eccoti una curiosità: durante i primi decenni del secolo scorso i comuni mettevano all'asta  pezzi della strada comunale che da Ventimiglia raggiungeva Pigna. Colui che otteneva l'appalto e solo lui (avendo versato una modesta somma) aveva il diritto di raccogliere gli escrementi dei  muli e degli asini che percorrevano la carrettiera.  Tutto letame che finiva negli uliveti.  Allora non si buttava via niente. Ecco perché sono scettico circa l'ipotesi del signor Gabrielli, che ho avuto il piacere di conoscere e che colgo l'occasione per salutarLo unitamente alla moglie.
 
Un caro saluto anche a te
 Marino.  

Ringrazio Marino per la sua risposta e per aver incrementato, con la notizia dell'appalto della raccolta degli escrementi animali, una parte del passato legato a questa terra.

7 commenti:

  1. Caspita, che commento!
    Praticamente Cassini sostiene la tua tesi a quanto ho letto, e lo fa con molta competenza.
    Complimenti per il "colpo" librario Roberta, ciao e buona domenica.

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  2. Per correttezza, come già avevo indicato, tengo a precisare che l'ipotesi che ho riportato nel post precedente non è mia ma di uno studioso di fama internazionale quale era Nino Lamboglia. Ringrazio anche io Marino Cassini per la sua precisazione, che condivido in particolare per quanto attiene all'uso un tempo diffuso per la raccolta ed il riuso dei liquami e quindi al probabile basso inquinamento prodotto dagli apricalesi a carico del torrente Merdanzo. Ciò tuttavia non esclude, come proprio Nino Lamboglia afferma, che all'origine del nome ci sia proprio la parola MERDA che, con il suffisso -ANTIUM di origine prelatina, da origine a questo nome, anche se, come precisavo, il significato potrebbe altresì derivare dal carattere melmoso del torrente indipendentemente dalla causa che potrebbe anche essere conseguente alla macerazione della canapa o del lino e delle ginestre come indica il Rossi. Il Rossi sostiene che Merdanzo derivi dalla volgarizzazione di Mandacio che sostiene essere stato l’antico nome del torrente che dice aver trovato scritto in un passo dell’antico Statuto di Apricale. Riguardo a questo Lamboglia sostiene che il Rossi fu tratto in inganno dalla trascrizione in suo possesso degli statuti dalla quale deve aver derivato questa notizia. Nino Lamboglia testualmente scrive: "Senonchè il riscontro con l'originale degli statuti di Apricale .. SUPRA VALLONUM MERDANCII … e poi … IN FOSSATIS DE MERDANCIO conferma che l'errore stava nella copia oggi andata perduta a cui attinse il Rossi." Quindi secondo Lamboglia il toponimo Mandacio non troverebbe nessun riscontro essendo Merdancio (da cui Merdanzo) il toponimo già in uso nel 1200. Marino Cassini, con fantasia, intesa come facoltà che conduce alla creazione di una nuova realtà, avanza un’altra ipotesi da te pubblicata in un post precedente, ovvero che Merdanzo derivi da Mendacium nel significato di menzioniero come menzioniero potrebbe essere un torrente che improvvisamente modifica la sua portata trasformandosi improvvisamente da calmo e tranquillo, come generalmente è, a impetuoso e pericoloso. Una bella ipotesi che almeno avrebbe il vantaggio di nobilitare l’origine del nome e di dare ragione a quanti vorrebbero sostituirlo togliendo ogni facile riferimento ad una parola poco elegante. Per curiosità, mi risulta che il nome che qualche anno fa un consigliere regionale propose per ribattezzare il torrente “Merdanzo” fu “Rio delle Rose”, un cambiamento radicale, ma perse la battaglia. Ma forse è meglio così.

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  3. Segnalo, per curiosità, dato che non ho mai trovato altri riscontri in Liguria, alcuni idronimi "in zona": abbiamo dei torrenti MERDARELLO in Piemonte a Paesana (Cn) e in Val di Susa (Meana di Susa, Novalesa, Villar Focchiardo, Cesana). A Pinerolo si chiamava Merdarello il torrente in cui si scaricavano le fogne nere della cittadina, e ciò avvalorerebbe l'etimologia "scatologica".
    Ho riscontri anche nel brianzonese (Delfinato), a Monetier-les-bains.
    Ci sono poi attestazioni nelle alpi vicentine di MERDAROLO (presso Asiago) e in Lombardia (Albosaggia, So). Ci fu un tempo in cui si chiamava Merdarolo anche un torrente (o canale) tra Rho e Milano.
    Se qualcuno ha altre segnalazioni, lo dica!

