lunedì 19 settembre 2011

Cephalaria, Knautia, Scabiosa e Succisa ovvero le Vedovelle


Continuiamo a scoprire i fiori che abbelliscono la nostra terra. Mai come questa volta mi sono resa conto di come sia difficile identificare un fiore da una fotografia. Per riconoscere un fiore non basta fotografare i suoi petali, in certi casi occorrono anche le foglie basali e i semi. È ciò che è accaduto questa volta per dare il nome preciso alla Scabiosa che ho fotografato nei pressi di Col Sanderau. Lezione imparata, la prossima volta non me ne dimenticherò. Ecco cosa succede quando i particolari ritenuti insignificanti si dimostrano contrariamente molto importanti.
Vi lascio alla lettura della scheda e visto che l'autunno è alle porte e questi fiori vi piacciono, sappiate che è il momento giusto per iniziare a seminarli.

Scabiosa non identificata


Scheda di Alfredo Moreschi

Le Vedovelle
(Specie del genere Cephalaria, Knautia, Scabiosa e Succisa)


Cephalaria leucantha: Scaìosa a Mignanego. 
Knautia arvensis: Viduetta a Genova, Erba carbona a Bordighera, Veuva al confine francese. 
Scabiosa atropurpurea: Veduvella a Chiavari, Antugnèi sarvaeghi a Sarzana, Viduelle ad Imperia, Erba carbona a Bordighera, 
Scabiosa columbaria: Viduete, Viduette a Genova, Veduvela, Antugnèi a Sarzana, Testa de mòu a Sarzana. 
Succisa pratensis: Vedovella selvatica in alcuni luoghi della regione.   


Scabiosa è un raggruppamento istituito da Linneo, battezzato con un'antica denominazione nata certamente per pubblicizzarne i sopravvalutati pregi medicinali, in allora così definiti:“qualità calorifiche capaci di eccitare la traspirazione, salutare nelle malattie della pelle, specialmente la scabbia e la rogna”. 
In epoca greca e romana non si riscontra nessun accenno ad utilizzi delle Scabiose almeno sino all’anno mille, quando furono credute un farmaco particolarmente attivo nella cura di pruriti, eczemi e dermatosi di varia origine. 
Proprio in quel lontano periodo, la Scabiosa succisa doveva avere famosi referenti in Vaticano se nel 1099 si davano alle stampe frasi come le seguenti:

”Urbanus pro se nescit pretium Scabiosae nam purgat pectus
quod comprimit aegra senectus lenit pulmonem,
purgat laterum regionem abscessus frangit, si locum bibita tangit”. 

