mercoledì 14 settembre 2011

Catananche cerulea, "freccia di Cupido"


Passeggiare in montagna regala grandi emozioni. Gli spazi aperti, l'orizzonte che si perde tra il mare e i monti e la distesa di verde sono solo alcuni aspetti che riusciamo a cogliere guardando verso il cielo ma se abbassiamo gli occhi ecco altre grandi sorprese. Fiori grandi, piccoli, colorati, profumati, spinosi alcuni sembrano insignificanti altri ci appaiono molto appariscenti ma come si chiamano? Trovare il loro nome non è cosa semplice. Alcuni di loro si conoscono perché fanno parte della natura che ogni giorno ammiriamo e sono entrati a far parte della nostra quotidianità, altri invece sono difficili da identificare. Fortunatamente uno dei massimi esperti di fiori della nostra zona, ci mette a disposizione le sue conoscenze e ci regala schede interessanti. Nella mia ultima passeggiata a Col Sanderau ,che si trova nei pressi di Muratone, ho fotografato alcuni fiori ignara di aver fotografato un ingrediente dei filtri d'amore la Catananche cerulea da "Katanankazo" che vuol dire nel greco antico "incatenare"!!! L'avessi saputo ne avrei raccolto in abbondanza.  Questi fiori posseggono una caratteristica un po' strana, infatti tra le 12 e le 13 si chiudono e si riaprono solo il mattino seguente. La colorazione dei petali non è sempre uguale infatti può essere blù come in questo caso ma anche rosa e....sarà meglio che mi fermi qui, altre utili informazioni le potete leggere nella scheda. La giornata trascorsa lassù, mi ha regalato tanti spunti per nuovi post per conoscere meglio il mondo che ci circonda. Qui ho trovato un libro che ci tenevo tanto ad avere, in fondo alla scheda ve lo faccio vedere.
Buona lettura, però prima una domanda, quando passeggiate in montagna, preferite guardare in alto verso il cielo o in basso?
  
Catananche cerulea

Foto scattata a  Col Sanderau

Scheda a cura di Alfredo Moreschi.

Catananche cerulea: Cicoria selvatica a Mignanego

La credulità e la facilità con la quale il genere umano si lascia talvolta suggestionare non debbono proprio aver limite, se nell'antica Tessaglia vi furono persone che prestarono fiducia alle streghe ed ai negromanti, i quali sostenevano che la Catananche coerulea possedesse il magico potere di far cadere innamorata la persona alla quale fosse stata somministrata. 
Per tale ragione questa nostra pianta fu sovente mescolata ad altri ingredienti nei filtri d'amore. Non per niente il suo nome deriva dal verbo "katanankazo" che vuol dire nel greco antico "incatenare". 
A proposito di questo termine e del riferimento ad abituali utilizzi esoterici esiste una citazione di Plinio il quale afferma testualmente:” È superfluo che io descriva le caratteristiche della Catananche, una pianta tessala, dal momento che la si utilizza soltanto per preparare filtri d'amore (la pianta in questione è stata identificata nell'Ornithopus compressus). Non è comunque fuori luogo dire, allo scopo di rivelare le imposture dei magi, che la pianta è stata scelta per questo uso in base ad una constatazione analogica, per il fatto che, mentre secca, si contrae come fanno le unghie di un avvoltoio morto”.   
Linneo adottò questa denominazione nel suo Sistema naturae creando un Genere comprendente cinque specie tutte native dei bacino Mediterraneo, due delle quali nascono in Italia: la nostra Catananche coerulea e la Catananche lutea, che riserva i suoi fiori giallastri alla sola Sicilia.
Sempre legati alle loro presunte influenze magiche, sono nati innumerevoli battesimi volgari quali "Madre d'amore", "Cupidonia", "Belvedere turchino". 
Nei paesi di lingua inglese è nato il nome popolare "Cupid's dart", ovvero "freccia di Cupido" per sottolineare il suo significato simbolico d'amore.
La denominazione dialettale di "Cicoria selvatica" nata a Mignanego è una definizione comunque imprecisa e decisamente poco riguardosa nei confronti delle rimarchevoli doti ornamentali della nostra pianta.
Le sue prerogative, non sono però sfuggite al già citato Casey, il quale l’ha incontrata più volte nei corso delle sue escursioni naturalistiche nell’entroterra della riviera italiana e francese e, nel suo Riviera nature notes, la descrive come “la più graziosa delle Composite Ligulate che ha le brattee dell'involucro talmente secche e scariose da produrre un rumore scoppiettante quando vengono pressate fra le dita”.
La particolarità morfologica ha valso alla Catananche coerulea il battesimo francese di "Immortelle" giustificato, appunto, dall’aspetto dell’involucro decisamente molto simile a quello dei Semprevivi. I suoi fiori vistosi e grandi, considerati uno dei tre blu che si incontrano nelle garighe, hanno inoltre la particolarità di chiudersi tutti i giorni fra mezzogiorno e l’una per riaprirsi solamente il mattino successivo.
Le corone della Catananche si presentano sovente con colorazioni diverse dall'usuale blu tenero e si possono incontrare esemplari con i capolini bianchi o rosei, sempre però marcati alla base delle ligule, da quella macchia di colore più scuro che nell'insieme appare come un occhio e produce un effetto singolare quanto aggraziato. 
Le sue foglie ed i boccioli giovani non hanno conosciuto utilizzi medicinali ma possono egualmente servire alla preparazione di una tisana rilassante e leggermente sonnifera. 
Per prepararla occorrono tre grammi di parti essiccate ogni cento di acqua, da sorbire alla dose di una tazzina da caffè prima di coricarsi.    

