lunedì 4 maggio 2009

Borragine, Borago officinalis


Queste fotografie le ho scattate un paio di settimane fa e riprendono un esemplare di Borago officinalis, la Borragine.
Fino a pochi anni fa nella zona in cui abito cresceva in abbondanza, ora si trova sporadicamente, casualmente facendo un giro lungo il torrente, ho trovato questa pianta con i suoi fiori nella massima fioritura, ho pensato di riprenderli.....

Ho usato più volte questa pianta per cucinare il fugasun, tipica torta di verdure che si fa a Isolabona e anche per fare delle frittate.
Il gusto particolare che conferisce agli alimenti è straordinario.

Da fiori di Liguria di
G.Nicolini e A. Moreschi qualche curiosità.
[...]
In ogni denominazione dialettale ligure, dal Borrana di Pontedecimo a Burage o Buraxa di Genova per finire ai Buraixe o Burraise di Sanremo e di Imperia, si trova conservato con minime variazioni il termine volgare di Borraggine con il quale viene denominata l'unica specie ligure delle tre che compongono il genere Borago.

Questo minuscolo gruppo generico è quello considerato il più tipico nell'ambito della famiglia delle Borraginacee, una entità sistematica che comprende ben 1550 specie suddivise in 85 generi, sparse in tutte le contrade del mondo.
Sono piante erbacee, pochissime con aspetto suffruticoso, a foglie usualmente alterne e comunemente ricoperte da peli o setole più o meno rigide, semplici ed intere, sprovviste di stipole. I fiori hanno colori che variano dal giallo, al porpora, al bianco all'azzurro e sono comunemente riunite in cime scorpiodi, semplici o biforcate, con la corolla usualmente a cinque lobi ( caduca dopo la fecondazione), cinque stami ed ovario quadriloculare.

Tornando alla nostra Borago, c'è da dire che questa denominazione ha suscitato accese e sopite dispute tra i filologi che ne hanno ricercato l'origine.
Si inizia con un'opera molto rara non datata, stampata a Basilea,nella quale sono stati raccolti scritti molto antichi naturalisti fra i quali Plinio, Soranus, Oribasius ed Apulejo Madauriensis. Da parte di quest'ultimo, nel capitolo Nomina ET Virtutes Blugossae, si indicava l'antico battesimo greco di " Lacones corrago"; l'attuale Borago potrebbe scaturire, quindi, da un intuibile scambio di iniziale, così come potrebbe derivare dalla parola latina"borra, un termine plebeo indicante una stoffa ruvida e pelosa, ispida appunto, come le foglie della nostra pianta. Gli erboristi medioevali affermavano, invece che Borago proveniva sicuramente dalla frase " cor ago" ( conduco il cuore), vantandone interessatamente inesistenti proprietà cardiotoniche, mentre molto più probabilmente, la denominazione contestata deriva dalla modificazione dell'arabo " abou rach" che significa "il padre del sudore", un corretto riferimento all'azione sudorifera delle foglie della Borragine.
Una conferma a questa ipotesi, si radica nel fatto storicamente accertato che la sua introduzione in Europa, avvenne ad opera degli arabi.
Per concludere, dunque, le notizie di carattere filologico, riferiamo una messa a punto della controversa questione tentata nel lontano 1753 da Rembert Dodoens quando scrive:" i padri antichi la chiamavano in greco ( blugosson); in latino (lingua bibula, libanium, lingua bovis), ma i farmacisti la chiamavano Borrago e conseguentemente è chiamata in italiano Borragine. in spagnolo Borrajia ecc ecc".
Risulta quindi evidente che tutti questi nomi sono derivati da una medesime fonte e possiamo perciò concludere che, mentre nell'antichità classica non si parla mai di Borraggine, dopo la seconda metà del XVI secolo questo termine si afferma nell'uso comune per riconoscere questa pianta così preziosa ed universalmente nota.

Nel linguaggio dei fiori essa ha il significato di impetuosità e di carattere burbero, derivato senza dubbio dal piacevole colore dei fiori al quale fa da contrasto la pelosità ispida delle foglie ricoperte da setole pungenti.
I suoi fiori forniscono un colorante verde, un tempo assai ricercato dai tintori.
L'alto contenuto di potassio e di calcio riscontrati nella Borragine si sono rivelati un prezioso elemento nutritivo per i terreni poveri e magri; le sue ceneri sono quindi da considerarsi un concime economico ed ecologicamente sano.[...]

Se volete saperne di più leggete qui e qui

9 commenti:

  1. spesso utilizzo le foglie sbollentate della borragine per fare le tagliatelle verdi. una squisitezza!!!

    RispondiElimina
  2. Vedi come è interessante navigare in rete? Leggere i blog? Si apprendono tante notizie. Faccio uso dell'olio di borragine poichè è utile per la colite. Grazie per le tue notizie e per il tuo blog, così diverso dal mio. A presto.

    RispondiElimina
  3. Sono fiori splendidi...
    La borragine, non la conoscevo e tanto meno le sue proprietà.
    Non è mai tardi per imparare, proprio vero!

    RispondiElimina
  4. Se questa pianta e tanto buona quanto bella, mmmmmmm che squisitezza che deve essere. Mao

    RispondiElimina
  5. le foto sono bellissime ma le frittelle e la torta ....immagino....

    RispondiElimina
  6. I fiori di borragine sono molto belli. Oggi ne abbiamo visti tanti con i miei ragazzi, in uscita didattica sulle colline di Casola Valsenio.

    Due anni fa, abbiamo realizzato delle schede di classificazione di alcune erbe offcinali, tra cui la borragine.

    Bel post, Rob, ricco di notizie.

    baci
    annarita

    RispondiElimina
  7. Ottima per zuppe, per insalate e per i ravioli.
    Vale

    RispondiElimina
  8. Come al solito proponi post molto interessanti. Grazie

    RispondiElimina

E' possibile commentare nelle seguenti modalità:
1) Google/Blogger: occorre registrarsi gratuitamente a Google/Blogger.
2) OpenID: ancora in fase beta, consente di commentare utilizzando un account comune ad alcune piattaforme.
3) Nome/URL: basta immettere un nome (nick) ed il proprio indirizzo (se si possiede un sito/blog).
Ho dovuto eliminare la possibilità di commento anonimo per troppi commenti spam.