martedì 13 ottobre 2009

La civiltà del mulo nel ponente ligure

Per tutto c'è una spiegazione......
Facendo ricerche sui costumi e le tradizioni di Isolabona, scopro sempre un collegamento tra gli avvenimenti.
Si potrebbe pensare che le cose sono ovvie, ma per me non è così, o per lo meno, se lo sono è per chi ha vissuto le esperienze in prima persona, e molte volte noto che non si sono tramandate delle testimonianze..
Voglio dire è che a volte se non si parla e se soprattutto non si scrivono memorie, le parole prima o poi si dimenticano e dimenticandole perdiamo una parte della nostra storia.
Fatta questa premessa, posso parlarvi dei muli.
I muli hanno avuto una grande importanza nello sviluppo agricolo di questa valle, soprattutto di quella montana e non solo, infatti si puà parlare di una civiltà dei muli del ponente ligure.
I sentieri impervi, quelle che ora si chiamano mulattiere ( un tempo erano antiche vie). erano le uniche che permettevano di raggiungere le campagne coltivate distanti ore di cammino dal centro abitato.
Per il trasporto del materiale agricolo venivano impiegati i muli, abili arrampicatori.
Sino al 1950/1955 ad Isolabona vi erano 12 muli, dato datomi da Alfonso Cane,un caro amico, che ha svolto la professione di veterinario in zona proprio in quegli anni e che provvedeva alle loro cure, i paesi in cui ve ne erano il maggior numero era Pigna e Castelvittorio, due paesi più a nord di Isolabona.
Con la costruzione delle strade carrozzabili, questi animali andarono incontro a un loro inutilizzo.
Come scrive Andrè Cane nel suo libro "Au fil de la Nervia",
[...]
Capre e muli, al termine di una lunga giornata passata all’aperto venivano a tuffare il loro muso nel fresco abbeveratoio della vasca, prima di raggiungere le stalle[...], testimonianza della massiccia presenza nel nostro comune nei primi decenni del XX secolo.
Si potrebbe parlare di una civiltà del mulo e dei mulattieri, una civiltà che nel ponente ligure ha avuto una notevole importanza anche per il commercio tra il basso piemonte e la Francia.
Nel folklore popolare sono stati spesso oggetto di storie e proprio a Isolabona sono stati i protagonisti della canzone i Muratei, canzone che nel 1960 vinse la pigna d'oro a Sanremo nell'edizione dedicata ai Menestrelli, ne parlai qui .


I menestrelli di Isolabona 1960

E' proprio a questo che alludevo all'inizio, una canzone dedicata ai "muratei" ai mulattieri, perchè?
Perchè questi uomini con i loro muli rappresentavano molto per il nostro territorio, appunto, una civiltà del mulo. Una civiltà di cui non se ne parla più, una civiltà che nasconde tradizioni e modi di vivere che oramai sono stati dimenticati.
Di seguito potrete leggere una breve storia dedicata ai muli, tratta da Cultura Barocca in cui si può approfondire la loro storia in Liguria e soprattutto nel ponente ligure.
[...]
In Liguria occidentale il MULO ebbe grande fortuna data la qualità impervia del terreno su cui si muoveva meglio degli altri equini.
peraltro si tratta di un animale ideale per il lavoro sia a traino pesante o leggero e veloce sia a basto per someggio.
Questa poliedricità lo faceva preferire ad animali più eleganti ma delicati quali i CAVALLI nell'attività ausiliare delle aziende rurali.
Non abbisognado di molte cure per la sua rusticità, visto che è straordinariamente robusto e forte, non molto più esigente dell'asino sotto il profilo alimentare e soprattuttoincredibilmente resistente al freddo dell'alta montagna il MULO ha una sua storia di animale da viaggio sia per mercanti, pellegrini che soldati.
E' per questo che il MULO (capace di reggere grosse fatiche in condizioni limite e in età anche avanzata) divenne da tempi lontani l'ANIMALE PER ECCELLENZA DELLE FORZE ARMATE: in grado do trasportare salmerie, vettovaglie e strumentazioni belliche quasi su ogni percorso (a differenza del CAVALLO che rimase sempre animale per eccellenza di un'arma elitaria come la CAVALLERIA).
La Spagna è in Europa la maggior produttrice di questi ibridi mentre in Italia (a parte le razze locali meridionali come la calabrese, abruzzese, pugliese e siciliana) ebbe un ruolo fondamentale la RAZZA SAVOIARDA (quella coi caratteri esternamente più simili alCAVALLO) che dal Piemonte sabaudo penetrò in Liguria occidentale sui grandi tragitti della mercatura mare-monti.
In Liguria occidentale il MULO eramolto diffuso essendo il MULO l'animale ideale per viaggiare lungo percorsi aspri e disagevoli sia lungo la costa che per i tragitti LIGURIA-PIEMONTE.
Questo animale godette per tutta la "Provincia di Imperia" una notevole "fortuna" nel passato.
Ovunque si parla di MULATTIERI soprattutto per quanto concerneva il loro interminabile succedersi tanto sulla via del Nava avendo come punto nodale il sito di Caravonica nell'onegliese, autentica tappa secolare di muli e mulattieri, quanto sull'areale della zona di Taggia e della valle Argentina [ma neppure bisogna dimenticare l'estremo ponente ligure ed in particolare le sue valli ove muli e mulattieri svolsero svariati e secolari lavori].
Per queste contrade generazioni di uomini, in compagnia dei loro animali, svolsero un lavoro fondamentale incentrato sul trasporto a pagamento di prodotti da condurre sulle piazze commerciali del Piemonte o da queste ai porti liguri od ancora dal Ponente di Liguria in direzione della Provenza quanto di Genova.
Le tracce di questa "CIVILTA' RUSTICA DEL MULO" si riscontrano un pò ovunque nel ponente ligustico, tuttavia per quanto riguarda l'area appena menzionata si hanno tracce documentarie di un certo rilievo (senza dimenticare la scelta che sino a non molti anni fa si faceva dei MULI allevati in valle Argentina per essere utilizzati nelle Forze Armate Italiane).
Questa CIVILTA' DEL MULO E DEI MULATTIERI ha lasciato per esempio significative tracce nel folklore e nelle usanze sia religiose che laiche.
Per esempio nell'area tra le valli dell' Argentina e del S.Lorenzo, nella località di POMPEIANA in particolare, si scoprono tracce di un folklore antico connesso alla cura dei MULI.
Proprio a POMPEIANA esistono per esempio i ruderi di una CAPPELLA o CHIESA CAMPESTRE che la popolazione aveva eretto ad un SANTO tra i cui attributi era quello di essere protettore dei maniscalchi, CAPPELLA che nella dizione locale è detta, impropriamente, CAPPELLA DI S. ALO' piccolo ed ormai quasi dimenticato "tempietto cristiano" all'antica, quanto decaduta, CIVILTA' LIGURE DEL MULO: nella storia ligure ponentina i lunghi tragitti commerciali, verso il Basso Piemonte quanto verso la Provenza e comunque la Francia (senza escludere naturalmente il territorio di Genova) avvenivano tramite MULI, aggiogati quando possibili, altrimenti operanti individualmente (od incolonnati) carichi della soma [e peraltro molti lavori erano svolti con l'unico, sostanziale aiuto del paziente e forte MULO.[...]