Sono opera di un ignoto poeta, contemporaneo di Papa Urbano II° (in un primo tempo erano state attribuite al Pontefice stesso) ed enumerano gran parte delle presunte proprietà terapeutiche delle Scabiose, un Genere della famiglia delle Dipsacacee costituito da un’ottantina di specie.
Oggi nessuna Scabiosa viene comunemente utilizzata a scopo terapeutico perché neppure nei manuali a carattere divulgativo si sostiene più la loro efficacia curativa.
Il contrario accade invece in campo orticolo dove, grazie agli splendidi ibridi ricavati dalla Scabiosa atropurpurea e dalla Scabiosa caucasica, le "Vedovelle" continuano ad espandersi e ad accrescere la loro importanza commerciale anche come fiore reciso, specificatamente richiesto per la composizione di mazzi o corbeille da usarsi negli addobbi floreali nuziali dove si impongono, ovviamente, le varietà orticole a corolle bianche.  
In aggiunta, vale il significato simbolico attribuito loro dalla tradizione: quello di fiori della protezione e della difesa perenne: auspici particolarmente necessari per i novelli sposi nel momento in cui intraprendono la non facile convivenza a due.  
Nella nostra regione nascono una decina di Scabiosa, ma è bene ricordare accanto a loro le affini quattro specie di Cephalaria, le cinque Knautia, e particolarmente quella graziosissima specie prativa chiamata volgarmente "Morso del Diavolo" ossia la Scabiosa succisa, sinonimicamente oggi nota come Succisa pratensis. 
A proposito di quest’ultimo nostro fiore, vale la pena di citare un simpatico brano tratto dal libro Voyage autour de mon jardin, opera di Alphonse Karr, il letterato francese già direttore del Figarò, considerato l’inventore dell’industria floricola Nizzarda ed Imperiese. 
“La Scabiosa ha avuto un tempo grande notorietà perché era usata per guarire innumerevoli malattie tra le quali bisogna elencare la scabbia e la rogna. Si diceva perciò che il Demonio fosse particolarmente seccato per i preziosi servigi resi da queste piante; un giorno che era oltremodo furioso, prese a reciderli mordendoli alla base del fusto, convinto cosi di causarne la morte. Per dimostrare la veridicità di questa leggendaria affermazione, basta infatti mostrare la netta amputazione alla base degli steli quando si strappano dalla radice, ma nello stesso tempo è bene rassicurarci sulla loro sorte perché una pianta come la nostra, in grado di guarire perfettamente le altrui malattie, non troverà certamente alcuna difficoltà nel sanare se stessa”.   
Per la cronaca la denominazione scientifica di Succisa deriva dall’omonimo verbo latino, il cui significato (tagliare alla base) è collegato alla forma della parte più vecchia del rizoma che appare reciso da un affilato tronchesino.
Cephalaria , dal latino "cephalus" ossia "testa", segnala la forma dei capolini simile ad un cranio umano; infine, Knautia è un battesimo celebrativo dell’opera di una coppia di famosi botanici della Sassonia (padre e figlio), ossia Cristoforo e Cristiano Knaut, vissuti nel 1600.   
Nonostante che il nome Scabiosa richiami una malattia poco gradevole ad aversi ed a vedersi, in epoca relativamente recente si è iniziata anche nella nostra regione la coltivazione industriale della Scabiosa caucasica, soprattutto nei suoi ibridi rifiorenti che vengono venduti sul mercato floricolo di Sanremo come fiore reciso. 
Il loro notevole successo è dovuto alla grandezza dei capolini, che raggiungono gli otto centimetri di diametro ed alla notevole gamma di tinte. 
Le Scabiosa sono piante erbacee o perenni talvolta frutescenti alla base, munite di foglie intere o lobate, dentate e sovente assai suddivise. I fiori sono raccolti in capolini terminali depressi, con brattee involucrali in serie semplice o doppia ed involucretti segnati da due, quattro, otto coste ed altrettanti solchi. Il calice di ogni fiore termina in setole sottili e la corolla presenta un lembo quadri o quinquefido a lobi assai diseguali, oppure si mostra bilabiato.
Il frutto termina con cinque reste. L’involucretto si allarga a formare un collaretto nelle Scabiosa, mentre nella Succisa i capolini assumono una forma emisferica per l’assenza di corolle periferiche raggianti, mentre gli ordini di squame involucrali sono due. Nelle Cephalaria il capolino a coppa ha più serie di squame membranacee e l’involucretto a volte ha ha il bordo dentellato oppure esibisce denti apicali, la metà dei quali sono forniti di resta. 
Nelle Knautia la corolla ha quattro lobi, il ricettacolo peloso è privo di pagliette ed il frutto porta sul bordo da otto a dieci reste.

Cephalaria alpina Schrader.  
(VII- VIII. Nasce nei luoghi rupestri dai 1000 sino ai 1800m). Pianta a base legnosa con fusto eretto, ramoso e pelosetto in basso, alto sino a 100cm. Le foglie basali sono ellittiche a bordo seghettato, quelle del fusto imparipennate con 7-11 con foglioline lanceolate e nervatura alata. I capolini a palla, leggermente storti, sorretti da lunghi peduncoli appena obliqui hanno squame e pagliette oblanceolate e pelose, corolla giallo chiara e involucretto con 8 denti lunghi e pelosi. 

Cephalaria leucantha Schrader.