Catananche coerulea L.  (VII- IX. Nasce sui pendii aridi, nelle località sterili ma ben esposte al sole, fra i 700 ed i 1300m) È una pianta erbacea perenne a fusto rigido, tomentoso, grigiastro, semplice o raramente ramoso nella parte superiore, alto da 50 ad 80 cm.  Ha foglie percorse da un capo all'altro da nervature principali, lanceolato lineari, lunghe sino a 30 cm intere o dentate, quasi tutte raggruppate alla base. I capolini ovoidali, solitari, si compongono di numerose ligule patenti con 4-5 denti all'apice, di colore più tenero, con la porzione basale colorata di blu porpora scuro. L'involucro ha brattee ovate, scariose bianco-argentee disposte in più ordini.   
  
Come raccoglierle e coltivarle
Nel giardinaggio specializzato le Catananche sono presenti con alcune pregevoli varietà a fiore bianco (Snow white) bicolori a corolle azzurre e bianche (Wisley bicolor) ed a corolle veramente ragguardevoli (Major).
L'orticoltura sfrutta per semine annuali l'avvenenza e l'originalità di questi fiori nostrani piantandoli nelle zone ben soleggiate dal giardino in terra sabbiosa e soffice, tenendo presente la loro poca simpatia per l'eccessiva umidità.
Si possono comunque moltiplicare anche per divisione dei cespi in primavera, dopo di ché non resterà che attendere il mese di luglio, quando cominceranno ad apparire i loro fiori blu che si prestano egregiamente per la composizione di mazzi, durando a lungo nei vasi.
Il prelievo dei semi in natura, come nel giardino, deve essere accurato perché il loro caratteristico involucro scarioso può far sembrare già maturi esemplari i cui frutti non sono ancora perfettamente a punto.



4 commenti:

  1. Ultimamente, per il caldo torrido, sono scappata in montagna, a Crissolo, provincia di Cuneo, altitudine 1330m.

    Che pace, che relax, che fresco....
    La natura è avvincente...guardavo e osservavo in alto, ma anche in basso.
    Tanto da imparare...

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  2. Foto bellissime :)
    Un sorriso Gio'
    http://remenberphoto.blogspot.com/

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  3. Hai proprio ragione molte volte non si conoscono i nomi di tali meraviglie e se debbo dirla tutta non ne conoscevo l'origine e neppure l'utilizzo
    Ora ne sono conscia e sicuramente quando la troverò anch'io farò scorta :-)
    Per quanto concerne le passeggiate in genere scruto da tutte le parti è la natura che attrae il mio sguardo
    Ciao Roberta cara un abbraccio grande per una dolce notte e un baciotto per un sereno weekend!

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