9 commenti:

  1. Cara Roberta,
    questo post andrebbe benissimo per quel progetto di cui abbiamo parlato via mail!

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  2. Cara sara, seguirò il tuo consiglio;))
    un abbraccio, roberta.

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  3. il mulo, un ricordo nitido della mia infanzia, quando il rumore degli zoccoli dei muli al mattino e alla sera scandiva il tempo dei contadini che andavano o tornavano dalla campagna. mio nonno ne aveva uno e ricordo la cura che gli prestava. mi piaceva andare con lui nella stalla per sentire l'odore del fieno ....ed anche questa tradizione è accantonata..., ma non dimenticata.

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  4. Woww, Roberta...
    "Verba volant, scripta manent"
    Ricordo il rumore degli zoccoli sulla carrareccia quando passava il cavallo- forse un mulo- che tirava il carro del lavandaio...
    Le tradizioni vanno giustamente riportate per iscritto, per evitare che si perdano.
    Buona serata!

    P.S. Non ho studiato il Latino, spero di aver scritto giusto

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  5. Io non ho di questi bei ricordi...
    Roberta il Comune di Isolabona dovrebbe esserti grata per come descrivi in tutte le sue sfaccettature il tuo paese.

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  6. @stella, la diffidenza è un "brutta bestia" ma pian pianino capiranno e apprezzeranno il mio lavoro.....ci sono un paio di progetti che......
    bacio, roberta.

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  7. Non siamo mai stati proprietari di un mulo ma negli anni 50 avevamo un'asina che ogni tanto,cercavo di cavalcare ma la furbastra,quando prendevo la mulattiera di via Monti per andare in Camegna, si coricava per terra e non c'era più nulla da fare; sul basto non ci doveva essere nessuno.
    Quadrupedi famosi a Isola ce ne sono stati parecchi. Io ricordo "u murotu" di Giacomino e "l'anze" di Gibè che si apriva la porta della stalla da solo...

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  8. Sono andato a dorso di mulo, sempre in salita perché in discesa era carico. Conosco tutti i finimenti per questo animale e i relativi nomi in dialetto.
    Isolabona aveva pochi muli rispetto ad altri paesi per vari motivi, ma uno era senz'altro il fatto che tutte le strade che portano al paese dalla campagna sono in discesa o al massimo in piano.

    @Fuin
    Il mürotu non era di Giacomino ma di suo padre Riccardo e si chiamava Martin.

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  9. @alberto:"Conosco tutti i finimenti per questo animale e i relativi nomi in dialetto."
    Bhe, potresti farli conoscere anche a noi...o vuoi tenerli stretti strette nelle tue memorie?

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