Foto Moreschi

(VII- VIII. Nasce nei prati aridi sino ai 1200m). Pianta a base legnosa con residui fogliari, fusti ascendenti, molto ramosi e glabri, alti sino ad 80cm. Le foglie basali sono hanno contorno ellittico e sono divise in 8-12 segmenti sempre più ampi verso la punta con un grande segmento lanceolato, acuto, a margine seghettato, quelle del fusto semplici, da lineari a lanceolate. I capolini con involucro a forma di coppa, sono sorretti da lunghi peduncoli, hanno squame marroni ovate e strettamente appressate, corolla bianca a stami esterni; l’involucretto e il calice hanno bordo fittamente dentato.   

Knautia arvensis Culter

Foto Moreschi

(Biennale o perenne. V- IX. Nasce nei luoghi selvatici ed erbosi sino ai 200m). Ha quasi sempre stoloni sotterranei, fusti eretti, ramosi, ad internodi estesi a volte con macchie porpora, alti sino a 90cm. Le foglie radicali sono oblunghe, le mediane lirate o pennatosette con 2-3 segmenti laterali, il terminale più ampio; le supreme più ridotte. I capolini sono ermafroditi: i femminili minori, hanno calice ad 8 reste, squame  triangolari e corolla azzurro viola o lillacina ma anche porpora o rosata. Lungamente peduncolati ed emisferici, hanno le squame lineari, le corolle viola scuro, porporine, azzurre o biancastre; l’involucretto ha la corona breve e riflessa. Simili sono: 

- Knautia mollis Jordan ch differisce per  essere densamente pelosa, avere gli internodi corti, le foglie basali lungamente picciolate, i pedicelli fiorali ghiandolosi e le corolle porpora rosse; 

- Knautia purpurea Borbàs che differisce per essere priva di stoloni,  foglie del fusto a 8-16 segmenti per lato, e segmento apicale eguale nella lunghezza ma più largo.   

Knautia integrifolia  Bertol (annuale. VI- VIII. Nasce nei luoghi selvatici ed erbosi sino ai 1800m). Ha fusti irsuti nella parte inferiore, eretti, ramosi, alti sino ad 80cm. Le foglie sono obovate o oblanceolato spatolate con lungo picciolo, in genere intere; le superiori ridotte e strettamente lanceolate. I capolini sono ermafroditi: i femminili minori, hanno calice ad con 12-24 denti qualche volta aristati. La corolla è viola chiaro.  Il frutto ha due denti opposti maggiori degli altri. 

Scabiosa argentea L. (Biennale o perenne. VII- IX.  Nasce nelle sabbie costiere e nei greti sino agli 800m). E’ pianta con fusti legnosi ascendenti molto ramosi ed alti sino a 50cm. Le foglie basali, scomparse all’antesi sono spatolate ed incise, le nuove pennatosette a 12-20 foglioline lineari, l’apicale obovata; le cauline  sono laciniate regolarmente. I molti capolini emisferici sono cinti da squame lineari e composti da fiori bianco giallastri o appena violacei, gli esterni maggiori. Il frutto cilindrico ha 8 solchi ed è irsuto solo nella metà inferiore.  

Scabiosa columbaria L. (VI- IX. Frequente nei luoghi soleggiati sino ai 1500m). Ha radice a fittone, fusti eretti e fogliosi, divaricati e ramosi, alti sino a 60cm. Le foglie inferiori sono indivise o lirato pennatifide, dentate, le radicali in rosetta; le cauline sono pennatosette a foglioline strettamente lanceolate, l’apicale più o meno simile. I capolini blu chiaro, blu lillacino o blu rosato, portati da brevi peduncoli, sono emisferici, lungamente peduncolati e cinti da brattee lanceolato lineari, più corte del capolino; il calice ha reste scure. Simile è la: 

- Scabiosa uniseta Savi che differisce per essere molto pelosa, avere il segmento apicale più grande, il calice a reste ridotte e caduche.   