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  4. Marino si ricorda bene. Io non mi riferivo alla merda, che so benissimo che una volta era preziosa e si portava in campagna come concime. Avevo ipotizzato sulla mia Gazzetta, in maniera scherzosa, che il nome derivasse dalla puzza che stagnava in autunno quando si faceva marcire la canapa.
    Un'ipotesi come un'altra. Ipotesi appunto, senza lo straccio di un documento come appoggio.

    E che fine ha fatto l'idea che c'era ad Apricale di cambiargli nome e di rinominarlo "Rio delle rose"?

    Un'ultima osservazione. Quando si parla di merda, direttamente o indirettamente, c'è sempre un notevole interesse.

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  5. Alberto, la proposta di cambiare nome al torrente mi sembra che sia stata rigettata. Onestamente non so da chi è stata fatta e neppure quando. Ne ho trovato traccia in due documenti, uno di Laura Guglielmi pubblicato sul sito della UBI BANCA ma putroppo non è datato ed uno a nome di Nico Orengo pubblicato da La Stampa nel 2008. Come curiosità mi pare che sul sito ufficiale del Comune di Apricale il nome Merdanzo non sia mai citato. Solo una volta il torrente viene chiamato Mandacio ed adesso sappiamo che questo nome non ha nessun riscontro storico ma è nato solo da un errore di Girolamo Rossi. Personalmente, a parte il nome poco elegante, preferirei che si continuasse ad utilizzare il nome Merdanzo sia perchè è radicato nel territorio almeno fin dall'XIII secolo sia perchè Italo Calvino lo ha reso in qualche modo famoso con le gesta del barone Cosimo Pievasco di Rondò.
    Concordo con la tua ultima osservazione.

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  6. Molto interessante, Rob. Quando si cerca di risalire all'origine di un toponimo, si tirano in ballo elementi storici di notevole importanza.

    Non sapevo assolutamente di questo toponimo e mi fa piacere averne conosciuto l'esistenza.

    Un salutone.

    annarita

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  7. Lo studioso SERRA GlANDOMENICO in
    Zeitschrift für romanische Philologie (ZrP) , Volume 57 (2-4) riporta una lunga serie di torrenti, rii, fiumi la cui denominazione deriva da MERDA (con l'aggiunta di vari suffissi, il tutto corredato da ampia documentazione medievale), praticamente per tutta l'Italia.
    Penso sia pacifico che l’etimo del nostro corso d’acqua provenga anch’esso da MERDA (attestato già presso autori nel latino classico).
    Il problema è: per quale motivo?
    Personalmente ritengo più probabile l’ipotesi del cattivo odore, dovuto a pratiche di macerazione, per una serie di motivi.

    1) E’ interessante notare come il torrente Merdanzo abbia un proprio nome specifico, cosa inusuale nella nostra zona, dove ruscelli, valloni, torrenti generalmente prendono la denominazione dalla zona da cui provengono o che attraversano (lo stesso Nervia, a livello dialettale, non ha un suo nome specifico ma viene definito ruvaira/rivaira).
    Ciò vuol dire che esso doveva avere una caratteristica talmente particolare, da meritare un nome individuale a sé stante. Non credo che questa caratteristica potesse essere quella di trasportare fango. Durante le piene lo stesso Nervia trasporta parecchio fango (a Camporosso si dice: cara u sterburìn).

    2) La presenza dei mitici gamberi di fiume, che prediligono corsi d’acqua limpidi e ben ossigenati.

    3) gli Statuti di Apricale del 1267 al capo 92 riportano una disposizione che riguarda la macerazione del lino, della ginestra e della canapa: “Item statuerunt quod aliqua persona non debeat ponere seu poni facere ginestram, linum, canavum in fossatis de Mendacio a fontana usque aquam de valle”.

    Ho voluto portare questo piccolo contributo da ‘furestu’, ma ovviamente sono pronto ad essere smentito.

    Giovanni Battista Soleri

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