Questo pomeriggio mi sono recata a Dolceacqua per riportare a casa il mio ragazzo che come ogni mercoledì fa scuola anche di pomeriggio. Essendo arrivata anzitempo, ho fatto un piccolo giro con la speranza di trovare aperto qualche atelier dei numerosi artisti che si trovano nei carugi che portano al castello. Sono stata fortunata. Lucia Clemente era già nel suo negozio. Questa artista iconografica si occupa di icone bizantine e non solo, ho trovato splendide anche le decorazioni eseguite su ceramica. Non posso negarvi che sono rimasta letteralmente colpita dai suoi capo-lavori. Eccovene un esempio
Ma chi è Lucia Clemente?
Lucia Clemente, nasce a Barletta, in provincia di Bari ma vive e studia a Foggia, frequentando la Scuola d’Arte fino al conseguimento del diploma di “Maestra d’Arte” nel 1969.
Numerosissime sono le mostre d’arte collettive, a livello nazionale, che, in quegli anni, segnano e seguono l’inizio del suo primo percorso artistico, attraverso dipinti in prevalenza oli su tela, acquarelli, tecnica a carboncino.
Due medaglie d’argento premiano questi primi lavori: a Foggia con un olio secco intitolato “Nudo di donna” su tavola; e a Firenze durante una mostra che vedeva come tema protagonista - La donna nell’arte – per il quale la Clemente vinse con un carboncino raffigurante un “Viso di donna”.
Il 4 Dicembre del 1978, presso l’Accademia Italia delle arti e del lavoro - a Salsomaggiore Terme, viene registrata nell’Albo d’oro dell’Accademia, che le conferisce la nomina di “Accademico” con medaglia d’oro, quale riconoscimento per la particolare attività svolta nel settore delle belle arti.
Trasferitasi in Liguria già negli anni 70’, operando come assistente tecnico di laboratorio presso l’istituto d’arte di Imperia, in seguito al conferimento di Accademico, decide di dedicarsi completamente allo studio e alla realizzazione di opere d’arte. Lasciato coraggiosamente il lavoro di scuola, che svolgeva da ben undici anni, apre, agli inizi degli anni 80’, il suo primo “Studio” dando inizio ad un nuovo percorso artistico.Continua a leggere
Lucia mi ha spiegato che creare queste opere richiede molto tempo, il tutto inizia con la scelta del legno che deve essere di Abete. Sul suo sito possiamo leggere una esauriente spiegazione di come avviene l'intero processo.
Una grande quantità di manuali e compendi sulla tecnica dell’antica iconografia ci da la possibilità di ricostruirne esaurientemente il processo di lavorazione. La realizzazione di un’Icona bizantina richiede tempi molto lunghi e molta pazienza.
Il primo lavoro inizia con la ricerca della tavola, che non è cosa casuale; il legno che ricorda il legno della croce, deve essere tenero. Nella Russia centrale è sempre stato usato il Tiglio, nella Russia del nord l’Abete. In Italia l’Abete o il Faggio. Va scelta un’asse centrale, con le venature concentriche, perché abbia più resistenza. Dopo aver eliminato tutte le parti con nodi si procede a tagliare l’asse in tavole. Per le icone sacre più grandi si usano tavole unite e rinforzate sul retro da due inserti di legno più duro per evitare movimenti. A volte si trovano rinforzi sul retro di ione più piccole. Tavole sottili e bordi stretti si incontrano soprattutto nelle icone sacre più antiche. In Russia solitamente la faccia anteriore della tavola veniva incavata nella parte centrale, mentre i bordi erano in rilievo. Nelle icone non russe generalmente l’incavo manca. Alle tavole così selezionate e levigate, si incolla un telo di lino o di cotone che ricorda il velo della Veronica, sul quale Gesù lascio impresso il suo volto. Continua a leggere
Recentemente ha partecipato a Cuneo all'esposizione artigianato artistico d'eccellenza con le sue icone riscuotendo un meritato successo.
Il Blu rappresenta la trascendenza, il mistero della vita.
Il Rosso il simbolo dell'uomo e del sangue versato dai martiri.
Il Verde è il simbolo della natura e della fertilità.
Il Marrone simboleggia ciò che è terrestre e nella sua natura più umile e povero.
Il Bianco è il colore dell'armonia, della pace, del Divino che rappresenta la luce.
l'Oro appare all'occhio contemplativo come l'immagine della luce, dell'incorruttibilità, ricorda l'immortalità di Dio.
Da profana sono rimasta affascinata da come Lucia accosta questi colori, esaltando in questo modo i soggetti raffigurati. Se vi trovate a passare da queste parti, non lasciatevi scappare l'occasione di andarli a vedere e magari di acquistarne una. Io ci sto facendo un pensierino, la prossima volta che ci vado, parlerò di prezzi.
Vi saluto lasciandovi un'altra immagine, quella di San Giorgio, e non a caso!
Complimenti all'autrice per i suoi eccellenti lavori e un bacio a te, Roberta.
RispondiEliminaBei lavori anche se ammetto di non aver una grossa passione per l'arte sacra...
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