- Scabiosa graminifolia L. (VI- VIII. Nasce nei luoghi rupestri dai 100 sino ai 2000m). E’ pianta cespugliosa usualmente vellutato sericea fusti legnosi prostrati ed ascendenti fogliosi nella parte inferiore ed alti sino a 30cm. Le foglie sono lunghe, lineari o appena lanceolate ed erette. I capolini solitari ed emisferici sono cinti da brattee lanceolate e composti da fiori azzurro lillacini o rosei, gli esterni manifestamente più grandi. L’involucretto è dentellato e le reste del calice sono giallastre. 

- Scabiosa holosericea Bertol.
Foto Moreschi

(VI- VII: Nasce nei prati aridi dai 500 sino ai 1900m). Ha fusti tondi, eretti, pelosi, ramosi, alti sino ad 80cm. Le foglie sono grigio vellutate, le basali sono crenate, oblanceolate spatolate, le cauline sono una o due volte pennatosette a segmento apicale più largo. I capolini a peduncolo corto, hanno fiori viola o lillacino, con reste del calice scure. Simile è: 

- Scabiosa candicans Jordan  che differisce per il colore bianco giallastro delle foglie che nelle cauline hanno lacinie lineari, e per le reste del calice che sono brevi ed esili.   

- Scabiosa vestita Jordan  che differisce per essere di minori dimensioni, avere fusto semplice unifloro, le foglie basali pelose e le cauline una o due volte pennatosette con segmento apicale maggiore. 

- Scabiosa lucida Vill. 

Foto Moreschi

(VII- VIII: Nasce nei prati e nei pascoli dai 1500 sino ai 2600m). Ha grosso rizoma lignificato, fusti tondi, eretti o ascendenti in sommità pelosi, alti sino a 25cm. Le foglie sono verde lucido, carnosette, ravvicinate le une alle altre, le basali sono dentate, scomparse all’antesi; le cauline sono pennatosette a segmento apicale più grande ed acuto. I grandi capolini terminali e solitari lungamente peduncolati, hanno fiori azzurri o rosa lillacino, con reste del calice scure. 

Scabiosa marittima L. (Biennale o perenne. IV- XI.  Nasce nei luoghi selvatici ed erbosi del litorale o della zona montana sino ai 1300m). Ha fusti eretti, divaricato ramosi, alti sino a 100cm. Le foglie radicali oblungo spatulate dentate o incise e distrutte alla fioritura; le mediane pennato partite; le supreme semplici e lineari. I capolini, lungamente peduncolati ed emisferici, hanno le squame lineari, le corolle viola scuro, porporine, azzurre o biancastre; l’involucretto ha la corona breve e riflessa.   

- Succisa pratensis Moench

Foto Moreschi

(Sin. Scabiosa succisa L. VI- VIII. Nasce nei boschi e nei prati umidi sino ai 1600m). Ha un rizoma breve ed ascendente col quale nascono foglie basali in rosetta, oblunghe od ovali, ed un fusto semplice, talvolta a coppie di rami, alto sino ad 80cm. Il fusto porta 2 coppie di foglie e capolini all’inizio tondi, poi emisferici di fiori a corolla azzurro-violacea o rosea; l’involucro ha squame patenti e pagliette lineari spatolate ed acute. Il frutto è irsuto con involucretto a 4 denti e calice con setole scure. 

Come raccoglierle e coltivarle.   

Le Scabiose sono graditissime e ricercate dagli amatori di giardinaggio che possono scegliere tra le gia avvenenti specie selvatiche e le splendide, sofisticate varietà messe a disposizione dalle aziende florovivaistiche. 
Le Scabiose si debbono seminare in autunno e dopo averle opportunamente trasferite in vasetti, vanno alloggiate nella zona desiderata ad aprile. 
Nella nostra regione si possono però seminare anche a marzo e trapiantare a maggio date le favorevoli condizioni climatiche. I semi delle specie selvatiche, abbondanti sul territorio regionale, sono pronti per il prelievo in autunno.

2 commenti:

  1. sono fiori bellissimi che ho sempre ammirato. notizie assai interessanti, grazie per averle condivise!

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  2. Una sinfonia di colori, di natura e di storia!

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